VARIANTE VIA PIAVE: MALVASO RINUNCIA ALLA PRESCRIZIONE. IL PROCESSO IN CORTE D’APPELLO

Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave
Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave

Palazzo Malvaso, in Corte d’Appello il caso dell’ex consigliere comunale di Latina, Vincenzo Malvaso, e dell’ex assessore della Giunta Di Giorgio, Giuseppe Di Rubbo

È arrivato in Corte d’Appello il processo a carico dei due esponenti politici di Latina, Vincenzo Malvaso e Giuseppe Di Rubbo, coinvolti entrambi nel maxi processo denominato “Olimpia” che portò agli arresti di politici, amministratori e imprenditori del capoluogo nel novembre 2016. Come noto, il processo è arrivato praticamente a morte giudiziaria in quanto molti reati sono prescritti; per Malvaso, invece, c’è stata un’assoluzione, confermata successivamente anche dalla Corte d’Appello.

Da una costola di quella maxi indagine scaturì, a carico di Malvaso e Di Rubbo, anche il processo per abuso d’ufficio e violazione delle norme urbanistiche in merito alla realizzazione del palazzo di via Piave a Latina, sequestrato nuovamente lo scorso 30 marzo. L’attuale coordinatore provinciale di Forza Italia Giuseppe Di Rubbo e l’ex consigliere comunale, un tempo presidente della commissione urbanistica del Comune di Latina, nonché imprenditore edile, Vincenzo Malvaso, furono condannati a luglio 2017 dall’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone.

Un anno e otto mesi di reclusione per l’ex consigliere comunale Vincenzo Malvaso, un anno di reclusione per l’ex assessore Giuseppe Di Rubbo.

A distanza di anni dai fatti, i reati sono prescritti, anche se la sentenza, così come stabilito oggi, 19 aprile, sarà emessa il prossimo 16 settembre dopo la discussione degli avvocati difensori Renato Archidiacono e Giuseppe Poscia. Malvaso, ad ogni modo, ha già annunciato di rinunciato alla prescrizione.

La vicenda del cosiddetto palazzo Malvaso è tornato all’attenzione dell’opinione pubblica non solo per il recente sequestro, ma anche per l’interlocuzione tra lo stesso ex esponente forzista e l’amministrazione Celentano. Malvaso, infatti, ha ottenuto dal Tar l’annullamento dell’ordine di demolizione dello stabile in Via Piave e, in cambio del mancato ricorso al Consiglio di Stato da parte del Comune, ha rinunciato a chiedere i danni all’ente di Piazza del Popolo. Un do ut des che ha fatto discutere, tanto più che nella Giunta Celentano siede il nipote di Malvaso, l’attuale assessore alle Attività Produttive, Antonio Cosentino.

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