SMOKING FIELDS, BATTAGLIA SULLE INTERCETTAZIONI. SEP E SOGERIT NON SARANNO RESPONSABILI CIVILI

Vittorio Ugolini
Vittorio Ugolini

Operazione Smoking Fields: è battaglia sulle intercettazioni nella seconda udienza che vede sul banco degli imputati 18 persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che vide il sequestro degli impianti di compostaggio di Pontinia, Sep e Sogerit

Non parte a vele spiegate il processo che si origina dalla indagine per traffico illecito di rifiuti della DDA di Roma che, quasi quattro anni fa, portò al sequestro dell’impianto di Mazzocchio, Sep, più gli altri impianti che facevano capo alla famiglia romana Ugolini. Difesi dall’avvocato Oropallo, sia Vittorio che Alessio Ugolini (padre e figlio) erano presenti in aula oggi, 25 gennaio, dinanzi al Giudice monocratico Clara Trapuzzano. Insieme a loro diversi altri imputati e le parti civili: i Comuni di Pontinia, Ardea e Cori, oltreché all’associazione Fare Verde onlus, un’altra società, un privato cittadino, l’associazione Accademia Kronos e le aziende appartenute a Ugolini. Si tratta, ovviamente, di quelle aziende che furono oggetto di sequestro a giugno 2019 e che sono al momento sotto amministrazione giudiziaria: Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra (società che si occupa di trasporti dei rifiuti) e Adrastea, la società titolare della discarica di inerti in Via Canestrini a Roma.

Tutto sembrava pronto per l’apertura del dibattimento se non fosse che, per un ritardo nella presentazione della richiesta da parte dell’associazione Accademia Kronos (onlus che si occupa di tutela dell’ambiente riconosciuta dal Ministero della Transizione Ecologica), le quattro società parti civili – Sep, Sogerit, Adrastea e Demetra – non saranno chiamate come responsabili civili. Rimangono nel processo ma come parte civile, dunque non dovranno rispondere di nessun eventuale risarcimento.

Dopo aver ascoltato le richieste di rito per l’inizio del dibattimento – testimoni da ascoltare, esame imputati e trascrizione delle intercettazioni (per cui dovrà essere nominato un perito) – l’avvocato di Ugolini e altri imputati, Domenico Oropallo, ha contestato l’eventuale utilizzo delle intercettazioni come prova nel processo. Il legale, in una lunga opposizione in aula, ha spiegato che, partendo dall’attualità del dibattito intorno alle intercettazioni che si svolge nel consesso nazionale (il riferimento al Ministero della Giustizia Carlo Nordio è implicito), nel caso specifico le intercettazioni eseguite nel corso delle indagini preliminari sarebbero “platealmente illegittime”. La tesi, in sintesi, è che l’organo giudiziario, ossia la Procura/DDA, ne avrebbe chiesto l’uso benché non ci fosse una ipotesi di reato a carico degli Ugolini.

Secondo l’avvocato, la Polizia stradale di Aprilia, che ha svolto le indagini, ha eseguito le intercettazioni mentre indagava per un altro caso, ossia quello di una cava ad Aprilia per cui è in corso il processo. Un’altra vicenda che, per quanto ricostruito dal legale, non aveva niente a che fare con la Sep e gli affari degli Ugolini: vi sarebbero decreti autorizzativi del Giudice per le indagini preliminari sprovvisti di fondamento perché trattasi di intercettazioni di natura esplorativa. Solo un caso che proprio Nordio, il Ministro della Giustizia non citato ma evocato, vorrebbe proprio aumentare quelle di natura “esplorativa” e accettare quelle, per così dire, “classiche”.

Ad ogni modo, il Pubblico Ministero della Procura di Roma, presente in aula, si è opposto spiegando che la Sep era sotto osservazione, al di là dell’indagine sulla cava di Aprilia, sin dal 2014: per di più gli stessi Ugolini, ha ricordato il Pm, erano stati più volte sanzioni, e la Sep era già sotto amministrazione giudiziaria per altro provvedimento, benché gli Ugolini fossero a pieno titolo ancora i manager e ben presenti all’interno dell’azienda. Il dibattito politico è rientrato in aula quando il Pm, commentando l’opposizione dell’avvocato difensore, ha fatto riferimento alla circostanza per cui “non c’è ancora una Cartabia bis, l’avvocato va avanti”. Sul fatto specifico, il giudice monocratico si è riservato: in data 8 marzo, quando il processo riprenderà, il giudice si pronuncerà sull’opposizione alla trascrizione delle intercettazioni che costituiscono parte integrante del processo.

Come noto, l’inchiesta denominata “Smoking Fields”, che ruota sull’impianto di compost della Sep di Mazzocchio, ha messo in luce lo smaltimento illecito dei rifiuti i quali, secondo gli investigatori, sarebbero stati etichettati come compost di qualità quando invece era un prodotto non conforme e altamente inquinante. Per farlo, il management di Sep e Sogerit (l’impianto gemello, sempre a Mazzocchio) si sarebbe servito anche di un laboratorio di analisi che faceva uscire verifiche non a norma. Il compost inquinato, successivamente, veniva successivamente sparso su terreni agricoli ubicati a Pontinia, Cori, Maenza e Sabaudia.

Gli inquirenti hanno registrato sversamenti anomali su 11 terreni privati e ben 55 sversamenti di rifiuti non conformi all’interno della discarica Adrastea gestita dagli stessi Ugolini e non autorizzata a ricevere quel tipo di rifiuto: dal 1 gennaio 2014 al 5 ottobre 2018 57.577.500 tonnellate di rifiuto sarebbero state sparse sui terreni, trasformati in discariche abusive. 

L’indagine, coordinata per competenza (reati ambientali) dalla Procura di Roma- Direzione Distrettuale Antimafia, fu condotta dal Compartimento della Polizia Stradale Lazio e Umbria – Sezione Polizia Stradale di Aprilia e dai Carabinieri Forestale di Latina – NIPAAF.

I reati contestati sono per tutti gli indagati concorso in traffico illecito di rifiuti, nonché, per alcuni di essi, anche il falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, e infine l’intralcio all’attività di vigilanza e controllo ambientale.

Afrontano il processo Vittorio Ugolini (ritenuto amministratore di fatto della società Sep); suo figlio Alessio (amministratore di diritto dell’azienda di compostaggio); Franco D’Innocenti, amministratore della Sogerit e ritenuto dagli inquirenti prestanome degli Ugolini; Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri (provincia di Frosinone) che ha effettuato i rapporti di prova (ritenuti falsi) sul compost prodotto dalla Sep; Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti e nello stesso tempo consulente delle varie società amministrate dalla famiglia Ugolini. Oltre che a loro: Alessandro D’Innocenti, Stefano Pappa, Nazzareno Toppi, Ugo Pazienti detto Mauro, Mario Reale, Marco Sanna, Stefano Volpi, Iulian Rosca, Ion Cosmin Toader, Giovanni Bonaiuto, Fabrizio Carletti, Gianfilippo Coronella e Alfonso Gaito.

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