SPACCIO A PONZA: INTERROGATI I DUE PRINCIPALI INDAGATI

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Spaccio di droga a Ponza: interrogati dal Giudice per le indagini preliminari i due principali indagati dell’inchiesta dei Carabinieri di Formia

Sono comparsi davanti al Gip Domenico Di Croce il titolare del locale al centro della movida di Ponza, “Blue Moon”, Vincenzo Pesce e l’ex collega buttafuori del defunto Gianmarco Pozzi, Alessio Lauteri. Entrambi, Pesce e Lauteri, sono finiti ai domiciliari per via dell’esecuzione dell’ordinanza firmata dal Gip Di Croce ed eseguita dai Carabinieri di Formia, Roma e Napoli lo scorso 25 maggio.

Agli arresti domiciliari, per detenzione e spaccio di stupefacenti, anche il romano Antonino Iaria e i due fratelli napoletani di Afragola Ciro Monetti e Angelo Monetti di Napoli. Obblighi di firma, invece, per Manuel Morgia residente a Ponza (40 anni), Marco Brinchi domiciliato a Ponza (45 anni) e Antonio Piscopo di Pozzuoli (47 anni). Come noto, le indagini, iniziate dopo la morte di Gianmarco Pozzi – un caso irrisolto -, hanno fatto emergere il collegamento delle persone coinvolte nell’inchieste della Procura di Cassino con  il defunto campione di kickboxing.

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Pesce, interrogato dal Gip Di Croce, ha negato di aver commissionato a Pozzi e Lauteri l’acquisto di una quantità di cocaina al Laurentino 38 nella Capitale. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, sulla scorta di quanto detto ai militari dal padre di Pozzi, il 6 agosto 2020, tre giorni prima di morire, Pozzi e Lauteri, su richiesta di Pesce, si sarebbero recati a Roma per approvvigionarsi di droga presso “Le Blonde”, al secolo Robert Paulin, già coinvolto e arrestato in un’operazione anti-droga – insieme, tra gli altri, a un esponente del Clan Spada – qualche anno fa in merito a uno smercio che dalla Spagna arrivava direttamente a Ostia.

D’altra parte, è stato lo stesso gestore del Blue Moon, Pesce, nel corso di un’intervista rilasciata ad un giornalista della trasmissione televisiva “Le Iene”, a confermare di avere ricevuto dal Pozzi 70 grammi di cocaina per i quali aveva pagato 2.700,00 euro, da lui poi rivenduti a 5.000 euro.

Eppure, nell’interrogatorio di garanzia, Pesce ha negato questo aspetto e il suo legale Piergiorgio Di Giuseppe ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari.

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