FALLIMENTI PILOTATI A LATINA: UN ERRORE BLOCCA IL PROCESSO COSTOLA DEL LOLLOGATE

Fallimenti pilotati al Tribunale di Latina: il processo nato dall’appendice dell’inchiesta sull’ex giudice Lollo bloccato per un errore

È durata poco, stamani, l’udienza del processo che mette al centro una serie di fallimenti pilotati emersi nell’indagine madre che, nel 2015, culminò negli arresti dell’ex giudice del Tribunale di Latina-sezione fallimentare Antonio Lollo e degli altri coinvolti in uno degli scandali giudiziari più roboanti della storia pontina, e non solo.

La Procura, oggi rappresentata dal Pm Martina Taglione, ha chiesto che nel processo siano ascoltati come testimoni proprio l’ex giudice Lollo, che nel filone principale ha patteggiato una pena a 3 anni e 6 mesi, e l’ex giudice della sezione fallimentare di Latina, ora in Cassazione, Roberto Amatore.

Come noto, a finire all’attenzione di questo processo, costola dell’inchiesta “choc” della Squadra Mobile di Latina sull’ex giudice del Tribunale pontino, sono le procedure di fallimento che hanno riguardato l’Azienda Fratelli Mandara e il Consorzio Costruttori Pontini. Solo che, a due anni dal rinvio a giudizio degli imputati, avvenuto a febbraio 2022, il processo non è praticamente mai entrato nel vivo, anzi di fatto non è proprio mai iniziato.

A febbraio 2022, il giudice per l’udienza preliminare Mario La Rosa aveva rinviato a giudizio ben sei persone. I reati a cui devono rispondere gli imputati sono gravi: si va dalla istigazione alla corruzione alla bancarotta fino alla ricettazione, alla rivelazione d’atti d’ufficio, all’induzione indebita e persino alla minaccia. Alcuni di questi reati sarebbero stati commessi in concorso con il commercialista Marco Viola, già processato e condannato presso il Tribunale di Perugia dove è stato condannato anche l’ex giudice Lollo.

Il processo vedeva dapprincipio sul bando degli imputati l’imprenditore Luca Granato, l’ex cancelliera del Tribunale Rita SacchettiMarco Ciriaci, Davide Ianiri e Andrea Lauri. A novembre 2022, però, il collegio difensivo composto dagli avvocati Ciotti, Marcheselli, Archidiacono e Scipione aveva evidenziato che alcuni dei reati contestati erano destinati a prescrizione. Il Tribunale aveva comunque disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per uno degli imputati, Luca Granato, accusato di istigazione alla corruzione e, falso, minaccia e turbativa d’asta.

Ad essere stralciata anche la posizione di Davide Ianiri il quale, però, come si è scoperto oggi, davanti al II collegio del Tribunale di Latina composto dai giudici Coculo-Villani-Trapuzzano, la sua posizione non andava completamente stralciata in ragione delle prescrizioni maturate. Ianiri, infatti, deve rispondere anche di bancarotta che si prescrive in tre lustri, ragion per cui il Tribunale di Latina è stato costretto a rinviare al prossimo 17 settembre, così da notificare l’udienza anche all’avvocato difensore del medesimo Ianiri.

Uno slittamento di 9 mesi per via di un errore nella trascrizione dei capi d’imputazione. E sono passati quasi dieci anni (2015) dai primi arresti che fecero esplodere lo scandalo giudiziario nel Tribunale di Latina.

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