CENTRO MORBELLA, IL DESTINO DI CENTOLA NELLE MANI DEL GIUDICE

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Centro Morbella, davanti al Giudice per le indagini preliminari LE denunce presentate a carico del Presidente Salvatore Centola

È ripresa ieri, 16 giugno, la costola molto rilevante delle dispute che ancora sono in essere sul versante penale e che riguardano il centro commerciale Morbella di Latina, un tempo elegante luogo della città e da anni in caduta libera, stretto peraltro tra veleni, denunce e anche qualche condanna.

A gennaio scorso, tanto per cominciare, è stato condannato per violenza privata e atti persecutori il direttore del Centro Commerciale “Morbella” di Latina Pablo Dario Vargas, denunciato da uno dei commercianti del medesimo centro: Marco Cassandra, difeso dall’avvocato Lorenzo Magnarelli.

Sempre a gennaio, pochi giorni prima della sentenza penale, il giudice del Tribunale civile di Latina, Pier Luigi De Cinti, ha accolto l’istanza avanzata da alcuni consorziati del Centro Morbella che chiedevano l’annullamento della delibera assembleare, datata 30 novembre 2021, con cui veniva stabilito il preventivo di spesa per il 2022 ammontante a 800mila euro. Inoltre, il Giudice De Cinti aveva dato ragione ai ricorrenti anche su un altro aspetto, ossia sul dovere di distinguere tra condominio e consorzio. Quello che hanno sempre messo in discussione i consorziati era il doppio ruolo di Salvatore Centola, vale a dire amministratore e presidente consorziale.

Oggi, davanti al Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, è proseguita la discussione dell’opposizione all’archiviazione presentata da alcuni consorziati per una denuncia per estorsione contrattuale a carico sempre di Salvatore Centola. Tuttavia nelle denunce presentate ci sono anche i nomi di altri collaboratori e persino di un giudice.

La prima indagine è stata archiviata dal sostituto procuratore Valentina Giammaria. I tre consorziati, assistititi rispettivamente dagli avvocati Lorenzo Magnarelli, Renato Archiadiacono e Giulio Mastrobattista, hanno presentato opposizione all’archiviazione e puntano alla riapertura del caso. In questo caso il Gip Cario ha tre diverse opzioni: archiviare il caso, rinviare gli atti in Procure per una indagine più approfondita, oppure, estrema ratio, ordinare alla Procura di formulare un capo d’imputazione nei confronti di Centola difeso dall’avvocato Gaetano Marino.

Le accuse dei denuncianti sono molto gravi: si va dall’associazione per delinquere alla corruzione passando anche per vicende di natura estorsiva e alle fatture false.

Il Giudice per l’udienza preliminare Cari si è riservato e la decisione arriverà al massino entro una quindicina di giorni.

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