I FAVOCCIA BROS A FORMIA: LA STORIA DEI FRATELLI TRA INDAGINI, STATI UNITI E MISTERI

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Giuseppe Favoccia
Giuseppe Favoccia

Al momento ricoverato presso l’ospedale Dono Svizzero di Formia, Giuseppe Favoccia, fedelissimo della famiglia Bardellino da lunghi anni, attende di poter tornare a casa in regime di arresti domiciliari, dopo essere stato trovato e per questo arrestato, in possesso di una pistola semiautomatica con matricola abrasa calibro 7,65 che secondo il suo avvocato era per difendersi dai furti.

Cosa dovesse farci o cosa ci abbia già fatto con quella pistola resta al vaglio degli inquirenti nell’ambito delle vaste e minuziose indagini congiunte delle due distrettuali antimafia di Roma e Napoli sull’universo Bardellino, che sta facendo emergere fatti e circostanze per lungo tempo rimaste oscure.

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Certo è che Giuseppe Favoccia è un personaggio sconosciuto solo a chi non è del luogo, perché per tutti gli altri è possibile documentarne buona parte delle sua storia personale e – diciamo così – professionale.

Non è difficile infatti veder sfilare il 73enne a passeggio per le vie del centro di Formia, sottobraccio ad Ernesto Bardellino, ex sindaco di San Cipriano d’Aversa e fratello del Super Boss Antonio, e per questo appare dunque un vero e proprio braccio destro di Ernesto, quello che qualcuno potrebbe definire un guardaspalle, anche per la sua stazza.

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Dopotutto i due finirono con l’essere indagati e poi scagionati congiuntamente dall’accusa di aver messo su una sezione locale dell’AEOP, sindacato di operatori di polizia, definito come una “operazione benefica” proprio da Favoccia, e contrastata dal “malfidato sindaco Bartolomeo”, aggiunse lo stesso Favoccia.

Solo da un paio di anni circa, Giuseppe è riuscito a scrollarsi di dosso un lungo e piuttosto pesante procedimento penale, compreso un sequestro milionario, nel quale era imputato perché accusato di essere stato per lungo tempo affiliato ad una delle famiglie mafiose più potenti oltreoceano, a New York, stiamo parlando della famiglia Gambino.

La stessa New York dove Giuseppe ha vissuto per circa un decennio, aprendo due ristoranti a Long Island, fino al 2002 e dove, come già riportato, fu l’unico ad affermare nel 2015 di aver incontrato proprio Antonio Bardellino, presso lo scalo aereo della città nel 2010.

L'arma di Favoccia sequestrata da Carabinieri e Polizia di Stato
L’arma di Favoccia sequestrata da Carabinieri e Polizia di Stato

Ma per cercare di capire chi sia e chi sia stato Giuseppe Favoccia, ce lo dice lui stesso. Ci sono infatti alcuni interessanti frammenti video dove Favoccia, personaggio che emerge in tutta la sua loquacità e carisma, da saggio della sua personalità. Lo si può infatti ascoltare mentre racconta aneddoti del suo passato di autotrasportatore, accompagnarsi con personaggi poco raccomandabili, per usare un eufemismo, giro nel quale lui stesso rimarrà invischiato finendo in una condanna per associazione a delinquere proprio relativa ai traffici su gomma e dal quale sarà scagionato poi nel processo d’Appello nel 2002. Ed è ancora lui a raccontare delle sue serate al casinò in compagnia di Vittorio Veneziano – altro formiano-americano -, fino al suo trasferimento negli Stati Uniti, tra appartamenti di lusso di cui era “intestatario” a Miami, e stretti rapporti con i manager di Bvlgari sulla 5th Avenue a New York, dove vantava di avere un potere tale in grado di far pagare la metà, gioielli che costavano 25mila dollari.

