Arresti a Terracina: Il Riesame si è pronuncia di nuovo sulle accuse mosse dalla Procura all’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi
Ad aprile scorso, la Cassazione aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare con cui il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, aveva disposto a gennaio i domiciliari per l’ex vice sindaco Pierpaolo Marcuzzi. La Corte di Cassazione aveva proceduto ad annullare l’ordinanza del Riesame di Roma, a cui si era rivolto l’esponente di Fratelli d’Italia, che aveva condiviso, non del tutto, il provvedimento cautelare per l’ex vice-sindaco dell’amministrazione Tintari.
L’ex vice sindaco, difeso dagli avvocati Mastrobattista e Agresti, aveva impugnato, successivamente, quella pronuncia del Riesame chiedendo l’annullamento dell’ordinanza del Gip di Latina. Al contempo la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso della Procura annullando l’ordinanza del Riesame che aveva lasciato in capo a Marcuzzi “solo” due imputazioni, il falso ideologico in atto pubblico e la tentata truffa aggravata, ricomprendendo per un nuovo giudizio al medesimo Riesame la turbativa d’asta.
Successivamente, gli Ermellini avevano accolto l’istanza degli avvocati difensori di Marcuzzi annullando in toto l’ordinanza e rinviandola per un nuovo giudizio al Tribunale del Riesame di Roma. L’esponente del partito di Giorgia Meloni restava ristretto ai domiciliari, misura a cui è sottoposto dallo scorso 14 gennaio quando scattò l’operazione di Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina, eseguita su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario, su richiesta del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dei sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria.
In seguito, ad aprile, per decorrenza dei termini, Marcuzzi fu liberato dagli arresti domiciliari. Una misura cautelare che gli fu di nuovo comminata con la maxi inchiesta “Free Beach” che a fine luglio ha terremotato l’amministrazione Tintari portando al commissariamento dell’ente comunale. Il 28 luglio, però, il Giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota revocò la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex vice Sindaco Pierpaolo Marcuzzi, così come richiesto dall’avvocato Giulio Mastrobattista. Nell’inchiesta “Free Beach”, secondo l’accusa, Marcuzzi, in cambio di informazioni per l’affidamento di un tratto di un arenile, si sarebbe fatto promettere voti per le elezioni amministrative dall’imprenditore Giampiero La Rocca.
Tornando al primo filone d’indagine, quello che a gennaio portò agli arresti domiciliari Marcuzzi e l’imprenditore nel settore delle giostre Emiliano Suffer (per lui fu annullata l’ordinanza), la stessa aveva avuto origine da un approfondimento investigativo pertinente l’affidamento in gestione di una vasta area del porto di Terracina, che, da oltre un ventennio, veniva utilizzata nel periodo estivo, in via esclusiva, per l’installazione del famoso “Luna park Suffer”.
Per quanto riguarda Marcuzzi, la Procura di Latina, che nel frattempo aveva chiuso le indagini, ha ipotizzato per l’ex primo cittadino anche l’induzione indebita a dare o promettere utilità a fini elettorali, oltreché ai reati di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta. Oggetto di attenzione investigativa è stata la gestione dello stadio “Vittoria” del Borgo Hermada Calcio, affidato in convenzione, dal 2015, dal Comune di Terracina alla società sportiva Hermada, presieduta proprio dall’ex Vice Sindaco. I reati contestati a Marcuzzi sarebbero stati commessi, secondo gli inquirenti, al fine di ottenere finanziamenti pubblici stanziati per gli eventi calamitosi che nell’ottobre dell’anno 2018 colpirono il territorio di Terracina e per importi sproporzionati rispetto ai danni riportati dalla tribuna dello stadio.
Ora, il Tribunale del Riesame di Roma si è pronunciato di nuovo rispetto alle accuse mosse dalla Procura a Marcuzzi (quelle, per intenderci, che hanno portato all’arresto del gennaio scorso) e ha sposato in toto le accuse poiché “ricorrono gravi indizi di colpevolezza per il reato di turbata libertà di scelta del contraente“. Marcuzzi, secondo il Riesame, ha “dimostrato un’allarmante e inequivocabile propensione allo sfruttamento del ruolo pubblico per fini di vantaggio personale”. Il Riesame si è pronunciato in ragione del fatto che la Cassazione, come detto, aveva disposto il rinvio per un’altra ordinanza.
Quindi, ricapitolando, se all’inizio il Riesame aveva accolto non in toto le ipotesi della Procura di Latina, ora il nuovo collegio le ha avallate in pieno.