SCARABEO 2: CHIESTA LA CONDANNA PER L’EX PARLAMENTARE DI FORMIA

Scarabeo 2: dalla costala dell’inchiesta principale, l’udienza preliminare per sette indagati dalla Procura di Latina

Abuso d’ufficio, corruzione rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento, sono queste le accuse nei confronti di sette indagati per cui il Procuratore Aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza, ha chiesto sei rinvii a giudizio e un’archiviazione. Gli indagati sono stati coinvolti nell’inchiesta che nel 2020 si concretizzò nell’operazione dei Carabinieri denominata Scarabeo. Il processo per il filone principale è ancora in corso presso il Tribunale di Latina, sebbene ci siano state già due condanne col rito abbreviato.

Oggi, 26 ottobre, il Procuratore aggiunto della Procura di Latina, Carlo Lasperanza, ha chiesto per uno degli indagati la pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione in ordine al reato di corruzione. Si tratta dell’ex parlamentare alla Camera dei Deputati (XI legislatura, dal 1992 al 1994, eletto con la Democrazia Cristiana), Clemente Carta, originario di Formia, difeso dagli avvocati Mastrobattista e Basile, e processato col rito abbreviato.

Il 75 ex parlamentare è accusato di aver favorito una sorella, di professione infermiera, di una cancelliera della Procura di Latina così che potesse andare a lavorare in un ospedale romano. Una tesi respinta dalla difesa che ha evidenziato di come non vi sarebbero prove che ciò sia successo.

Ad essere indagate, infatti, due cancelliere della Procura di Latina. Una di loro, Paola Berghella, fu sospesa dal servizio. Secondo la pubblica accusa, Berghella “si prodigava” per aiutare Francesco Santangelo (ex dipendente della Procura di Latina, principale imputato nel processo in corso e indagato anche in questo procedimento) “ad eludere le attività investigative anche rivelando notizie coperte da segreto e appare inserita in una rete di relazioni confidenziali che esistenti tra le altre cancellerie e segreterie ed altro personale di servizio della Procura del cui apporto si è giovata. La cancelliera gode infatti di un rapporto di fiducia e considerazione da parte del personale per le competenze professionali mostrate nel corso degli anni”.

Santangelo è accusato di aver rilasciato certificati di carichi pendenti falsificati ad alcune persone così da ottenere prestiti da società finanziarie; mentre Berghella ha sul groppone l’accusa di aver fatto filtrare le notizie di uno sgombero in una palazzina di via Bruxelles: il cosiddetto Colosseo.

Tra coloro che sapevano degli sgomberi c’era anche Sara Capponi, indagato nel primo filone e compagna di Nicola Natalizi (già condannato col rito abbreviato), ai domiciliari anche lui, ex poliziotto e conoscente di Santangelo in quanto con un passato alla Polizia giudiziaria di Via Ezio, in Procura della Repubblica di Latina. Entrambi erano residenti nel palazzo di Via Bruxelles. Per gli investigatori, Santangelo, e a catena Capponi, avrebbe saputo della notizia degli sgomberi da parte di Paola Berghella, il cui giorno X fu l’8 novembre 2018 (seguirono altri sgomberi nei mesi successivi), quando Polizia, Polizia Locale, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco e Servizi Sociali del Comune si adoperarono nelle operazione disposta dalla Procura di Latina e dal sostituto procuratore Giuseppe Bontempo.

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Tra i sei indagati per cui il Pm Lasperanza ha chiesto il rinvio a giudizio c’è anche la richiesta per un rito abbreviato che si svolgerà il prossimo 7 novembre: ad essere giudicato Giuseppe Cotugno. Il prossimo 27 novembre ottobre, invece, il Gup La Rosa sarà chiamato a decidere se rinviare a giudizio o meno i sei indagati, oltreché se confermare o meno l’archiviazione di uno di loro. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Montini, Marino, Mastrobattista, Basile, Bertini, Censi, Coladarci e Paletta.

A latere, c’è anche un terzo filone: quello per truffa in cui è indagato sempre Francesco Santangelo e altre persone che, secondo l’accusa, si sarebbero affidati a lui per aggirare l’esclusione dalla possibilità di accesso al circuito del credito per incapacità reddituale o per segnalazioni pregiudizievoli esistenti presso il sistema di informazione creditizio.

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