OPERAZIONE SCARABEO: RIDIMENSIONATO IL REATO DI TRUFFA PER IL PRINCIPALE IMPUTATO

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Corte di Cassazione, Roma
Corte di Cassazione, Roma

Operazione Scarabeo: la Corte di Cassazione di Roma alleggerisce la posizione del principale imputato dell’inchiesta

A novembre scors, il Tribunale del Riesame di Roma, cui si erano appellati i sei arrestati dell’operazione Scarabero, respinse la richiesta di scarcerazione.

A vedersi respinta la richiesta, allora, furono il dipendente della Procura di Latina Francesco Santangelo e, con lui, Sergio Di Barbora, Marco Scarselletti; Giorgio Vidali, Giuseppe Cotugno Marco Capoccetta. Secondo l’inchiesta condotta dai sostituti procuratori della Procura della Repubblica di Latina Claudio De Lazzaro e Valentina Giammaria, Santangelo è al centro di un sodalizio su cui ruotava un sistema di truffe ai danni di istituti finanziari e banche, truccando buste paga ed eludendo i controlli del Crif.

Tanti i reati contestati, a vario titolo: associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falsità materiale commessa dal Pubblico ufficiale, falsa attestazione della presenza in servizio del pubblico impiegato, autoriciclaggio, contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persone, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione per l’esercizio della funzione.

Successivamente al primo niet del Riesame, via via tutti gli indagati finiti in carcere hanno ottenuto misure più lievi uscendo dal carcere, tranne Santangelo.

Il quadro dell’indagine si è presentato sin da subito molto complesso. In particolare, secondo la Procura e i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina, è emerso che la presunta associazione reclutava clienti esclusi dalla possibilità di accesso al circuito del credito per incapacità reddituale o per segnalazioni pregiudizievoli esistenti presso il sistema di informazione creditizio, fornendo loro consulenze personalizzate per l’individuazione dell’istituto di credito o dell’intermediario finanziario a cui indirizzare pratiche di finanziamento con modalità fraudolente, ossia mediante l’oscuramento dei dati pregiudizievoli e la contraffazione delle buste paga. Successivamente la documentazione predisposta veniva inoltrata dal gruppo alle società finanziarie

Il processo è iniziato ad aprile. Costituiti parti civili anche le banche e gli istituti finanziari raggirati.

Oggi, però, per Santangelo e Cotugno hanno ottenuto un provvedimento che ridimensiona almeno per la truffa le accuse.

La Cassazione, infatti, ha disposto un’ordinanza con cui ridimensiona i reati di truffa e corruzione con un distinguo. Sia per la truffa che per la corruzione gli ermellini hanno annullato l’ordinanza del Riesame risalente al novembre scorso e impugnata dalla difesa dei due imputati. In merito alla truffa c’è un annullamento senza rinvio cadendo l’aggravante, mentre per la corruzione dovrà ancora una volta il Riesame di Roma decidere sul punto oltreché sui residui reati.

La difesa ha annunciato una nuova istanza di scarcerazione.

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