“SCARABEO”: CONDANNATI I PRIMI DUE IMPUTATI

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Operazione Scarabeo: condannati due degli imputati che hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato

A marzo scorso, erano arrivate le prime richieste di condanna per il processo scaturito dall’indagine condotta da Carabinieri e Procura di Latina che, a ottobre 2020, portò all’arresto di 13 persone – 6 in carcere e 7 agli arresti domiciliari – ritenute responsabili, a diverso titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falsità materiale, falsa attestazione della presenza in servizio del pubblico impiegato, autoriciclaggio, contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persone, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione per l’esercizio della funzione.

Alcuni dei capi di imputazione erano stati ridimensionati dalla Corte di Cassazione per due dei principali indagati: Francesco Santangelo e Giuseppe Cotugno.

Secondo le indagini, emerse che un gruppo di persone reclutava clienti esclusi dalla possibilità di accesso al circuito del credito per incapacità reddituale o per segnalazioni pregiudizievoli esistenti presso il sistema di informazione creditizio, fornendo loro consulenze personalizzate per l’individuazione dell’istituto di credito o dell’intermediario finanziario a cui indirizzare pratiche di finanziamento con modalità fraudolente, ossia mediante l’oscuramento dei dati pregiudizievoli e la contraffazione delle buste paga.

Successivamente la documentazione predisposta veniva inoltrata dal gruppo alle società finanziarie

Lo scorso 22 marzo, come imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, c’erano l’ex poliziotto Nicola Natalizi che deve rispondere del reato di truffa e l’agente finanziario Sergio Andrea Di Barbora accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. In particolare, secondo gli investigatori, coordinati dai sostituti procuratori di Latina Claudio De Lazzaro e Luigia Spinelli, sarebbe stata una delle indagate nell’Operazione Scarabeo a informare degli sgomberi che sarebbero avvenute nell’immobile del cosiddetto Colosseo di Latina. Da qui, infatti, è partita l’indagine dei Carabinieri del Reparto Operativo di Latina. Sarebbe stata la compagna del poliziotto in pensione Nicola Natalizi ad avvertire gli occupanti abusivi del Colosseo. Al che, i Carabinieri, informati dalla Polizia locale, iniziarono a seguire le mosse dei due, Capponi e Natalizi, e a risalire al principale indagato: Francesco Santangelo, 58 anni, dipendente del Ministero della Giustizia in servizio alla Procura di Latina, che Natalizi conosceva in quanto aveva lavorato alla Polizia Giudiziaria che, come noto, si trova in Via Ezio sede della Procura.

Nel contesto emerso in seguito, estraneo alle occupazioni abusive, gli investigatori scoprirono i rapporti di Santangelo con Sergio Andrea Di Barbora e ulteriori persone. Gli investigatori ricostruirono una serie di relazioni di Santangelo, su cui ruota tutta l’indagine (l’indagine si chiama Scarabeo dal motorino che possedeva l’imputato), orientate a far ottenere crediti facili a persone che non potevano riceverne per motivi di pregiudizio: ad esempio, perché segnalati al Crif (centrale rischi che tiene in banca data i “cattivi pagatori) oppure per buste paga poco cospicue o, ancora, perché indebitati.

L’agenzia di intermediazione abusiva sarebbe stata formata, oltreché da Santangelo, da Marco Scarselletti (informatico che metteva a disposizione l’immobile in Via Ariosto per la contraffazione di cedolini di buste paga), l’imputato odierno Sergio Andrea Di Barbora e Marco Capoccetta (agente finanziario), insieme a persone che lavoravano effettivamente nel ramo della intermediazione finanziaria: Giorgio Vidali, anche lui agente finanziario in Fiditalia, e Giuseppe Cotugno, titolare di uno studio professionale a Formia e dipendente di una banca online con sede in Corso della Repubblica a Latina.

Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese ha, oggi 22 aprile, condannato sia Di Barbora che Natalizi, difesi dagli avvocati Zeppieri e Vitelli. Di Barbora ha avuto la condanna più severe a 4 anni di reclusione, Natalizia una pena di 1 anno. Per i due imputati, il Pm Luigia Spinelli aveva chiesto 1 anno e 8 mesi per Natalizi e 3 anni e 4 mesi per Di Barbora. Dunque per quest’ultimo la pena è persino più dura.

Intanto, nel filone principale, prosegue sempre presso il Tribunale di Latina il processo agli imputati giudicati col rito ordinario.

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