ZACCHEO: LE GRAVI ILLAZIONI SUI VIGILI DEL FUOCO E LA “DISINVOLTURA” ISTITUZIONALE

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Francioni

In questa campagna elettorale per il ballottaggio, in cui Zaccheo ha deciso di sottrarsi al confronto diretto con Coletta, la giornalista de “Il Caffè” Bianca Francavilla è riuscita a realizzare un confronto indiretto attraverso una doppia intervista, e quindi con le stesse domande per l’uno e per l’altro.

Nel rispondere ad una domanda sulla riapertura del Teatro comunale (a suo tempo chiuso per inagibilità dal Commissario prefettizio), Zaccheo si è reso protagonista di una illazione nei confronti dei Vigili del Fuoco di Latina che risulta gravissima.     

UN BREVE PASSO INDIETRO

Dopo la promozione in serie B del Latina calcio (campionato 2013/2014), fu realizzata una tribuna per rendere lo Stadio adeguato alla serie B e in grado di ospitare le tifoserie ospiti. Alla vigilia di una amichevole precampionato fu accertato che i gradini della tribuna non erano sicuri e che c’era la concreta possibilità che crollassero. Ci fu il sequestro della tribuna, l’inchiesta e poi il processo, ancora in corso, nel quale il Comune si è costituito in giudizio come parte civile.

TORNIAMO ORA ALL’INTERVISTA DE “IL CAFFÈ”

Nella propria risposta Damiano Coletta ha rivendicato gli interventi operati per mettere in sicurezza il Teatro che ammontano ad oggi a 1,5 milioni di euro. Zaccheo ha detto testualmente quanto segue: “Se l’amministrazione comunale non si fosse costituita parte civile con il Corpo dei Vigili del Fuoco, probabilmente il teatro sarebbe già aperto”. Va precisato che Zaccheo fa un po’ di confusione, in quanto il Comune di Latina si è costituito parte civile nei confronti delle persone imputate nel processo e non contro il Corpo dei Vigili del Fuoco.

L’ILLAZIONE DI ZACCHEO SUI VIGILI DEL FUOCO DI LATINA

Non si sa se Zaccheo si è reso conto della gravità di quello che ha detto, ma di fatto sembra proprio aver affermato che se il Teatro ancora non è riaperto è per una forma di ritorsione dei Vigili del Fuoco contro l’amministrazione comunale che, legittimamente e opportunamente, si è costituita in giudizio in un processo riguardante una vicenda molto grave, che metteva a rischio l’incolumità delle persone.  

Il messaggio che arriva da Zaccheo è che l’amministrazione comunale a guida Coletta non doveva costituirsi in giudizio. In sostanza Zaccheo sottintende che con lui sindaco il Comune non sarebbe stato parte civile nel processo.

Insomma, in una frase di due righe Zaccheo è riuscito a dire due cose piuttosto discutibili e per nulla istituzionali.
Si capisce bene quindi perché, dopo la sua dichiarazione di lunedì 4 ottobre in cui chiedeva il confronto con Coletta, ha fatto subito marcia indietro (evidentemente consigliato dai suoi collaboratori).

UN FILM GIÀ VISTO 

In realtà ci si trova di fronte ad un film già visto, caratterizzato da insulti/illazioni nei confronti delle Istituzioni e da una notevole disinvoltura.

Gli insulti/illazioni nei confronti delle Istituzioni

Zaccheo, prima di ipotizzare ora, in occasione della predetta intervista, un comportamento di ritorsione da parte dei Vigili del Fuoco di Latina, qualche anno fa, parlando dei Carabinieri che stavano indagando su vicende molto opache riguardanti l’amministrazione comunale di Latina con Zaccheo sindaco, si era così espresso “Quegli stronzi che stanno intercettando”.

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La disinvoltura di Zaccheo

Non c’è da stupirsi che Zaccheo pensi che non fosse il caso di costituirsi in giudizio in un processo che riguarda l’incolumità delle persone all’interno dello Stadio comunale. In qualche modo dimostra una sua coerenza.
Infatti, quando seppe che il suo vicesindaco era indagato e intercettato per concussione, si preoccupò di avvertirlo e di proteggerlo (invece di allontanarlo), danneggiando gravemente il lavoro delle forze dell’ordine. 

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DUE DOMANDE A ZACCHEO

Da quanto esposto ci sono due domande da fare a Zaccheo.

Perché ha tenuto aperta una struttura, il Teatro appunto, che già quando lui era sindaco era inagibile?

Perché ha sprecato 2 milioni di euro di risorse pubbliche per la fallimentare operazione “Fondazione Teatro” (uno dei primi atti del Commissario prefettizio insediatosi ad aprile 2010 fu quello di scioglierla e metterla in liquidazione), invece di mettere a norma la struttura e, quindi, il Teatro D’Annunzio e il Teatro Cafaro?

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