Auto di lusso rubate e riciclate: già condannato nel procedimento “Marrakech Express”, arriva un’altra pena per un 38enne di Aprilia
Aveva già patteggiato la sua pena davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario. 4 anni e 2 mesi di reclusioni arrivati nel 2022 al termine della camera di consiglio per il 38enne di Aprilia, Simone Miscioscia, coinvolto insieme al più noto Salami Nabil, genero del boss Patrizio Forniti, nella maxi indagine sul riciclaggio di auto di lusso chiamata “Marrakech Express”. Accuse pesanti di furto e riciclaggio internazionale di veicoli, ricettazione, appropriazione indebita, truffa, falso ed estorsione.
Secondo gli inquirenti, la banda sarebbe stata in grado di immettere nel mercato clandestino, italiano ed estero, decine di auto rubate al giorno, scadenzando con estrema precisione la sequenza di tutte le operazioni illecite necessarie per la nuova identità del veicolo. Una complessa filiera di azioni criminali, affidata a diversi sodali, alcuni storicamente legati alla banda per capacità criminali e competenze tecniche, altri occasionali.
Oggi, 18 marzo, per Miscioscia, difeso dall’avvocato Fabrizio Cassoni, è arrivata un’altra condanna che, in continuazione dei reati, ha aumentato la sua pena da 4 anni e 2 a 4 anni e 4 mesi. In questo caso il 38enne apriliano, difeso dagli avvocati Valentina Macor e Flavio Nocolosi, era accusato di aver apposto una targa su una Toyota rubata nell’agosto 2019, rendendo illeggibile il numero di telaio posto in corrispondenza del parabrezza anteriore, modificando anche la punzonatura del telaio originario.