PROCESSO TIBERIO, CUSANI UN AULA NEGA TUTTO. “ERO SOLO COMPROPRIETARIO DELL’HOTEL. CREATO UN CLIMA”

Armando Cusani
Armando Cusani

Processo Tiberio. Si è tenuta l’udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani. Il sindaco di Sperlonga è stato ascoltato in Aula

Nel processo che vede come imputati il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, gli ex funzionari/dirigenti comunali Isidoro Masi e Massimo Pacini, e gli imprenditori Andrea FabrizioAntonio Avellino e Nicola Volpe, oggi è stato ascoltato proprio il Sindaco di Sperlonga. A marzo, pur essendo attesa la sua escussione, era saltata a causa del prolungarsi dell’audizione di un altro degli imputati, l’ex consigliere comunale di Prossedi Nicola Volpe.

Leggi anche:
PROCESSO TIBERIO: L’IMPRENDITORE CON LA “VENA COMICA”. RINVIATO ESAME DI CUSANI

Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile al complesso archeologico di Villa Prato per un importo di 700mila euro.

Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appato a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo. Da ricordare che uno degli indagati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per Armando Cusani.

Tornando al processo odierno, celebratosi in Corte d’Assise, davanti al collegio presieduto dal giudice/Presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti (l’ex Presidente di Collegio, Francesco Valentini, era a latere), Cusani è apparso piuttosto determinato nel negare e minimizzare ogni accusa rivolta a lui dalle carte di un’inchiesta nata nel 2014 con il sequestro dell’Hotel Grotta di Tiberio, finito più volte nel mirino degli investigatori per una serie di abusi edilizi effettuati all’interno della struttura. Per quanto riguarda le omissioni negli interventi inerenti agli abusi del medesimo hotel Grotta di Tiberio si è celebrato un procedimento a parte nel quale Cusani è stato prescritto e la struttura dissequestrata.

Il sindaco di Sperlonga, interrogato dal collegio difensivo, e in particolare dal suo avvocato Luigi Panella, ha respinto tutti i capi di imputazione a lui addebitati dal sostituto procuratore Valerio De Luca il quale, dapprincipio, ha scelto di non interrogare Cusani facendo valere il brogliaccio già esistente dell’interrogatorio di garanzia riferibile al suo arresto (più quello di altre otto persone) datato 16 gennaio 2017.

Ad ogni modo, Cusani, in serie, ha negato in merito alle omissioni sull’Hotel Grotta di Tiberio contestate a un altro degli indagati, Massimo Pacini, che avrebbe operato in tal modo per avere in cambio un comodato d’uso gratuito di un immobile ubicato in Via Valle a Sperlonga, di proprietà della defunta madre del primo cittadino di Sperlonga. Un’abitazione che Pacini avrebbe occupato fino al 2013, nonostante il fatto sia stato smentito con forza da Cusani e dalla difesa.

Inoltre, per questa particolare vicenda, dopo l’audizione di Cusani, sono stati ascoltati due testimoni della difesa di Pacini – l’impiegata comunale Valentina Di Vito e l’agente di Polizia Locale di Sperlonga Giuseppe Di Lelio – i quali hanno negato di aver mai visto in Via Valle il suddetto Pacini. Secondo l’impiegata, Pacini viveva all’epoca a Monte San Biagio e non in una delle cinque unità immobiliari di Via Valle.

Lo stesso Cusani non ha riconosciuto gli episodi in cui avrebbe parlato dell’Hotel Grotta di Tiberio con Pacini né di avergli mai procurato una casa, senza contare che il primo cittadino ha spiegato di essere stato un “mero” comproprietario dell’albergo a 4 stelle: dal 1994 al 2015, a metà col suocero Erasmo Chinappi. Nel 2015, in seguito, ha ceduto ogni quota.

Sul punto e sull’ipotesi di corruzione di pubblico ufficiale (Pacini era dirigente al Comune di Sperlonga), Cusani ha detto di non aver mai amministrato o gestito l’hotel e il Pm De Luca gli ha chiesto spiegazioni sul perché, allora, nelle varie intercettazioni captate nell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga, tutti si riferivano alla struttura come all’albergo di Armando.

Secondo Cusani – e questo, probabilmente, è stato il momento più difficile della sua audizione – si era creato un clima in città per cui quell’albergo era ormai noto a tutti come suo, pur non avendo lui mai avuto dirette competenze su di esso. A creare quel clima sarebbe stata l’opposizione – “che ha fatto le sue fortune con gli esposti e non con le idee“, ha detto il Sindaco – e Carmine Tursi, l’uomo confinante con l’hotel che attraverso una serie di esposti – “una produzione industriale” ha detto in Aula – secondo Cusani avrebbe anche chiesto soldi tramite i suoi avvocati e un condono ad personam. “Uno stalker“, lo ha definito Cusani.

