Dopo quasi tra anni da quando avrebbe dovuto iniziare, si è conclusa l’udienza preliminare del processo Tiberio 2. Sedici gli indagati davanti il Gup del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese che doveva decidere se rinviarli a giudizio o meno
Contestate dalla Procura di Latina – il pm è il dott. Valerio De Luca – a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione, concussione, abuso d’ufficio in concorso. Lo scorso 30 maggio, nell’udienza preliminare, il Gup del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, aveva iniziato a valutare il destino giudiziario di 16 persone per un’indagine che ha sviscerato alcune dinamiche negli appalti pubblici tra Sperlonga, Gaeta, Priverno e a Prossedi.
L’INCHIESTA 1 e 2
“Un potentissimo sistema di potere composto da politici, tecnici e imprenditori che gestivano gli appalti a proprio uso e consumo”. Così gli inquirenti hanno definito le risultanze investigative relative all’operazione “Tiberio 2″, divenuta nota nel settembre 2018, e successiva al filone inizialmente ribattezzato “Tiberio”. il processo “Tiberio”, che vede sul banco degli imputati il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, è tuttora in corsa e riprenderà il prossimo 13 giugno.
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I protagonisti, invece, di “Tiberio II” sono gli imprenditori Pietro Ruggieri ed il figlio Francesco, che risultano i soli attori principali della seconda fase degli avanzamenti di “Tiberio”, e il cui arresto arrivò dopo la maxi operazione del comando provinciale dei Carabinieri che portò in manette dieci persone nel gennaio del 2017, tra cui, per l’appunto, il più celebre è senz’altro l’ex presidente della Provincia di Latina e attuale sindaco di Sperlonga Armando Cusani. Insieme a lui anche Isodoro Masi, 56 anni, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Sperlonga e impiegato della Provincia, e Nicola Volpe, 46 anni, imprenditore di Priverno e allora consigliere comunale di Prossedi
L’indagine “Tiberio II”, come noto, ruota attorno alle ditte dei Ruggeri, la Dr Costruzioni e la 2 R Costruzioni, e nelle carte sono menzionate nomi eccellenti della politica nostrana: dal consigliere formiano della Lega Antonio Di Rocco al senatore forzista Claudio Fazzone fino al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. Tutti e tre non risultano indagati.
Tanti gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti: la realizzazione della palestra del liceo scientifico “Fermi” nel quartiere di Calegna a Gaeta per il valore di 300mila euro; la nuova porzione del polo scolastico “Alfredo Aspri” di Sperlonga (900mila euro) per cui fu contestata una serie di gravi anomalie statiche e architettoniche, conclusioni poi ribaltate da una perizia dell’Università “La Sapienza” che hanno portato al dissequestro del cantiere su richiesta del Comune di Sperlonga (parte lesa insieme alla Provincia in Tiberio 2); il complesso archeologico Villa Prato di Sperlonga (700mila euro); la ristrutturazione del Comune di Prossedi (230mila euro); l’affidamento del Servizio di spazzamento delle strade extraurbane del comune di Priverno (40mila euro); il restauro dell’istituto scolastico Don Andrea Santoro di Priverno (35mila euro).
E proprio le parti lese, lo scorso 30 maggio, tra cui il Comune di Sperlonga, sono state escluse dal processo. Il Gup Molfese, infatti, aveva rigettato per carenza di motivazioni la richiesta di costituzione di parte civile presentata dal Comune di Sperlonga, tramite l’avvocato Giaquinto. Un risvolto inaspettato e che escludeva la città da qualsiasi forma di risarcimento.
Oggi, 6 settembre, nel proseguo dell’udienza preliminare, vi è stato invece un rilevante ridimensionamento per il processo cosiddetto Tiberio Due, che aveva visto a suo tempo il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina emettere diversi provvedimenti di custodia cautelare.
All’udienza odierna, dopo circa due ore di camera di consiglio, e dopo che alla scorsa udienza il Pubblico Ministero De Luca aveva richiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, il G.U.P. Giuseppe Molfese, in buona parte accogliendo le richieste del nutrito collegio di difensori, composto dagli avvocati Lauretti, Cardinale, Conca, Signore, Macari, Di Biase e altri, ha disposto il rinvio a giudizio unicamente per il primo capo dell’articolata imputazione, relativo all’ipotesi di corruzione inerente la promessa di denaro al dirigente della Provincia di Latina, relativo alla messa a norma e miglioramento sismico della scuola Aspri di Sperlonga. Solo per questa imputazione sarà chiamato a pronunciarsi il Giudice collegiale per l’udienza del 21 maggio prossimo nella quale si troveranno alla sbarra gli imprenditori Pietro Ruggieri ed il figlio Francesco e Isidoro Masi.
Il Gup ha invece dichiarato prescritti i capi che imputavano agli stessi Ruggieri e Isidoro Masi, la turbativa d’asta per la gara pubblica di messa a norma dell’Istituto scolastico Aspri di Sperlonga e la corruzione per i lavori di ampliamento e completamento della palestra del liceo scientifico Enrico Fermi di Gaeta.
Prescritto anche l’abuso d’ufficio contestato a un altro indagato, Raffaele Conte, direttore dei lavori della messa a norma dell’Istituto scolastico Aspri di Sperlonga.
Tutti prosciolti, invece, per la turbativa d’asta inerente i lavori all’Enrico Fermi di Gaeta (i due Ruggieri, Masi, Daniele Amato e Andrea Di Cori). I due Ruggieri, inoltre, sono stati prosciolti sempre l’Istituto Aspri e in particolare per le imputazioni di frode nelle pubbliche forniture e truffa.
Soddisfazione da parte dell’avvocato Vincenzo Macari, difensore del principale imputato, Pietro Ruggieri: “Siamo estremamente soddisfatti del risultato conseguito in sede di udienza preliminare. A fronte di un castello accusatorio che, a suo tempo, portò alla emissione di misura cautelare carceraria ai danni dell’assistito, – spiega l’avvocato Macari – oggi è venuto meno circa l’80%, così restando un unico capo di imputazione, dal quale ci difenderemo nel corso del dibattimento e dimostreremo, anche per quanto riguarda tale ipotesi corruttiva, l’assoluta correttezza dell’operato del dottor Ruggeri”.