PROCESSO TIBERIO: L’IMPRENDITORE CON LA “VENA COMICA”. RINVIATO ESAME DI CUSANI

toga-tribunale

Processo Tiberio. Si è tenuta l’udienza che vede come imputato Armando Cusani, ascoltato uno degli accusati: Nicola Volpe

Nel processo che vede alla sbarra il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, gli ex funzionari/dirigenti comunali Isidoro Masi e Massimo Pacini, e gli imprenditori Andrea FabrizioAntonio Avellino e Nicola Volpe, era atteso l’esame del primo cittadino che, però, non si è svolto, rinviato al prossimo 11 maggio quando ci sarà la prossima udienza al Tribunale di Latina. A seguire, le altre udienze già calendarizzate oggi dal Presidente Valentini dove saranno ascoltati gli altri testimoni della difesa.

Cusani non è stato esaminato dal Pm Valerio De Luca, che rappresenta l’accusa, perché l’esame di Nicola Volpe si è dilungato fino a pomeriggio inoltrato.

Leggi anche:
PROCESSO TIBERIO. IL TESTE IN AULA: “I PARTECIPANTI ALLA GARA SEMBRAVANO D’ACCORDO”

L’inchiesta “Tiberio”, come noto, scattò nel 2014 dopo il sequestro dell’hotel “Grotta di Tiberio” di Sperlonga. L’albergo a 4 stelle, di proprietà dell’ex presidente della Provincia Armando Cusani e del suocero Erasmo Chinappi, era finito più volte nel mirino degli investigatori per una serie di abusi edilizi effettuati all’interno della struttura. Dopo una serie di indagini, era stata presa la decisione di mettere sotto sequestro l’intera struttura, sulla quale gravava l’ipotesi di reato di lottizzazione abusiva. Per quanto riguarda le omissioni negli interventi inerenti agli abusi del medesimo hotel Grotta di Tiberio si è celebrato un procedimento a parte nel quale Cusani è stato prescritto e la struttura dissequestrata.

Invece, la contestazione più sostanziosa da parte della Procura di Latina, tra i vari appalti oggetto del processo odierno (cosiddetto Tiberio), è quella riferibile al complesso archeologico Villa Prato per un importo di 700mila euro.

Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare appalti a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.

L’esame di Volpe, ascoltato comunque come imputato e quindi non obbligato a dire la verità, non ha portato particolari elementi oggettivi sollevati dall’imprenditore di Priverno. Anzi, le intercettazioni che il pm De Luca gli ha contestato in Aula non sono state confutate dall’imputato che, almeno in due occasioni, è sembrato in difficoltà.

Due i passaggi più significativi: dapprima quando Volpe (un passato anche come consigliere comunale di Prossedi), premettendo di avere una “vena comica”, ha detto ripetutamente di non riferirsi a Cusani quando diceva intercettato “cugino al mare”. Volpe ha sostenuto di riferirsi all’architetto Camerota, pur denotando una scarsa chiarezza nello spiegare le vicende tra cantieri e appalti che il sostituto procuratore De Luca gli sollevava.

Poi, persino uno spaccato ridanciano e “alcolico”, quando lo stesso Volpe, a una domanda del pm De Luca, ha detto di non ricordarsi bene perché quella sera aveva bevuto qualche bicchiere di troppo dopo essere stato al ristorante.

Volpe, in sostanza, non è riuscito a confutare le intercettazioni, fornendo interpretazioni dei fatti contestati senza oggettività e una ferrea logica. L’imprenditore, che ha tenuto a sottolineare di appartenere ai Cavalieri di San Silvestro e di avere consulenze con il Vaticano, non è riuscito, in soldoni, a fornire interpretazioni che hanno intaccato il contenuto delle intercettazioni che rimangono la prova più importante di tutta l’inchiesta.

E va tenuto conto, per gli imputati, che ci sono alcune dichiarazioni ormai irripetibili e quindi cristallizzate, rilasciate dall’imprenditore di Nettuno Antonio Ferrazzano, che non possono più essere modificate, impossibili da smentire, poiché l’ex indagato è deceduto. Dichiarazioni che pesano: ad esempio, a domanda su chi fosse “cugino al mare”, l’imprenditore rispose che si trattava dell’ex Presidente della Provincia Armando Cusani. Un macigno sull’esame reso oggi da Nicola Volpe.

Articolo precedente

OPERAZIONE RESET: RIESAME BOCCIA I TRAVALI

Articolo successivo

OPERAZIONE FOREIGN FLAG: I “FURBETTI” DELLA BANDIERA ESTERA

Ultime da Giudiziaria