OPERAZIONE SCARABEO: 5 DEI BENEFICIARI DEI PRESTITI TORNANO IN LIBERTÀ

Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Operazione Scarabeo: tornano in libertà cinque delle sette persone sottoposte al regime degli arresti domiciliari

Dopo gli interrogatori di garanzia di inizio mese, in cui avevano sostanzialmente detto di non sapere cosa si celasse dietro alle azioni del presunto sodalizio orchestrato da Santangelo per fare loro ottenere i prestiti, truccando buste paga e situazione finanziaria personale, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario ha ridimensionato la loro misura cautelare.

Leggi anche:
OPERAZIONE SCARABEO: TRUFFE ALLE FINANZIARIE E INFORMAZIONI RISERVATE

Dagli arresti domiciliari all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il gip Cario ha accordato la misura più lieve per Giovanna Muccitelli, Giovanna Villani, Loredana Mattoni, Fortunato Capasso e Serenella Mura.

Leggi anche:
OPERAZIONE SCARABEO, I BENEFICIARI DELLE TRUFFE RISPONDONO AL GIP: NON SAPEVAMO

Rimangono ai domiciliari l’ex poliziotto Nicola Natalizi e la sua compagna Serena Capponi, ritenuta dagli investigatori colei che avvertì degli sgomberi gli abusivi del Colosseo, episodio correlato da cui partì l’indagine denominata “Scarabeo”.

Tutti e sette sono stati, chi più chi meno, destinatari dei prestiti da parte di società finanziarie le quali, secondo gli inquirenti, sono state raggirate dal gruppo di Santangelo, il dipendente della Procura di Latina.
Quest’ultimo, insieme a Scarselletti (l’informatico accusato di camuffare i cedolini delle buste paga che metteva a disposizione un appartamento in Via Ariosto per le “attività” del sodalizio), Di Barbora, Vidali, Cotugno e Capoccetta, avrebbe architettato il meccanismo per cui i “cattivi pagatori”, a cui nessuno degli organismi bancari o finanziari avrebbe concesso un prestito, “magicamente”, attraverso il raggiro del Crif , ottenevano i soldi sfruttando una finestra temporale in cui la banca dati non li riconosceva più come soggetti segnalati.

Ora, Natalizi e Capponi, più gli altri due indagati, in carcere, Cotugno e Capoccetta hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Roma chiedendo l’annullamento o l’attenuazione della misura cautelare.

Articolo precedente

STOP GLOBAL WARMING: REGIONE LAZIO SOSTIENE LA RACCOLTA FIRME

Articolo successivo

LA NUOVA RETE OSPEDALIERA COVID NEL LAZIO CHE PREOCCUPA LATINA E FORMIA

Ultime da Giudiziaria