APRILIA: IL PINQUA E GLI STANDARD URBANISTICI

Carmen Porcelli (Città degli Alberi) Rosalba Rizzuto (Aprilia Libera) e Andrea Ragusa (Grillini Apriliani) ancora sul Pinqua

LA NOTA – Lo strumento del Pinqua e le sue finalità rimandano ad alcuni precedenti interventi che miravano alla riqualificazione urbana e delle periferie: eppure nei progetti presentati dal Comune di Aprilia nel quadrante Toscanini-Primo sono previste nuove abitazioni modificando così gli standard urbanistici.

In questi ultimi giorni abbiamo iniziato a visionare gli atti inviati dal Comune di Aprilia a supporto delle proposte dei Pinqua e che man mano l’ente sta pubblicando sul sito istituzionale; possiamo pertanto entrare nel merito della questione, cosa finora impossibile senza la documentazione disponibile.

Premesso che i fondi stanziati per il Pinqua rappresentano giustamente una opportunità per Aprilia, riteniamo di essere ancora in tempo affinché questi piani non incassino una sonora bocciatura, ma anzi costituiscano l’opportunità di rilanciare un dibattito sulle proposte – necessario ancora di più in tempi di grandi transizioni e grandi piani di ripresa economica – per riqualificare e incrementare il patrimonio di edilizia residenziale sociale. E vorremmo intervenissero modifiche sostanziali, di cui come cittadini potremmo contribuire a tracciare un percorso, soprattutto per evitare che le proposte presentate vengano escluse dal finanziamento, in quanto non interpretano efficacemente lo spirito della legge.

Lo strumento del Pinqua e le sue finalità rimandano ad alcuni precedenti interventi (il piano delle periferie del 2017 e la delibera CIPE 127/2017 richiamata esplicitamente dal Pinqua) che riprogrammava l’utilizzo di un ultimo avanzo di risorse stanziate con la legge per l’edilizia residenziale pubblica (ERP) del 1978 per finanziare interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico e di rigenerazione di quartieri degradati. Per questo tornano spesso, nel decreto istitutivo del Pinqua, parole come qualità e periferia. Tutto ciò non si ritrova negli interventi previsti nelle aree con destinazione F2 (servizi pubblici), ove andrebbe eliminata una vecchia struttura produttiva ormai fatiscente, ex Freddindustria, per realizzare ex novo un insediamento residenziale prevedendo quindi un evidente consumo del suolo.

Né si rinviene nella realizzazione in zona Toscanini, su un’area comunale di oltre 10 ettari, e che ha già una destinazione a verde sportivo in diritto di superficie, la realizzazione di un palazzetto dello sport in cambio di nuove cubature a seguito della demolizione del Quinto Ricci. In entrambi i casi, si tratta di zone ove sarebbero violati gli standard urbanistici ovvero quella determinazione delle quantità minime di spazi pubblici o di uso pubblico, espresse in metri quadrati per abitante, che devono essere riservate nei piani, sia generali che attuativi e che in quelle aree non possono scendere al di sotto dei 18mq ad abitante. E, ancora, non si riscontra negli interventi previsti sull’area del Quinto Ricci, ove si osserva una perdita di superficie a verde pubblico a favore della realizzazione di notevoli cubature di edilizia privata, laddove insiste una destinazione d’uso a verde sportivo.

Nè riteniamo che costruire una strada su un fosso sporco e inquinato per poi tombarlo in parte interpreti la riqualificazione alla quale il Pinqua è orientato.

Carmen Porcelli (Città degli Alberi) Rosalba Rizzuto (Aprilia Libera) Andrea Ragusa (Grillini Apriliani)

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