Durante un particolare frammento video, inoltre, lo vediamo durante una cena conviviale nel 2013, e dunque a pochi mesi dalle elezioni, in compagnia dell’avvocato suo e di Ernesto Bardellino, Michelangelo Fiorentino, dell’ex consigliere comunale Augusto Ciccolella, all’epoca candidato sindaco poi finito a supportare Bartolomeo al ballottaggio, e persino di quello che sarebbe stato di lí a poco delegato alla legalità e alla trasparenza proprio dell’ultima amministrazione Bartolomeo, Patrizia Menanno, già all’epoca facente parte dell’associazione antimafia “A. Caponnetto”.

Eppure non è lui quello vicino alla politica e alla vita amministrativa locale formiana, emigrante di ritorno, ma il fratello Luigi, amico trasversale di tutti, e del quale tutti volevano essere amici all’interno del Comune.

I due fratelli sono simili nei modi e nelle caratteristiche eppure molto diversi, perché al di là della vita che hanno scelto di fare ci sono aspetti che li accomunano.

Ad esempio il rapporto con le armi, che è un rapporto ambiguo non solo per Giuseppe, ma anche per Luigi.

Luigi Favoccia, personaggio molto discusso all’interno del palazzo comunale di Formia, e tecnicamente in organico al comando di polizia locale come luogotenente dei vigili urbani, non si capisce bene per quale motivo e con quali modalità, sia in realtà stato prescelto per lunghi anni e consecutivamente come autista sia di Michele Forte che di Sandro Bartolomeo, quali sindaci della città di Formia. Arrivando a svolgere il medesimo ruolo persino per il commissario prefettizio Maurizio Valiante, con il quale, seppur per breve tempo instaurò un rapporto molto stretto.

Con l’arrivo di Paola Villa nel 2018 come sindaco della città, Luigi Favoccia, vissuto nei corridoi del Comune come un personaggio autoritario, dai modi bruschi e che quasi incuteva timore, torna nel posto che gli compete, ovvero componente del comando di polizia locale, con regolare divisa di ordinanza e senza più un ufficio tutto suo che parimenti non si capisce bene perché e come potesse disporne. Tornano alle sue mansioni di competenza, mettendo così fine a un lungo quanto enigmatico regno fuori dalla natura di quello che sarebbe dovuto essere e non è stato, il suo rapporto con la pubblica amministrazione.

E sarà proprio Paola Villa che, contestualmente a questa operazione di ripristino delle regolari mansioni a Luigi Favoccia, metterà fine al ruolo di super poliziotto di Favoccia, facendo decadere il rinnovo del porto d’armi e della dotazione di una pistola dei quali Luigi si poteva avvalere nel suo ruolo di autista e tutore della sicurezza del sindaco.

Luigi Favoccia è un personaggio a dir poco bizzarro, finisce nel “Sistema Formia” con l’accusa da parte della Procura di Latina di aver cercato di farsi promuovere dall’allora sindaco Michele Forte a comandare la polizia locale tentando una scalata. Addirittura nel 2015 riesce nel traguardo di beccarsi quasi il 25% di tutti gli straordinari elargiti dal Comune ai suoi dipendenti. Tornato a fare il vigile con la Villa dopo il suo strano interregno, batte quasi il record di multare tutte le auto parcheggiate nella frazione di Maranola nella serata di festeggiamenti del Santo Patrono prima di essere fermato. Ma è sempre con Bartolomeo – che lo difenderà strenuamente – che Luigi Favoccia si rende protagonista della sparizione di alcune bambole di porcellana oggetto della donazione di una anziana donna in memoria della figlia, che poi magicamente riappariranno.

Ecco, Bartolomeo, ma se Favoccia deve tutto o quasi a Michele Forte, è con Bartolomeo che trova uno strano feeling, e pure qualcosa di più.

Basti pensare che sarà proprio Luigi Favoccia, in compagnia del fratello della moglie di Sandro Bartolomeo, la quale fa oggi la consigliera comunale proprio a Formia, Irma Arnone, che vengono incaricati proprio dal sindaco di Formia Sandro Bartolomeo di bonificare il suo ufficio da sindaco, da cimici e telecamere, che in effetti sono lí perché ce li ha messi la direzione distrettuale antimafia di Roma, che sta indagando su alcuni appalti sospetti, e la cui indagine finirà poi a Cassino dove Bartolomeo e altri sono a processo. Il fatto avviene il 3 agosto del 2017, dopo l’orario di chiusura degli uffici.

