QUERELATO PER DIFFAMAZIONE DALL’ESPONENTE DELLA LEGA CARNEVALE: INIZIA IL PROCESSO PER D’ACHILLE

Fabio D'Achille
Fabio D'Achille

Diffamazione a mezzo Facebook: sul banco degli imputati l’ex consigliere comunale di Latina Bene Comune Fabio D’Achille

La vicenda risale al 2019, al tempo della polemica che investì due consiglieri comunali contrapposti: quello di maggioranza, D’Achille, e quello di minoranza, Massimiliano Carnevale della Lega, già Udc e Partito Democratico.

I fatti si riconducono alle dimissioni che Carnevale richiese per D’Achille per il cosiddetto caso Upper: l’allora consigliere di maggioranza di Latina Bene Comune, Fabio D’Achille, era al contempo un socio di una cooperativa che aveva partecipato a un bando costituito dai fondi europei FERS atti alla trasformazione di aree urbane in Parchi urbani ad alto potenziale tecnologico e ambientale (per l’appunto il bando Upper).

Una posizione che – spiegò D’Achille e anche il suo gruppo politico – non prevedeva alcun ruolo operativo e nessun interesse da parte dell’esponente politico. Eppure iniziò una durissima polemica politica, anche veicolata sugli organi d’informazione, che portò Carnevale a chiedere le dimissioni del collega e addirittura a ventilare l’ipotesi che l’opposizione non partecipasse più alle riunioni della Commissione Cultura presieduta da D’Achille.

Nell’imperversare della diatriba, lo stesso D’Achille commentò su Facebook: “Mi consiglia le dimissioni il collega Carnevale che è persino andato in Tribunale insieme ai membri del clan Ciarelli. Era consigliere comunale dell’Udc al tempo e vi ho detto tutto”. Un riferimento pesante per cui l’ex consigliere comunale rimandava al processo che Carnevale aveva subito non con il clan Ciarelli, ma come co-imputato di Costantino “Cha Cha” Di Silvio e Gianluca Tuma, noti pregiudicati di Latina: al momento, il primo è sotto processo per associazione mafiosa; il secondo è imputato nel processo scaturito dall’operazione “Ottobre Rosso”. Da quel processo conclusosi nel 2015, Carnevale e gli altri – in tutto erano in cinque alla sbarra – uscirono fuori immacolati per assoluzione e intervenuta prescrizione (leggi link di seguito per i dettagli della vicenda).

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Ad ogni modo, letto il post di D’Achille, Carnevale ha deciso di sporgere querela. Il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, ha ritenuto che quella frase sul “clan Ciarelli” sia di natura diffamatoria e ha rinviato a giudizio D’Achille.

Ora, dinanzi al giudice del Tribunale di Latina, Francesco Valentini, il processo è stato immediatamente rinviato al 23 giugno prossimo, non prima di aver accolto la lista dei testimoni presentata dagli avvocati Giudetti e Iucci per D’Achille e dall’avvocato Lucchetti per Carnevale. Tra i testimoni della difesa anche l’ex sindaco Damiano Coletta e l’ex assessore Dario Bellini.

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