Scarabeo 2 e 3: il giudice per l’udienza preliminare ha deciso i destini giudiziari dei diversi indagati, coinvolti nella maxi inchiesta della Procura
Arriva a conclusione l’articolata udienza preliminare che assommava i due filoni rimanenti dell’inchiesta di Procura e Carabinieri di Latina denominata “Scarabeo”.
L’inchiesta “Scarabeo”, nell’autunno 2020, portò ad arresti e alla contestazione di reati quali truffa e frodi nell’ambito finanziario. Ne scaturì un processo – ossia il filone principale – tuttora in corso, che vede come principale imputato, l’allora dipendente della Procura di Latina, Francesco Santangelo.
Nella scorsa udienza, invece, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, si era discusso principalmente il terzo filone, quello per truffa in cui è indagato sempre Francesco Santangelo e altre persone le quali, secondo l’accusa, si sarebbero affidati a lui per aggirare l’esclusione dalla possibilità di accesso al circuito del credito per incapacità reddituale o per segnalazioni pregiudizievoli esistenti presso il sistema di informazione creditizio. Il Gup La Rosa aveva respinto la richiesta di costituzione di parte civile da parte del Comune di Latina, della finanziaria Findomestic e della Deutsche Bank, invece costituiti nel processo principale.
Oggi, 24 novembre, il terzo filone si è definito e il Gup La Rosa ha dichiarato il non luogo a procedere per Santangelo e altri tredici imputati in quanto non vi è procedibilità per i reati contestati: in sostanza, mancano le querele delle vittime di truffa. Per quanto riguarda altri capi d’imputazione contestati, il Gup ha dichiarato il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.
Assolti, per quanto riguarda lo stesso filone (il terzo), anche Fortunato Capasso e Giuseppe Cotugno perché il fatto non è previsto dalla legge. Ad ogni modo, nella scorsa udienza, lo stesso Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza aveva chiesto per Cotugno, imputato nel processo principale (primo filone), l’assoluzione.
Per quanto riguarda il secondo filone, invece, lo stesso Procuratore Aggiunto di Latina aveva chiesto sei rinvii a giudizio e un’archiviazione contestando ad altri indagati abuso d’ufficio, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento.
A fare rumore, la richiesta di condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione in ordine al reato di corruzione impropria per l’ex parlamentare alla Camera dei Deputati (XI legislatura, dal 1992 al 1994, eletto con la Democrazia Cristiana), Clemente Carta, originario di Formia, difeso dagli avvocati Giulio Mastrobattista e Massimo Basile, e processato col rito abbreviato.
Il 75enne ex parlamentare era accusato di aver favorito una sorella, di professione infermiera, di una cancelliera della Procura di Latina, Paola Berghella, così che potesse andare a lavorare in un ospedale romano. Una tesi respinta dalla difesa che aveva evidenziato di come non vi fossero prove.
Ad essere indagate, infatti, due cancelliere della Procura di Latina: Anna Linda Frasca e Paola Berghella. Una di loro, Paola Berghella, fu sospesa dal servizio. Secondo la pubblica accusa, Berghella “si prodigava” per aiutare Francesco Santangelo (ex dipendente della Procura di Latina, principale imputato nel processo in corso e indagato anche in questo procedimento) “ad eludere le attività investigative anche rivelando notizie coperte da segreto e appare inserita in una rete di relazioni confidenziali che esistenti tra le altre cancellerie e segreterie ed altro personale di servizio della Procura del cui apporto si è giovata. La cancelliera gode infatti di un rapporto di fiducia e considerazione da parte del personale per le competenze professionali mostrate nel corso degli anni”.
Santangelo era accusato di aver rilasciato certificati di carichi pendenti falsificati ad alcune persone così da ottenere prestiti da società finanziarie; mentre Berghella ha sul groppone l’accusa di aver fatto filtrare le notizie di uno sgombero in una palazzina di via Bruxelles: il cosiddetto Colosseo.
Tra coloro che sapevano degli sgomberi c’era anche Sara Capponi, indagato nel primo filone e compagna di Nicola Natalizi (già condannato col rito abbreviato), ai domiciliari anche lui, ex poliziotto e conoscente di Santangelo in quanto con un passato alla Polizia giudiziaria di Via Ezio, in Procura della Repubblica di Latina. Entrambi erano residenti nel palazzo di Via Bruxelles. Per gli investigatori, Santangelo, e a catena Capponi, avrebbe saputo della notizia degli sgomberi da parte di Paola Berghella, il cui giorno X fu l’8 novembre 2018 (seguirono altri sgomberi nei mesi successivi), quando Polizia, Polizia Locale, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco e Servizi Sociali del Comune si adoperarono nelle operazione disposta dalla Procura di Latina e dal sostituto procuratore Giuseppe Bontempo.
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Ebbene, al termine dell’udienza preliminare, il Gup La Rosa ha assolto l’ex parlamentare Clemente Carta e la sorella della cancelleria, Claudia Berghella, difesa dall’avvocato Marta Censi. Rinviati a giudizio, invece, per questo secondo filone, Paola Berghella, difesa dagli avvocati Montini e Censi, Serena Capponi e Nicola Natalizi, assistiti dall’avvocato Vitelli, Anna Linda Frasca, difesa dagli avvocati Coladarci e Paletta, e, infine, Francesco Santangelo, assistito dall’avvocato Marino.