CONCORSOPOLI ASL: RINVIATO IN AUTUNNO L’INTERROGATORIO DI MOSCARDELLI IN AULA

Claudio Moscardelli
Claudio Moscardelli

Concorsopoli all’Asl di Latina: nuova udienza del processo che vede tra gli imputati l’ex senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli

Si dovrà aspettare probabilmente il 2025 per la sentenza del processo che si svolge davanti al Collegio presieduto dal Giudice Mario La Rosa (che ha sostituito la collega Laura Morselli, passata all’ufficio Gip-Gup del Tribunale di Latina) – a latere i giudici Simona Sergio e Paolo Romano -, e che ha al centro la cosiddetta concorsopoli dell’Asl di Latina. Il processo è già al terzo cambio di Presidente di Collegio: iniziato con il giudice Aldo Morgigni, proseguito con la collega Laura Morselli e al momento condotto dal presidente La Rosa.

Oggi, 21 marzo, il processo è proseguito con l’esame di un testimone richiesto dall’avvocato Archidiacono, che assiste l’ex parlamentare Dem Claudio Moscardelli. A rispondere alla domande del legale Pierpaola D’Alessandro, all’epoca dei fatti contestati (tra il 2020 e il 2021) Direttore Generale dell’Asl di Frosinone, la quale nominò come direttore amministrativo, a dicembre 2020, Eleonora Di Giulio. La tesi degli investigatori della Squadra Mobile era che Di Giulio fosse stata nominata a Frosinone per far spazio a uno dei tre imputati odierni, Claudio Rainone, che occupò la medesima carica di direttore amministrativo all’Asl di Latina come facente funzioni.

“Verificammo che la dottoressa Di Giulio (nda: fino a dicembre 2020 direttore amministrativo dell’Asl di Latina) – ha spiegato in un’altra udienza l’allora capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo – era andata a Frosinone mentre Rainone si trovava a ricoprire la carica di direttore amministrativo facente funzione”. Di Giulio, invisa a Rainone e a Moscardelli, ascoltata in un’altra udienza precedente aveva spiegato, confermando gli attriti con Rainone, che andò in Ciociaria per sua decisione, senza aver subito pressioni.

La manager D’Alessandro, nell’udienza odierna, in un esame durato circa un minuto, ha confermato di aver nominato Di Giulio, dopo averla naturalmente contattata qualche volta prima della nomina: “È inevitabile che accada”, ha spiegato.

A novembre 2020, Moscardelli chiese se poteva passare dall’allora Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, con l’allora consigliere regionale Enrico Forte: nel messaggio “screenshottato” ed esibito dal Pubblico Ministero Valerio De Luca, in una udienza precedente, l’ex senatore parlava della nomina del direttore amministrativo e di come si potesse risolvere la stessa nomina a Frosinone e, a catena, quella di Latina. Di fatto, l’allora Direttore amministrativo dell’Asl di Latina, Eleonora Di Giulio, passò, a fine 2020, all’Asl di Frosinone con la medesima qualifica.

Nei messaggi inviati a Alessio D’Amato, Moscardelli – così come raccontato in Aula dallo stesso ex Assessore alla Sanità ad aprile 2022 – chiedeva di conoscere come stava andando la questione delle nomine e spingeva per valorizzare Rainone. In uno degli screenshot (sette in tutto), siamo sempre a novembre 2020, Moscardelli scriveva a D’Amato di aver parlato con l’ex Dg Casati (all’epoca in carica all’Asl di Latina) per la nomina del direttore amministrativo. Aggiungeva Moscardelli, nel messaggio, che la corrispettiva di Casati all’Asl di Frosinone – ovvero D’Alessandro, testimone odierna – gli avrebbe detto di accelerare sulla nomina del Direttore Amministrativo nel capoluogo pontino.

Il 13 aprile 2021, in un ennesimo messaggio di Moscardelli a D’Amato, l’ex senatore avrebbe scritto all’Assessore che che “le cose andavano in senso opposto“, aggiungendo che avrebbe voluto vederlo “con Enrico e Salvatore” (ossia i consiglieri regionali Forte e La Penna). D’Amato ha spiegato di aver risposto che si sarebbe trovato a Latina e vi fu un incontro. Ad ogni modo, quel “senso opposto” si concretizzò il 26 aprile 2021 quando l’allora neo Direttore Generale Silvia Cavalli nominò, come Direttore Amministrativo dell’Asl, l’attuale Sabrina Cenciarelli. Al che che Moscardelli scrisse a D’Amato che gli dispiaceva che a Latina le cose fossero andate in modo diverso. Un modo diverso da quello prospettato da lui: ossia Rainone a capo della direzione amministrativo dell’azienda sanitaria locale al posto della non benvoluta Eleonora Di Giulio, nel frattempo e da mesi trasferitasi a Frosinone.

Il processo, ad ogni modo, è stato rinviato al prossimo 21 novembre quando saranno ascoltati i testimoni residui del collegio difensivo composto dagli avvocati Archidiacono, Giudetti, Zeppieri e Mancini e vi sarà l’esame dei tre imputati: Claudio Moscardelli, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito.

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Un processo sui concorsi della Asl, che è nato, come noto, da due indagini separate (una della Squadra Mobile e l’altra della Guardia di Finanza di Latina), poi unite in un unico procedimento giudiziario, che hanno messo sotto la lente altrettanti procedure: quella da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina (ente capofila), Asl Viterbo e Asl Frosinone e quella da 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3.

All’ex senatore dei Dem Moscardelli, nonché ex membro della Commissione parlamentare Antimafia, vengono contestate le ingerenze per far sì che due candidati al concorso da 23 posti – l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio dell’esponente politica di Gaeta (Pina Rosato), Matteo Di Domenico (destinatari di un avviso conclusioni indagini per una costola del procedimento penale) – fossero agevolati nel superamento delle prove d’esame, con tanto di domande concordate con uno degli altri tre imputati: Claudio Rainone all’epoca Presidente della Commissione d’esame ed ex Direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina (oltreché a direttore Uoc Reclutamento, funzione da cui il manager della sanità è stato sospeso). Rainone e il funzionario dell’Asl Mario Graziano Esposito devono rispondere di falsità ideologica in atti pubblici rivelazione di segreti di ufficio. Moscardelli, invece, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.

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