TRAGEDIA ALLA RECOMA: CHIUSE LE INDAGINI PER OMICIDIO COLPOSO. UN ANNO FA MORIRONO DUE OPERAI

Tragedia alla Recoma: chiuse le indagini della Procura di Latina sulla morte dei due giovani operai avvenuta l’anno scorso

Uccisi da un’onda d’urto. Non avevano ferite sul corpo, lo scorso 17 marzo 2023, il 33enne di Norma, Daniel Martini, e il 35enne ucraino, Vadyn Kachurin, e a confermarlo fu anche il medico legale, Cristina Setacci, incaricata dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Bontempo, che ha coordinato le indagini affidate ai Carabinieri.

Indagini che sono state chiuse dal sostituto Bontempo e che hanno visto l’iscrizione nel registro degli indagati, con la previsione di una richiesta di rinvio a giudizio, per sei persone, tra cui l’amministratore delegato della Recoma, che fa capo all’ex co-presidente del Latina Calcio, Antonio Aprile, il direttore di produzione e quattro impiegati individuati come responsabili del coordinamento degli operai. I reati contestati dalla Procura sono quelli di omicidio e lesioni colposi, oltreché all’inottemperanza di alcune norme sulla sicurezza che regolano quel tipo di stabilimento. Gli indagati, assistiti dagli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci, hanno presentato una consulenza che, secondo le intenzioni della difesa, scardinerebbe le tesi della Procura. Ora, toccherà vedere come si muoverà la Procura stessa.

L’operatore di reparto Martini e l’addetto alla manutenzione straniero Kachurin, al momento della morte assunto da poco più di una settimana, furono sbalzati via dall’onda d’urto generata dall’esplosione della bombola all’interno dell’azienda di Sermoneta Scalo, nell’area industriale che confina e si compenetra con Latina Scalo. Una sorta di investimento del gas che vi era all’interno della bombola che stavano maneggiando e che fu fatale per le loro giovani vite.

Martini è morto sul colpo a causa dell’esplosione da cui è stato investito, mentre il collega è deceduto proprio all’arrivo dell’eliambulanza nel tentativo disperato di salvargli la vita. C’era anche un terzo operaio, oggi 25enne, Diallo Madyou, originario della Guinea e residente a Sezze Scalo, che rimase ferito al collo ed fu soccorso e trasportato all’ospedale Goretti di Latina tramite eliambulanza. Il giovane, che è ritenuto parte offesa dalla Procura, non è stato mai in pericolo di vita.

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L’incidente avvenne nello spiazzo esterno all’azienda e la bombola del gas era posta in sicurezza nell’apposito contenitore; soprattutto su questo la Procura ha ritenuto di aver fatto chiarezza: si è trattato di una manovra avventata (anche se Martini era un impiegato esperto, lavorando alla Recoma da anni) o di qualcos’altro come il cedimento della filettatura che sigilla la bombola la quale invece di essere vuota era piena di gas? La Procura ha disposto per la seconda opzione, ossia quella inerente a un problema di norme di sicurezza non osservate, che hanno portato alla tragedia e alla contestazione dell’omicidio colposo.

Sin da subito, furono iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo l’amministratore delegato dell’azienda che fa capo all’ex co-presidente del Latina Calcio, Antonio Aprile e il direttore di produzione. L’incidente chiuse una due giorni orribile: il giorno precedente (16 marzo 2023), infatti, vi fu il decesso sul luogo di lavoro del 26enne Francesco Masutti. Per quel caso, la Procura ha chiesta l’archiviazione.

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