I LAVORI ALLE 4 SCUOLE DI LATINA MAI FATTI: OLTRE 4 MILIONI PERSI. “ENTE INERTE E NEGLIGENTE”

Scuola Giuseppe Giuliano
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Fondi per i progetti di intervento nelle scuole di Latina: la Giunta costretta a restituire le risorse. Dura relazione del Collegio dei Revisori dei Conti

Una restituzione di fondi sanguinosa da parte del Comune di Latina che porta con sé anche la relazione durissima dell’Organo di Revisione Economico-Finanziaria e la frustrazione che si evince dalla relazione del Servizio Lavori Pubblici del Comune di Latina.

A novembre 2017, una determinazione regionale individuava le proposte progettuali relative ad interventi su edifici scolastici pubblici di proprietà dei comuni da candidare per il finanziamento. Per il Comune di Latina gli interventi previsti erano per quattro di edifici scolastici: “Corradini” di Via Amaseno (1.120.785,20 euro), “Giuliano” di Via Cisterna (1.117.629,60 euro), “Prampolini” di Borgo Podgora (1.121.770,55), “Mazzini” di Borgo San Michele (886.178,45 euro). Fondi importanti e utilissimi predisposti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per interventi di messa in sicurezza e di adeguamento sismico dei suddetti edifici scolastici.

Versato il 20% di acconto al Comune di Latina, succede però che, a febbraio scorso, il Miur chiede la restituzione dei fondi per un totale di circa 850mila euro. Soldi da restituire, quota parte, per tutti e quattro gli edifici scolastici che, nel corso degli anni, non hanno visto nessuno dei lavori previsti. Ecco perché, ad oggi, il Comune di Latina si trova costretto, tramite una delibera di Giunta votata ieri 8 aprile, a una variazione di bilancio mediante applicazione dell’avanzo presunto di amministrazione finalizzata alla restituzione dell’acconto versato: per l’esattezza 849.272,76 euro di rimborsi in conto capitale di somme non dovute o incassate in eccesso. Si tratta, come spiega l’atto di Giunta, di variazione di bilancio finalizzata alla restituzione di somme anticipate il cui mancato o ritardato rimborso potrebbe determinare un danno erariale all’Ente per l’aggravio di oneri ed interessi passivi.

Risultato: i lavori per oltre 4 milioni di euro per gli interventi agli edifici scolastici non sono stati mai realizzati e l’acconto di circa 850mila euro è stato restituito al Ministero, pena la tagliola del danno erariale.

“Sin dalla presa in carico nel 2019 del procedimento – si legge nella relazione tecnica preparata sull’istruttoria della Dirigente dei Lavori Pubblici Angelica Vagnozzi – che aveva ricevuto il finanziamento nel 2015 sulla base di documenti descritti come studi di fattibilità con finalità generiche in linea con l’allora target di finanziamento, si presentavano criticità legate ad una documentazione progettuale di massima, risultante nel frattempo non in linea con il modificato target del finanziamento concesso con conseguente necessaria profonda rivisitazione dell’idea di massima da sviluppare”. L’incidente di percorso ha comportato “la necessaria prioritaria acquisizione di dati afferenti le strutture e l’eventuale, se esistente, vulnerabilità sismica dei quattro edifici presso il competente Servizio dell’Ente e presso la Regione Lazio-Genio civile, allo scopo di non sprecare risorse, in particolare finanziarie, e/o duplicare le spese in danno all’erario”.

“Ad ogni modo, mantenendo il passo con tutti gli altri procedimenti e carichi di lavoro – continua la relazione – si è
comunque proceduto con ogni sforzo a mettere in atto l’attività prodromica alla realizzazione dei lavori (lavori che dovevano essere affidati entro il 19/8/2019, prorogato al 30/3/20, poi al 31/10/20, poi 31/1/21), per lo più con ritardi già accumulati prima della nomina dei RUP e della Dirigenza, purtroppo e con rammarico senza esito positivo, il che viene vissuto dalla scrivente (ndr: la Dirigente) con sensazione di sconfitta che funge da ulteriore stimolo per le future attività e per migliorare la sinergia con tutte le articolazioni dell’Ente, con l’auspicio che con le prossime assunzioni di unità di personale, il Servizio possa strutturarsi al meglio per poter far fronte e portare a termine tutti i procedimenti e gli obiettivi assegnati, con standard maggiormente performanti”.

“È emerso con chiarezza – conclude la relazione che cerca di sgravare ogni responsabilità grave – che l’inottemperanza delle funzioni di responsabile del procedimento siano riconducibili ad elementi oggettivi rispettivamente di tipo strutturale e, nel contempo, di tipo progettuale che esulano dalle specifiche responsabilità dello scrivente dirigente e dei RUP da ultimo nominati i quali, in specie stante la normativa di settore vigente all’epoca dei fatti, sembrano non avere potuto produrre un immediato effetto sul processo di revoca del finanziamento, la cui erogazione è rimasta nella fase pre-affidamento, ed acclarata l’assenza della grave negligenza del dirigente e dei RUP, resta escluso anche il nesso causale rispetto al danno potenzialmente prodotto, secondo il principio giurisprudenziale in tema di erogazione di benefici pubblici stabilito dalla Corte dei Conti nel 2019, in quanto la revoca è avvenuta nella fase precedente l’effettivo impiego e, come detto, per elementi oggettivi non riconducibili a specifiche responsabilità di detti soggetti”.

Tuttavia, non sembra pensarla così il Collegio dei Revisori a leggere la relazione firmata dal Presidente Barbara Sarubbo e dai componenti Lucia Leto e Giuseppe Vinciguerra. Nel merito della vicenda – si legge nelle conclusioni del documento redatto dai revisori del Comune – il Collegio, circa la condotta assunta dall’Ente, rileva in primo luogo, il mancato rispetto dei termini dell’affidamento, termini che sono stati più volte ed ampiamente prorogati, pena la decadenza del contributo, ciò nonostante il Comune di Latina non ha provveduto all’affidamento dei lavori.

In secondo luogo, come conseguenza del comportamento inerte e negligente dell’Ente, è stato revocato un finanziamento pubblico già autorizzato di 4.246.363,80 euro che ora graverà sul bilancio comunale con evidenti ripercussioni negative sugli equilibri economico-finanziari. Infine, cosa altrettanto dannosa – concludono i revisori – è che non sono stati eseguiti i lavori per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Parole dure come pietre che non sono di buon auspicio per la sfida ai fondi previsti dal Pnrr.

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