È ufficiale la dozzina di finalisti dell’edizione 2024 del Premio Strega, il riconoscimento letterario promosso dalla Fondazione Bellonci e Strega Alberti Benevento con il sostegno di Roma Capitale e Camera di commercio di Roma. Tra di loro anche la scrittrice di Scauri, Chiara Valerio
Ad ambire ad entrare nella cinquina finale – che verrà proclamata mercoledì 5 giugno al Teatro Romano di Benevento – sono: Sonia Aggio con “Nella stanza dell’imperatore” (Fazi), proposto da Simona Cives; Adrián N. Bravi con “Adelaida” (Nutrimenti), proposto da Romana Petri; Paolo Di Paolo con “Romanzo senza umani” (Feltrinelli), proposto da Gianni Amelio; Donatella Di Pietrantonio con “L’età fragile” (Einaudi), proposto da Vittorio Lingiardi; Tommaso Giartosio con “Autobiogrammatica” (minimum fax), proposto da Emanuele Trevi; Antonella Lattanzi con “Cose che non si raccontano” (Einaudi), proposto da Valeria Parrella; Valentina Mira con “Dalla stessa parte mi troverai” (Sem), proposto da Franco Di Mare; Melissa Panarello con “Storia dei miei soldi” (Bompiani), proposto da Nadia Terranova; Daniele Rielli con “Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale” (Rizzoli), proposto da Antonio Pascale; Raffaella Romagnolo con “Aggiustare l’universo” (Mondadori), proposto da Lia Levi; Chiara Valerio con “Chi dice e chi tace” (Sellerio), proposto da Matteo Motolese; Dario Voltolini con “Invernale” (La nave di Teseo), proposto da Sandro Veronesi.
L’annuncio è stato dato nella conferenza stampa nel Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Roma, mentre la serata finale si terrà giovedì 4 luglio nel giardino del Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Melania G.Mazzucco, presidente del Comitato direttivo del Premio, alla presentazione della dozzina ha spiegato: “Le opere presentate quest’anno al Premio Strega dagli Amici della Domenica offrono un panorama frastagliato e contraddittorio, ma esaustivo, sulla narrativa contemporanea in lingua italiana. Abbondano le narrazioni oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale. Ma ritorna il romanzo d’impianto più classico, sia d’ambiente contemporaneo sia storico, con una lingua media, spesso intarsiata di dialetto, e un ritmo rapido, talvolta adattato alla serialità televisiva. All’opposto, svariate scritture sperimentali propongono impervie esperienze di lettura, in polemica e apprezzabile attitudine di resistenza alla prepotenza delle mode e del mercato“.