TANTE INCHIESTE IN ITALIA TRA MALAVITA E CURVE. ANCHE A LATINA ERA COSÌ

Il mondo delle curve italiane nasconde legami con la criminalità organizzata e negli anni ci sono stati vari esempi a riprova di questo.

Diabolik, storico componente degli Irriducibili Lazio è stato citato dall’antimafia come a capo di una pericolosa batteria operante nella zona di Ponte Milvio, mentre varie inchieste hanno fatto emergere pericolosi rapporti tra l’ndrangheta e le curve di Milan e Juventus.

Fabrizio Piscitelli alias Diabolik, capo degli Irriducibili Lazio e della famigerata batteria di Ponte Milvio

La storia ci racconta che le curve, luogo di aggregazione giovanile, possono essere dei serbatoi elettorali, basti pensare alla Polverini in Curva Nord all’Olimpico oppure a Salvini che va alla festa della Curva Sud di Milano, ma anche luogo dove svolgere attività criminose come lo spaccio di stupefacenti, visto l’uso smodato di droghe di una parte dei giovani.

Da sinistra a destra: Fabrizio Toffolo storico componente degli IRR Lazio, Mauro Zarate ex calciatore della Lazio, Renata Polverini ex presidente Regione Lazio e Yuri, componente degli IRR e secondo le carte dell’antimafia componente della batteria di Diabolik

IL CASO LATINA

Purtroppo anche a Latina la Curva ha subito infiltrazioni da parte dei gruppi mafiosi locali. Numerosi esponenti dei gruppi ultras della Curva Nord sono stati coinvolti nelle maggiori inchieste degli ultimi anni e in alcune indagini riguardanti traffici di droga.

Chi frequenta la curva lo sa, alcuni personaggi che negli anni hanno spadroneggiato allo stadio avevano rapporti o addirittura erano organici al clan di Cha Cha di Silvio. Purtroppo dentro le curve vige l’omertà e questi personaggi per tanto tempo hanno avuto strada libera dentro il Francioni, coordinando il tifo organizzato e le trasferte, oltre alle iniziative che i gruppi ultras hanno organizzato nel territorio comunale.

Nell’inchiesta Don’t Touch la procura ha dichiarato che una delle basi di spaccio utilizzate dai clan era la sede degli ultras di Via Mameli.

L’OMICIDIO BUONAMANO

Bistecca… Bistecca… Bistecca…
Questo è il coro lanciato dalla Curva Nord. Siamo nel 2010 e Fabio Buonamano soprannominato Bistecca è una delle vittime della sanguinosa guerra criminale che stravolse la città di Latina in quell’anno. Una guerra interna tra i vari arcipelaghi del clan Ciarelli/Di Silvio che portò all’omicidio di Buonamano e Moro, subito dopo la tentata esecuzione di Carmine Ciarelli.

Buonamano, oltre alle attività criminose, gestiva un campo di calcetto in Via Helsinki ed era tra i componenti della Brigata Littoria 1932, che lo ha ricordato negli anni con cori e striscioni a lui dedicati.

Pezza in onore di Fabio Buonamano Bistecca

GIANLUCA SCIROCCHI, LA STREGA SPACCINA

Strega, cosi è soprannominato Gianluca Scirocchi, anch’egli componente dell’ormai defunta Brigata Littoria 1932.

Nel 2013 Strega venne coinvolto in un’operazione denominata “New Quadrifoglio” volta allo smantellamento di un’organizzazione criminale di Latina, di cui Scirocchi era un esponente, dedita allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana per i giovani del capoluogo pontino.

Gianluca Scirocchi con la maglia della Brigata Littoria

BORTOLIN, ULTRAS ACCOLTELLATORE COINVOLTO IN DON’T TOUCH

2 marzo 2014, scoppia una rissa al circolo ricreativo di Via Veio “I ragazzi del coyote Ugly”. Nella colluttazione viene coinvolto Flavio Alejandro Bortolin, ultrà del Latina Calcio, che, preso da una furia violenta, sferrò una coltellata ad un ragazzo che cercava di fare da paciere. Successivamente Bortolin è stato condannato alla pena di un anno  e dieci mesi di reclusione per il reato di lesioni.

Bortolin in maglia gialla

Anche Bortolin era organico al Clan di Cha Cha di Silvio, ed è stato accusato della gestione dello spaccio di stupefacenti all’interno della sede ultras, condannato infine a un anno e tre mesi.

VIOLA E ALESSANDRINI

Nei processi Don’t Touch e Don’t Touch2 appaiono due nomi che per i frequentatori della Curva Nord suonano familiari: Francesco Viola e Giancarlo “Giancarlone” Alessandrini.

Il primo risulta essere organico al Clan che fu gestito da Cha Cha Di Silvio, con la presenza umbratile di Tuma, ed è stato condannato a 4 anni e mezzo  per estorsione e detenzione illegale di una pistola e una pistola mitragliatrice, mentre il secondo è rimasto coinvolto nei fattacci di Pescara-Latina, in quanto avrebbe ordinato di mettere nel pullman organizzato dalla tifoseria pontina dei tondini di ferro in vista di probabili scontri.

Occhiali da sole e maglia nera per Viola, mentre dietro con occhiali da vista e giacchetto grigio Giancarlone Alessandrini

INTRECCI PERICOLOSI

La curva del Latina per anni non è stata diversa dal resto delle curve italiane, anzi.

La curva è un luogo di incontro ed aggregazione, per questo i gruppi criminali cercano di infiltrare le tifoserie.

Intanto controllando una curva si genera consenso e in più si allarga il potere e l’influenza che il clan riesce ad avere nei confronti della città e dei cittadini, oltre che il business della droga, sempre presente.

Qualche tempo fa, abbiamo pubblicato il video di Cha-Cha nudo mentre inneggiava a Maietta, chiamandolo “direttore nostro del Latina Calcio”.

Nel caso della curva il boss avrebbe potuto dire: “Ultras nostri del Latina Calcio”.

Gli ultras della Curva Nord, con Alessandrini al centro, mentre espongono una pezza in onore di Fabio Buonamano Bistecca, ucciso nella guerra di mafia del 2010
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