SEZZE E IL MISTERO DELLA BARA SCOMPARSA

Entrata principale del cimitero di Sezze

Una vicenda emblematica di cosa è accaduto nel cimitero a Sezze, la città travolta dall’inchiesta i cui scandali sembrano solo cominciati

Sarebbe potuto essere il titolo per un racconto di Edgar Allan Poe o tutt’al più il titolo di un numero del fumetto per ragazzi Dylan Dog di Tiziano Sclavi. Il periodo ipotetico dell’irrealtà è d’obbligo perché a Sezze questa storia è realmente avvenuta poco più di sei mesi fa. Il signor Ferruccio L., residente nei Castelli romani, è da poco in pensione e un durante una calda giornata dello scorso agosto ne approfitta per recarsi a Sezze in visita della cappella di famiglia presso il Cimitero di Via Bassiano.

Danza degli scheletri durante la Rappresentazione della Passione di Cristo (foto di Nadia Ulgiati)

Da un anno il guardiano del camposanto Fausto Castaldi è stato mandato in pensione e il blitz dell’Arma dei Carabinieri del luglio del 2019 non è passato inosservato neppure alla “zoppicante” Giunta Di Raimo. Neppure il responsabile dei “Servizi al territorio” Maurizio Panfilio, anch’egli arrestato a seguito della recente ordinanza del Gip Cario nell’ambito dell’inchiesta “Omnia 2”, è più nell’organigramma del Comune di Sezze. Le funzioni di guardiania, tumulazione, estumulazione e traslazione dei defunti sono ormai in capo all’Spl, la multiservizi dell’Ente locale, e nessun apparentemente potrebbe più trarre illecito profitto da un ipotetico traffico di loculi.

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Il 13 agosto Ferruccio è convinto di trovare, come sempre gli è capitato da più di 60 anni a questa parte, la tomba del nonno materno Giovanni Battista V. (1896-1955). Con enorme sorpresa il nipote constata che in quel loculo, al posto al posto dello storico interprete del sommo sacerdote Caifa ai tempi delle prime rappresentazioni setine della Passione di Cristo, è sepolta Rosa M.

Franco Oppini nell’interpretazione del sommo sacerdote Caifa (2017) – Foto da www.setino.it

La signora Rosa è deceduta il 22 giugno 2020, ed è una zia di Ferruccio essendo stata coniugata con un membro della famiglia di “Caifa”. A quanto pare, vi sarebbero stati inizialmente problemi nel trovare uno spazio da assegnare nel Cimitero di Sezze all’anziana donna e nessuno dei familiari avrebbe autorizzato alcuna estumulazione dei resti di Giovanni Battista all’interno della cappella.

Alle richieste di notizie e chiarimenti circa l’estumulazione della salma inviate al Comune il 9 settembre da parte di Ferruccio, parente del magistrato presso il Tribunale di Velletri Laura Matilde Campoli, il responsabile del Settore VI Massimiliano Roda risponde inoltrando una richiesta di relazione sulla tumulazione della sig.ra Rosa all’Spl. Roda precisa che la relazione, oltre che ad un’attenta ricostruzione dei fatti, dovrà fornire ogni elemento utile in merito all’attuale collocazione di Giovanni Battista. All’Ente Comune, per quanto gli compete, non risultano acquisite, né autorizzate, istanze per traslazione e raccolta di resti della salma. Corpo che, da una consultazione dell’anagrafe cimiteriale, risulta ancora sepolto all’interno della cappella di famiglia “V.”.

Alla richiesta di Roda segue la relazione del Responsabile dei Servizi Cimiteriali dell’Spl che dichiara come in data 23 giugno 2020, unitamente all’Agenzia di pompe funebri, alla quale i parenti della defunta Rosa si erano rivolti per le operazioni di tumulazione, si è proceduto all’apertura di un determinato loculo sito all’interno della cappella cimiteriale di famiglia. La lastra in marmo di chiusura recava ancora il nome di V. Giovanni Battista. Al momento dell’apertura del loculo tuttavia non era presente alcuna bara, per cui, nonostante l’epigrafe riportasse erroneamente la presenza della salma, si è proceduto al posizionamento del feretro della compianta Rosa.

Foto da Assessorato alla Cultura del Comune di Sezze

Il funzionario dell’Spl precisa in ultimo che dalla data di cessazione del servizio del precedente custode cimiteriale risalente al mese di luglio fino ad oggi, non è mai pervenuta allo scrivente alcuna richiesta di esumazione o estumulazione relativamente al loculo in questione.

La vicenda sembrerebbe destinata all’archiviazione da parte della Procura di Latina, quando riappare al contrario in tutta la sua attualità tra le argomentazioni del Giudice per le Indagini Preliminari l’8 marzo di quest’anno nell’Ordinanza di applicazione delle misure cautelari della custodia in carcere nei confronti dell’ex guardiano Castaldi.

Secondo il gip Giuseppe Cario, dall’ex custode del Camposanto deriva un pericolo di inquinamento probatorio. Il Gip elenca una serie circostanze ascrivibili all’attualità del pericolo per le prove tra cui, in ultimo, il rinvenimento della nota della Sezione di Polizia Giudiziaria del 15 settembre 2020 (n° 93/2020). La nota riferisce come in occasione dell’effettuazione dei lavori presso la cappella di famiglia della dott.ssa Laura Matilde Campoli, ex Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Latina, abbia constatato la sottrazione della salma di un congiunto. A dire il vero, Giovanni Battista V. sarebbe solo un lontano zio del magistrato di origini setine.

A riguardo, Cario aggiunge per tale fattispecie non risultano allo stato ed agli atti del fascicolo relativo all’inchiesta Omnia 2 accertamenti per i quali ricorre competenza secondo l’art. 11 del Codice di Procedura Penale. Quell’articolo che regola i procedimenti in cui un magistrato, la dott.ssa Campoli appunto, assume la qualità di persona offesa o danneggiata da reato.

Alla vigilia della Passione di Cristo, il mistero della scomparsa della bara di Caifa rimane ancora tutto da svelare e all’ombra dei cipressi di Sezze l’inchiesta Omnia 2 assume sempre i contorni di un racconto del terrore.

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