VOTO DI SCAMBIO AD ANZIO: RINVIATO INTERROGATORIO ALL’EX SINDACO

Candido De Angelis
Candido De Angelis

Voto di scambio politico-mafioso ad Anzio: rinviato l’interrogatorio all’ex sindaco Candido De Angelis. Gli altri non parlano

Rinviato, su richiesta dell’avvocato difensore, l’interrogatorio dell’ex Sindaco di Anzio, Candido De Angelis. Altri tre indagati, tra cui l’ex assessore Gualtiero Di Carlo, convocati questo pomeriggio in Procura a Roma dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Giovanni Musarò, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Un quarto indagato, invece, ha risposto alle domande del pubblico ministero, spiegando la sua posizione in merito ad ad alcune intercettazioni.

A spiegare è stato all’Adnkronos l’avvocato Francesco Mercadante, difensore dell’ex assessore di Anzio Giuseppe Ranucci.

Come noto sin da ottobre 2022, infatti, i sostituti procuratori della Procura di Roma hanno indagato anche l’ex primo cittadino di Anzio che, insieme al comune di Nettuno, è ancora sotto commissariamento per infiltrazioni della ‘ndrangheta. Secondo le ipotesi degli inquirenti, gli esponenti politici avrebbero intrattenuto rapporti con alcuni dei coinvolti nella maxi operazione di Direzione Distrettuale Antimafia e Carabinieri di Roma denominata “Tritone”. Tra di loro, per l’appunto, l’ex sindaco di centrodestra e anche l’ex Assessore ai lavori pubblici Giuseppe Ranucci (Forza Italia).

Già in passato erano emerse intercettazioni indirette che menzionavano il sindaco. L’indagine per voto di scambio politico-mafioso avrebbe visto iscritto De Angelis già tre anni fa.

Dopo l’avviso di conclusione indagini per 66 indagati nell’operazione “Tritone”, la Corte d’Appello di Roma, lo scorso marzo, ha confermato la sentenza di primo grado per gli imputati del processo Tritone che avevano scelto il rito alternativo, ossia l’abbreviato.

Giudicati col rito abbreviato, il Gup Saulino ha condannato a 20 anni di reclusione, tra gli altri, Bruno Gallace, Vincenzo Italiano, Gregorio Spanò e Fabrizio Schinzari e ha rinviato a giudizio un’altra trentina di imputati, tra cui Giacomo Madaffari, che hanno scelto il rito ordinario e che saranno giudicati presso il Tribunale di Velletri. A tutti e 25 gli imputati che hanno optato per il rito abbreviato sono stati inflitti complessivamente 260 anni di carcere. Tra le condanne anche qualche assoluzione per alcuni degli imputati.

Confermata, quindi, l’associazione mafiosatra Anzio e Nettuno era stata impiantata una locale di ‘ndrangheta autonoma e riconosciuta dalla “mamma” calabra. Una sentenza certificata ora anche dai giudice della Corte d’Appello. Una vera e propria cellula autonoma, gestita dai Gallace, Perronace, Tedesco e Madaffari, che si muoveva nel litorale sud capitolino a pochi passi dalla provincia di Latina.

Diversi i reati contestati a vario titolo: associazione mafiosa, associazione finalizzata at traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.

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