TIBERIO: LA PRESCRIZIONE SI FA LARGO NEL PROCESSO A CUSANI&CO

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Armando Cusani
Armando Cusani

Processo Tiberio. Si è tenuta un’altra udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani. Ascoltati in aula altri testimoni della difesa. Rischio prescrizione

Dinanzi al Collegio del Tribunale di Latina, completamente cambiato e presieduto dal Giudice Francesca Coculo, oggi 13 giugno, sono passati velocemente “in rassegna” tre testimoni chiamati in Aula dall’Avvocato Gaetano Marino che difende l’imprenditore Nicola Volpe.

Ad essere ascoltati tre indagati per procedimento connesso, vale a dire il procedimento denominato “Tiberio II” che pende in udienza preliminare davanti al Gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese. Si tratta di Giancarlo Parente, Alessandra Bianchi e Vincenzo Punzo, rispettivamente imprenditori ne ramo edilizio e titolari, almeno all’epoca delle indagini, delle società: G&M Lavori srl, Bierre Costruzioni srl e Erios srl.

Sia Punzo che Bianchi, proprio come indagati in procedimento connesso (Tiberio II non è altro che il proseguo del processo odierno), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre Parente ha risposto alle domande dell’avvocato difensore Marino, sostenendo di non aver mai conosciuto Nicola Volpe né Mauro Ferrazzano, l’imprenditore di Nettuno deceduto ed ex imputato nel processo. Parente ha ammesso di aver partecipato alla gara d’appalto per Villa Prato, pur non ricordando nel dettaglio le modalità di partecipazione.

Il processo che vede il dibattimento alle battute finali è stato rinviato al prossimo 1 dicembre. Dovranno essere ascolta altri 10 testimoni della difesa, anche se, in chiusura, il Pubblico Ministero Valerio De Luca ha ricordato che per la data di rinvio diversi capi d’imputazioni avranno maturato la prescrizione.

Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile, per l’appunto, al complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga per un importo di 700mila euro. A sedere sul banco degli imputati, oltreché ad Armando Cusani, l’architetto Isidoro Masi, all’epoca dei fatti contestati in comando dalla Provincia presso il Comune di Sperlonga come Responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’ex dirigente comunale Massimo Pacini e gli imprenditori Andrea FabrizioAntonio Avellino e Nicola Volpe.

Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appalto a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Sperlonga. Come accennato, uno degli imputati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per il sindaco di Sperlonga ed ex Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani. Quantomeno per il merito della accuse.

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