DISCARICA BORGO MONTELLO, L’ATTACCO DI INDECO AL CONVEGNO “BASTA SERVITÙ”: “DEMAGOGIA”

Mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello a Latina
Mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello a Latina

Il Presidente di Indeco attacca a testa bassa il convegno organizzato a Borgo Montello denominato “Basta servitù”

“La demagogia continua per restare ancorati al passato e non guardare affatto al futuro. Già il titolo dell’incontro di sabato 6 aprile sintetizza i temi e i toni. ‘Basta servitù’, a firma di quei partiti che proprio nella sede della IndEco di Borgo Montello nel maggio scorso, in piena campagna elettorale per le amministrative di Latina, sono stati accolti per comprendere la conversione energetica di questa ex discarica e a cui abbiamo illustrato quei bonifici elargiti al Comune di Latina per la servitù passata (passata!) e di cui, pur stando al governo cittadino, ignoravano l’esistenza.

Così, oggi, apprendiamo che ci sarà un incontro pubblico per dire basta alle servitù e sognare un parco dell’Astura. Magari ci aspettavamo un invito, magari ci aspettiamo un evento che non sia solo un incontro autoreferenziale, certo, aperto al pubblico, ma con una chiara matrice e con un intento che non fa gli interessi del territorio ma genera mera demagogia, solo demagogia, generando confusione tra i residenti dei borghi e i cittadini di Latina.

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Quella che ancora oggi molti si ostinano a chiamare discarica è ormai un sito di produzione di energia alternativa, con le pendici delle colline ricoperte da pannelli fotovoltaici e le sommità da impianti di ultima generazione tecnologica atti a recuperare gas di rifiuti. Da discarica a sito ambientale produttivo: il sito gestito da Ind.eco di Borgo Montello, del Gruppo GreenThesis, vanta innumerevoli attestati internazionali da parte di università proprio per la sua politica di esempio virtuoso nella green economy. Ma ovviamente questo esempio viene osteggiato e demonizzato in casa propria. Soltanto che vorremmo conoscere le argomentazioni suffragate da fatti, tant’è che la nostra casa trasparente ha anche accolto e invitato tutti, anche nello scorso settembre quando organizzammo un incontro a borgo Le Ferriere sulla trasformazione avvenuta all’interno della ex discarica oggi sito di produzione energetica alternativa, talmente esempio virtuoso che proprio sabato 6 aprile Rai2 ci ospita nel programma riservato alle energia rinnovabili dal titolo ‘Italian green’.

Quando si affrontano temi pubblici, delicati, di interesse nazionale e di tutela ambientale e di rilevanza sanitaria sarebbe necessario avere una maggiore coscienza, una onestà intellettuale atta a cercare un confronto serio e costruttivo e non un conflitto per non perdere un ipotetico consenso elettorale.

Le ipotesi di servitù paventate che saranno affrontate in questo incontro quali saranno? Quelle risultate dal recente e farraginoso nonché superficiale e incompleto report della Regione Lazio sullo studio epidemiologico su questa porzione del territorio provinciale? Uno studio che ancora oggi fa confusione accorpando i siti IndEco e Ecoambiente, che sbaglia il calcolo delle superfici interessate, che prende abbagli con i mq?, che fatica a interiorizzare che chi vuole la green economy ha investito in tubi, teli e pozzi all’avanguardia e non in chiacchiere?, che piuttosto che rendersi conto della realtà continua a restare ancorato a teorie ferme a 10-15 anni fa per avere argomenti seppure stantii?

E poi, ancora si usa lo spauracchio della discarica, quando ormai invece si parla di siti atti a chiudere in un dato territorio provinciale il ciclo dei rifiuti. È una disposizione nazionale ancor prima che regionale. Ogni territorio deve essere indipendente nella gestione dei rifiuti, nel nome della green economy e nel nome di una sua autonomia, senza scansare la criticità della preoduzione dei rifiuti (esiste una società che non ne produce?) e soprattutto senza agire in maniera pilatesca spostando il problema verso i Paesi più poveri con la ipocrita strategia del Nimby e del Banana”.

Così, in una nota, l’ingegnere Giorgio Cardona, presidente di Ind.Eco.

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