CHIOSCHI E INTIMIDAZIONI MAFIOSE: GLI ZOF E GLI ALTRI INDAGATI NEGANO LE ACCUSE

Topo Beach
Topo Beach

Primo chiosco sul lungomare di Latina, l’operazione di Antimafia e Squadra Mobile: interrogati gli indagati

Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Roberto Saulino, sono stati interrogati gli indagati coinvolti nell’operazione della Squadra Mobile di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Come noto, l’operazione ha fatto emergere alcune ipotizzate pressioni sull’assegnazione del primo chiosco sul lungomare di Latina, tanto che, in ragione del fatto che Alessandro Zof è considerato dagli inquirenti un affiliato al clan Travali, i reati sono contestati con l’aggravante mafiosa.

Nel corso dell’indagine, inoltre, sono emersi altre circostanze che non hanno nulla a che vedere con l’affidamento dei chioschi sul lungomare, ma si tratta di ipotesi di estorsione, spaccio di droga e trasferimento fraudolento di valori. Considerato che uno degli arrestati in carcere, a cui sono contestati estorsione e spaccio (senza l’aggravante mafiosa), Ahmed Jeguirim, conosciuto anche come “Orso”, si è avvalso della facoltà di non rispondere, dovevano affrontare l’interrogatorio di garanzia gli altri indagati, tra cui, per l’appunto, Alessandro Zof (40 anni), il padre Maurizio Zof (70 anni) e il fratello Fabio Zof (35 anni).

Alessandro Zof e Maurizio Zof (destinatari dell’ordinanza che ha disposto per loro i domiciliari), difesi dall’avvocato Alessia Vita, hanno entrambi parlato degli episodi a loro contestati, in particolare in merito al reato della turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso. Il 40enne ha risposto alle domande negando di aver fatto pressioni nei confronti di coloro che nel 2016 avevano vinto la gara d’appalto per gestire il primo chiosco, da decenni, fino al 2014, “feudo” della famiglia Zof con il nome di “Topo Beach”.

Maurizio Zof, detto anche “Topo bestia”, si è avvalso della facoltà di non rispondere, pur rilasciando spontanee dichiarazioni e negando tutti gli addebiti, vieppiù di aver esercitato pressioni sia per quanto riguarda i primi assegnatari del chiosco nel 2016, poi rinuncianti, sia sui secondi assegnatari che vinsero il bando, con fondi regionale, nel 2021.

Per entrambi, la difesa non ha chiesto misure alternative ai domiciliari, ma si è riservata di depositare altra documentazione per poi chiedere che gli indagati vengano di nuovo ascoltati dal Gip Saulino.

Il terzo della famiglia Zof, il più giovane Fabio, assistito dall’avvocato Giancarlo Vitelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere, negando, in dichiarazioni spontanee, ogni accusa a suo carico, in particolare di aver intimidito alcuni gestori dei chioschi sul lungomare in compagnia del fratello Alessandro. Fabio Zof, che ha ricevuto l’ordinanza che gli impone l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria, ha chiesto, tramite il suo legale, la revoca della misura.

Anche il 37enne Franco Di Stefano, difeso dall’avvocato Lucio Amedeo Melegari, destinatario della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ha risposto negando ogni addebito contestato.

Infine, Corrado Giuliani, che deve rispondere di estorsione mafiosa, ha deciso di rispondere a tutte le domande del Gip Saulino. Difeso dall’avvocato Italo Montini, il 50enne di Latina ha negato ogni addebito e quindi l’episodio contestato dagli inquirenti che lo vedeva nella veste di esattore del credito che Alessandro Zof, di cui è cognato, aveva nei confronti di un consumatore di droga. La sua difesa ha chiesto per lui la revoca della misura dell’obbligo di firma o, in alternativa, la sostituzione con la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa.

Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento del sostituto procuratore della D.D.A. di Roma, Luigia Spinelli, hanno avuto origine da una segnalazione effettuata dal Comune di Latina nei primi mesi del 2021 (amministrazione Coletta). In tale atto si faceva riferimento al fatto che la rinuncia alla gestione del 1° chiosco del lungomare di Latina da parte dei legittimi aggiudicatari, individuati all’esito di una procedura ad evidenza pubblica avviata nei primi mesi del 2020, potesse essere il frutto di pressioni da parte di non meglio precisati soggetti. Tale situazione sembrava riproporre quanto già accaduto nel 2016, quando il Comune di Latina aveva emanato un bando per la realizzazione dei chioschi sull’area demaniale antistante il lungomare e, nell’aprile del 2017, dopo l’aggiudicazione definitiva delle aree, il legale rappresentate della ditta che si era aggiudicata l’area n. 1 vi aveva rinunciato senza un apparente motivo.

Gli approfondimenti svolti, quindi, secondo gli inquirenti, hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di una serie di atti intimidatori realizzati tra il 2016 ed il 2020, veicolati anche tramite i social network, che hanno inciso negativamente sull’aggiudicazione del chiosco n. 1 del lungomare di Latina e sulla libera attività esercitata dai gestori degli altri esercizi pubblici di ristorazione lì ubicati.

Inoltre, sono stati raccolti gravi indizi in merito all’attività di spaccio di stupefacenti gestita da Jeguirim, consentendo di ricostruire l’utilizzo di metodi intimidatori impiegati per la riscossione dei crediti insoluti. Infine, sono stati acquisiti gravi indizi in merito ad alcuni episodi di spaccio di stupefacenti e di recupero con metodi violenti dei relativi crediti da parte di altri tre degli odierni indagati, nonché in merito alla intestazione fittizia in capo ad un altro indagato (Fabio Zof) di una società gestita di fatto da un altro soggetto (Pasquale Scalise anche lui destinatario della misura degli arresti domiciliari).

Per saperne di più sull’indagine fa clic al link di seguito:
LA LEGGE MAFIOSA AL TOPO BEACH: “COMANDIAMO NOI”. MINACCE AGLI ALTRI CHIOSCHI, POLITICI E PAURA

Articolo precedente

CORRUZIONE E APPALTI TRUCCATI NELL FORZE ARMATE: ESCE DI SCENA L’IMPRENDITORE DI APRILIA, CHIESTA ARCHIVIAZIONE

Articolo successivo

CISTERNA: “CRESCERE CON I LIBRI”, AL VIA LA XV EDIZIONE DEL PREMIO NAZIONALE “NPL”

Ultime da Giudiziaria