BENI E SOLDI DELLA CAMORRA RICICLATI DALLO “SCEICCO”: ARRESTATO A FORMIA L’AFFILIATO AL CLAN VENERUSO-REA

Avrebbero riciclato proventi della criminalità organizzata in attività commerciali: con queste accuse in due sono finiti in carcere

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Bologna Domenico Truppa, è stata eseguita dalla Guardia di Finanza nei confronti di un imprenditore di origine calabrese, Omar Mohamed (39 anni), da tempo residente a Bologna, ma di Crotone, e Massimo Nicotera (50 anni), ritenuto contiguo ad associazioni di stampo camorristico, come il clan Veneruso-Rea. Nicotera, originario di Casalnuovo (Napoli), si trovava, prima dell’arresto eseguito stamani, a Formia in regime di arresti domiciliari.

A conclusione di una complessa attività d’indagine, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna – insieme al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) – con il supporto operativo dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia, Brescia, Roma, Napoli e Catanzaro, la cooperazione di Eurojust e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Unità I-CAN – “Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), hanno eseguito nelle province di Bologna, Padova, Mantova, Latina, Napoli e Crotone, l’ordinanza di applicazione di misure cautelari, con contestuali perquisizioni eseguite anche in Germania.

Mohamed e Nicotera sono indiziati, a vario titolo, insieme ad altri 14 soggetti, di una molteplicità di condotte delittuose, alcune delle quali aggravate dal cosiddetto “metodo mafioso”, ovvero: riciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, usura, estorsioni, malversazione di erogazioni pubbliche, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di stupefacenti, inosservanza della normativa antiriciclaggio, sfruttamento della prostituzione e tentato sequestro di persona.

Le indagini – dirette dal sostituto procuratore Flavio Lazzarini della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna, con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – hanno consentito di ricostruire come l’imprenditore calabrese, potendo beneficiare su un coacervo di intrecci relazionali, abbia ricevuto nel tempo “anomali finanziamenti” da parte di soggetti pluripregiudicati ritenuti vicini a consorterie criminali di stampo camorristico e ‘ndranghetista.

I “prestiti” – a volte elargiti in contanti, altre mediante operazioni finanziarie tracciabili a fronte di artifizi negoziali – venivano poi reimpiegati nell’acquisizione di società, ovvero nell’acquisto di immobili e auto di lusso.

Come analiticamente documentato dagli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Bologna, il denaro veniva poi ripulito e restituito anche grazie al coinvolgimento di imprenditori locali nell’emissione di fatture afferenti a operazioni inesistenti.

É stata anche ricostruita la posizione patrimoniale dell’imprenditore calabrese, rivelatasi sproporzionata rispetto alle dichiarate fonti reddituali, procedendo, pertanto, al sequestro finalizzato alla confisca “allargata” di quote sociali, compendi aziendali, immobili e altre utilità, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra i beni in sequestro anche alcune società gestrici di rinomati locali del centro storico di Bologna, attivi nella ristorazione e nell’’intrattenimento.

Effettuate molteplici perquisizioni tra Italia e Germania, con la cooperazione dell’Unità I-CAN (“Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O. e l’ausilio di unità cinofile antidroga, in una cornice di sicurezza garantita anche da unità “Anti Terrorismo – Pronto Impiego”.

Mohamed, in uno dei capi di imputazione, viene accusato di aver ricevuto dal pregiudicato Massimo Nicotra, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, oltreché ad essere stato arrestato per delitti contro il patrimonio, almeno 340mila euro, ossia una somma che gli inquirenti considerano riconducibile ad attività delittuose. La somma è stata data da Nicotera sotto forma di una caparra per l’acquisto di un immobile a Bologna. E gli episodi di trasferimento di soldi sono più di uno.

Sia Mohamed che Nicotera sono stati individuati come responsabili di un trasferimento fraudolento di valori, attribuendo fittiziamente alla società immobiliare Spazio85 srl di Bologna una sfavillante Porsche Macan e un motociclo Honda. Tutti beni che i finanzieri considerano di provenienza del clan camorristica Veneruso-Rea.

Nicotera, affiliato al clan di camorra operante tra Casalnuovo e Volla, lo scorso aprile, fu sorpreso dagli investigatori a parlare con un dispositivo dal carcere proprio con Mohamed, l’uomo che riceveva i soldi o i beni del sodalizio e li riciclava anche attraverso diverse società che spaziavano dall’immobiliare al “food”.

Non solo camorra per Mohamed. Lo spregiudicato imprenditore, soprannominato “Lo sceicco”, è imparentato con Aldo Poerio (indagato), soggetto gravitante nell’area reggiana, mantovana e cremonese e identificato con persone intranee alla ‘ndrina trapiantata a Reggio Emilia dei Grandi Aracri. I legami di Mohamed sarebbero anche con la cosca Megna tramite un personaggio di nome Salvatore Cervinaro (non indagato).

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