INCHIESTA CHIOSCHI: JEGUIRIM IN SILENZIO DAVANTI AL GIUDICE

Tribunale di Roma
Tribunale di Roma

Inchiesta sulle pressioni mafiose ai chioschi: è stato interrogato uno degli arrestati a cui vengono contestati spaccio ed estorsione

Paradossalmente, chi è finito in carcere, su richiesta del sostituto procuratore Luigia Spinelli e ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Roma, Roberto Saulino – il 40enne Ahmed Jegurim e il 30enne Christian Ziroli – non ha fatto parte delle trame che si sono svolte dietro l’assegnazione del primo chiosco sul lungomare di Latina, lato B: vale a dire il noto “Topo Beach” che, nel 2016, con l’avvento dell’amministrazione Coletta, fu rimesso a gara.

Leggi anche:
LA LEGGE MAFIOSA AL TOPO BEACH: “COMANDIAMO NOI”. MINACCE AGLI ALTRI CHIOSCHI, POLITICI E PAURA

Proprio Ahmed Jegurim, assistito dall’avvocato Gullì, è stato interrogato dal Gip di Roma, Roberto Saluni, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Jegurim (40 anni) è stato destinatario del provvedimento in carcere, insieme a quello che è considerato i suo complice, Christian Ziroli (30 anni): a entrambi sono contestati episodi di spaccio in concorso con tre minorenni assoldati nello smercio della droga. La zona è la piazza di spaccio tra il centro Lestrella, la Q4 e Viale Nervi, dove peraltro i due arrestati si sono resi protagonisti, insieme ai minorenni, di un ipotizzato sequestro di persona, presso i Palazzoni di Viale Nervi, al fine di estorcere, malmenandolo, un giovane e costringerlo ad accendere un finanziamento da circa 20mila euro, per poi rigirarlo nei loro confronti. Un proposito che sfumò solo perché il giovane riuscì a scappare dal terrazzo dove era stato recluso.

Per quanto riguarda gli altri indagati – in primis i tre Zof: Alessandro, Maurizio e Fabio – raggiunti dalle misure di arresti domiciliari e obbligo di firma, gli interrogatori di garanzia si svolgeranno nella giornata di lunedì prossimo.

Articolo precedente

CISTERNA E UNINDUSTRIA: INTESA SU ECONOMIA CIRCOLARE E SVILUPPO SOSTENIBILE

Articolo successivo

RUBA SOLDI ALLA MADRE DEL FIDANZATO, PER POI SNIFFARE COCAINA NELL’ABITAZIONE DELLA DONNA

Ultime da Giudiziaria