CRAC FORMIA SERVIZI: TUTTI PRESCRITTI

Massimo Vernetti
Massimo Vernetti

Bancarotta della Formia Servizi Spa: si è concluso a distanza di 14 anni dal fallimento il processo presso il Tribunale di Latina

Il rinvio a giudizio risaliva al 2015 quando l’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Guido Marcelli (il Tribunale pontino era ancora competente per i reati eventualmente commessi da Itri fino a Santo Cosma e Damiano), aveva disposto il processo per gli imputati coinvolti nell’inchiesta Formia Servizi, la società mista che gestiva alcuni servizi, tra cui la sosta a pagamento, nella città di Formia.

A processo, come imputati, c’erano gli ex vertici dirigenziali e contabili dell’azienda che dovevano rispondere a vario titolo di peculato e bancarotta fraudolenta, perché – secondo quanto ipotizzato dalla Procura di Latina – non avrebbero esercitato la dovuta vigilanza sul rispetto della legge e dei principi della corretta amministrazione e, soprattutto, per la distrazione, dal 2007 al 2009, di 244 mila euro. 

Alla sbarra in 14 imputati: l’ex amministratore delegato Massimiliano Vernetti, i membri del consiglio di amministrazione Patrizia Averaimo, Giuseppe Masiello, Giacomo De Luca, Gianluca Giattino, Giuseppe Cannavale, Mauro Alessandro, Mario Galasso, Salvatore Testa e Loredana Pugliese, e, infine, il collegio dei revisori dei conti composto da Antonio D’Urso, Vincenzo Palmaccio, Erasmo Scipione e Alessandro Zannella 

Secondo alcune testimonianze rilasciate in aula, nel corso di un processo che oggi ha visto la sua estinzione, è emerso che già dal principio dell’esperienza amministrativa sono venuti fuori i primi sospetti sulle operazioni finanziarie della società. Una gestione dissennata, negligente e comunque fallimentare. Credenziali che non hanno però compromesso l’ascesa professionale dell’amministratore di quella folle esperienza, così dolorosa per Formia e le sue casse comunali, Massimo Vernetti.

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Sarebbe stato proprio Vernetti, secondo l’accusa, ad arrecare pregiudizio ai creditori della fallita società, distraendo dalle casse, nell’arco di tre anni, la somma complessiva di 244.225 euro (79.421 nel 2007, 79.417 nel 2008 e 85.387 nel 2009) a titolo di “consulenza gestionale e compenso per l’attività di amministratore”, in violazione delle norme che impongono alle società partecipate di parametrare il compenso degli amministratori all’indennità percepita dal sindaco.

Come parti civili la curatela fallimentare della Formia Servizi Spa, l’imprenditore Williams Di Cesare e l’impresa che ha realizzato il parcheggio multipiano di piazzale delle Poste di Formia, la Multipiano del Golfo. Secondo il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell’indagine, Vernetti si sarebbe appropriato di due milioni di euro erogati dalla banca B.I.I.S. per il parcheggio multipiano del Golfo. Soldi che, invece, avrebbe dovuto essere destinato proprio all’imprenditore, costituito parte civile, Williams Di Cesare, al momento candidato come sindaco per Spigno Saturnia.

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Il processo, che ha cambiato più giudici, ha trovato la sua conclusione oggi, 19 marzo 2024. È stato lo stesso Pubblico Ministero Valerio De Luca a rilevare e chiedere il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Una richiesta a cui tutto il collegio difensivo composto dagli avvocati Macari, Lauretti, Lucchetti e Giudetti naturalmente non ha opposto alcun tipo di eccezione. Una udienza durata pochi minuti per un caso che fu roboante per la città di Formia e il sud pontino. Il secondo collegio del Tribunale di Latina, solo per un questione di forma, ha deciso di ritirarsi in camera di consiglio per dichiarare l’avvenuta prescrizione per tutti i campi d’imputazione contestati ai 14 imputati. Un verdetto scontato e un’altra sconfitta per la giustizia.

Non si è fatto attendere il commento dell’ex sindaca di Formia e attuale consigliere comunale d’opposizione, Paola Villa: “Cara Formia, il tuo diritto di sapere che fine hanno fatto gli oltre due milioni che mancano al conto economico per la costruzione del parcheggio multipiano di piazzale Aldo Moro, il tuo diritto di sapere chi dovrà rispondere, dopo aver garantito, a quel prestito di 4 milioni e 300 mila euro alla banca BIIS nel giugno 2009, il tuo diritto di sapere chi è stato responsabile di tutti gli ammanchi per il capitale sociale della Formia Servizi…tutti i tuoi diritti sono scaduti, il tempo è finito!

Prescrizione non significa che non si è commesso il reato, significa che è trascorso troppo tempo, che si è andati oltre il tempo massimo per difendere un diritto! Quello che è avvenuto questa mattina in Tribunale è stato puramente un atto formale, per dire che era scaduto il tempo.

Questo paese che si adopera per processare e punire i ladri di caramelle del supermercato, di assicurare le pene ai ladri di polli, fa spallucce a reati come il peculato e la bancarotta fraudolenta, reati contro il patrimonio pubblico e il bene comune. Perché le caramelle le ruba il povero cristo, il peculato, la bancarotta fraudolenta la adoperano colletti bianchi, fantasiosi imprenditori e politici rampanti. Stamattina una ennesima pagina vergognosa per il sud pontino e per la nostra città”.

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