Non ho mai chiesto alcunché, né dato qualcosa in cambio” – questo è stato il mantra a ogni domanda del suo avvocato – “Non ho mai parlato di urbanistica con Pacini e con lui avevo un rapporto formale“.

Per quanto riguarda la nomina di Isidoro Masi come Dirigente nel settore urbanistica del Comune di Sperlonga, la circostanza sollevata dalla Procura è che l’ingegnere avrebbe anche lui omesso controlli e verifiche in cambio di una intermediazione col sindaco facente funzioni dell’epoca (2014), Faiola (in quel frangente Rocco Scalingi, già sindaco, era in gravi condizioni di salute che lo avrebbero portato alla morte nel 2015) proprio per diventare dirigente all’Urbanistica. Per Cusani, Masi arrivò a Sperlonga, dalla Provincia di Latina, mantenendo lo stesso stipendio che percepiva in Via Costa, né lui avrebbe mai discusso col Sindaco rispetto all’albergo se non per commentare, con malavoglia di Cusani, l’abuso edilizio dell’hotel nel procedimento parallelo. Prima di suggerire Masi, Cusani stesso ha detto di aver richiamato, una volta interpellato, anche l’ipotesi di assumere come Dirigente all’Urbanistica del Comune Americo Iacovacci. Un nome che ha stimolato l’intervento del Pm De Luca il quale ha ricordato a Cusani, chiedendogli se è lo stesso ex Dirigente della Provincia – proprio come Masi – ad essere stato condannato in un procedimento penale. Si riferiva al processo Touchdown, che sgominò un sistema corruttivo all’interno del Comune di Cisterna, nel quale Iacovacci ha patteggiato la pena di due anni subendo, peraltro, il licenziamento dalla Provincia di Latina.

Il Sindaco di Sperlonga ha poi respinto le ipotesi di essersi interessato fattivamente a pratiche e atti del Comune quando si trovava estromesso dalla carica di consigliere comunale (Legge Severino), dopo la condanna in primo grado per l’abuso d’ufficio in merito alla vicenda della rimozione del Vigile Urbano (episodio per cui Cusani stesso ha ricordato in Aula di essere stato assolto in Cassazione perché il fatto non sussiste). Ha ammesso di aver ascoltato dipendenti del Comune ma solo per correttezza e alla domanda per cui lo facesse con “discrezione”, il primo cittadino ha richiamato sempre quel clima di sospetti che secondo lui pendeva sulla sua testa. Non voleva dare all’occhio, in sintesi.

Dello stesso tenore, le risposte di Cusani quando ha riferito sui suoi rapporti con altri due indagati, Nicola Volpe e il deceduto Ferrazzano. Per il sindaco, solo relazioni istituzionali e non d’affari, né ha mai parlato con loro di appalti come Villa Prato.

Da ultimo, un punto su cui ha chiosato il pm De Luca: l’affidamento della sua difesa dall’abuso edilizio dell’Hotel Grotta di Tiberio all’avvocato Paolo Stella Richter, considerato un luminare. La circostanza evidenziata è che l’avvocato avesse realizzato per lo stesso Comune un parere pro veritate riguardo agli abusi edilizi dell’albergo di cui Cusani era comproprietario. E dopo il parere, lo avesse anche difeso nel procedimento penale per abuso edilizio in concorso col suocero Chinappi. Per Cusani si è trattato solo di una coincidenza: nessuna connessione tra i due fatti. Il Comune non era asservito alla sua volontà ma, per di più, fu lo stesso avvocato a dire al Sindaco di prendere in carico l’aspetto penale. “Non ha pensato all’opportunità della scelta?”, ha chiesto il pm De Luca a Cusani. Quest’ultimo ha risposto di sì ma è stato l’avvocato esperto di temi urbanistici e amministrativi a voler prendere in carico la sua difesa perché, sull’hotel Grotta di Tiberio, avrebbe potuto scrivere un libro. Un interesse professionale e niente più.

Nella prossima udienza, fissata per il 28 ottobre alle ore 14,30, saranno ascoltati gli inquilini del complesso di Via Valle. La difesa vuole dimostrare che lì, Pacini, nessuno lo ha mai visto.

Articolo precedente

OPEN DAY ASTRAZENECA: 15 E 16 MAGGIO VACCINI PER GLI OVER 40

Articolo successivo

APRILIA: 1 MILIONE DI EURO PER OVVIARE AL RISCHIO IDRAULICO DI “FOSSI CAMPO DEL FICO” E “RIO TORTO”

Ultime da Giudiziaria