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Anche lì ad operare ci sono le due distrettuali antimafia di Napoli e Roma i cui giudici indagano su Garofalo Raffaele, Terreri Marilena, Buffolino Vincenzo, Mastromimico Pasquale, Mastromimico Giuseppe, Bidognetti Katia e Bartolomeo Sandro.

Il tentativo di bonificare l’ufficio dell’allora sindaco di Formia Sandro Bartolomeo da parte di Luigi Favoccia e Marcello Arnone

Per quest’ultimo, in particolare, la DIA di Roma lo disegnerà come “vertice politico pro tempore della Municipalità di Formia che avrebbe stretto un consolidato accordo di sistema finalizzato alla commissione di una molteplicità di reati contro la pubblica amministrazione (…)”. E ancora, la Dia sottolinea come sia stata portata avanti “una complessa e prolungata attività investigativa atta a contrastare la possibile strategia di infiltrazione nelle commesse per lavori pubblici, posta in essere dagli storici clan camorristici operanti nel sud pontino, mediante l’utilizzo di prestanomi, personaggi e/o società “spendili”. L’indagine verrà archiviata e ridimensionata, passando alla Procura ordinaria di Cassino.

E che Bartolomeo cerchi di bonificare il suo ufficio da apparecchi che in effetti erano già lì, ce lo dice la stessa Procura: “In particolare si rappresenta che in data 03.08.2017 Bartolomeo Sandro, al fine di eludere attività investigative a suo carico, di cui aveva evidentemente sentore/timore, ha disposto una “bonifica” nel proprio ufficio, incaricando della sua esecuzione proprio il cognato Arnone Marcello, in ragione delle sue competenze tecniche e della partecipazione nella società A.M. Tecnologia e Sicurezza srl”.

Fortunatamente la Guardia di Finanza predispone un sistema anti-bonifica dopo aver carpito la volontà di Bartolomeo attraverso intercettazioni telefoniche e non si fa scoprire. “Il 5 agosto 2017 – leggiamo dalla ricostruzione di Delio Fantasia intitolata “La Bonifica” e tratta dall’ordinanza – due giorni dopo la bonifica dunque, il Pubblico Ministero della Direzione Investigativa Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma dottoressa Ilaria Calò, recepisce la “rappresentata necessità di un’attivazione urgente per captare commenti sull’esito dell’intervento di bonifica”, dispone un “Decreto di Intercettazione di conversazioni e comunicazioni telefoniche” e inserisce i nomi di Favoccia e Arnone nel procedimento penale sul quale indaga la Direzione Distrettuale Antimafia. Ovvero, li inserisce nel cosiddetto “registro degli indagati”. Il procedimento penale in questione è il citato n. 57263/15, dove oltre a Bartolomeo e all’immancabile Terreri, ci sono personaggetti come Garofalo, Mastromimico e Bidognetti”.

Insomma anche qui, a che titolo e con quali competenze Favoccia Luigi si trovi nell’ufficio del sindaco per portare a termine una bonifica contro una indagine antimafia in corso, è una circostanza a dir poco assurda.

Ciò che non sfugge affatto, invece, e tantomeno oltreoceano, sono le dichiarazioni di Giuseppe Favoccia, pubblicate addirittura da una seguitissima pagina Facebook americana con sede a New York, e un seguito di circa 30mila persone che si chiama “The American Mafia”, la quale con un post (vedi a questo link) arriva fino a Formia, al covo del Boss e alle dichiarazioni di Favoccia circa l’esistenza in vita di Antonio Bardelllino, al suo ritorno a San Cipriano per il matrimonio del figlio e naturalmente al covo di Formia.

Ma di nuovo aggiunge che “Bardellino avrebbe comandato New York” e nel 2017 “si trovava in Paraguay o Uruguay e aveva interessi in alcune compagnie di pesca”.

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