RIO MARTINO: RESPINTO IL RICORSO DAL CONSIGLIO DI STATO. MA AD OGGI È TUTTO FERMO (E PEGGIORATO)

Porto canale di Rio Martino
Porto canale di Rio Martino

Rio Martino, aggiudicazione per i 200 posti barca: il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Consorzio Nautico Borgo Grappa

È stata pubblica oggi 18 aprile, la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso Consorzio Nautico Borgo Grappa, assistito dagli avvocati Corrado e Chiara De Simone, compensando tra le parti le spese giudiziali.

La decisione di Palazzo Spada (Sezione Settima) dà di nuovo contro al consorzio che già si era visto respingere dal Tar il primo ricorso.

Il Tar, infatti, aveva rigettato lo scorso 24 gennaio 2022, il ricorso presentato dal medesimo Consorzio Nautico di Borgo Grappa – contro il Comune di Latina e nei confronti del vincente “Porto di Latina” costituitisi in giudizio – che puntava ad annullare l’affidamento in concessione dello specchio acqueo presso la foce del Porto Canale di Rio Martino: la gestione dei 200 posti barca.

I giudici amministrativi avevano, infatti, stabilito che la selezione pubblica indetta dal Comune di Latina, così come si è originata, dipanata e conclusa, è valida poiché “appare necessario procedere a una, seppur semplificata, procedura concorsuale“. Va gestito il porto canale e, supportato da giurisprudenza scaturita da varie pronunce del Consiglio di Stato, il Comune poteva procedere, così come ha fatto, a selezione e assegnazione.

Leggi anche:
RIO MARTINO: TAR RIGETTA RICORSO DEL CONSORZIO NAUTICO BORGO GRAPPA

Ora, i giudici del secondo grado amministrativo hanno respinto l’ennesimo ricorso presentato contro il Comune di Latina, difeso dall’avvocato Francesco Cavalcanti, e il Consorzio Porto di Latina – composto da Nautica Sud di R. Mazzotta e figlio srl; Naval Cantieri di Dottori Massimo; R.I.M.M. Sas di Pipicello Francesco & C.; Base Nautica srl; Cicar Nautica srl – assistito dall’avvocato Dino Lucchetti.

Un altro punto a favore per la concessione dei 200 posti barca di Rio Martino al Consorzio Porto di Latina. Il punto è che, però, nonostante un tavolo tecnico indetto dal Comune di Latina e un affidamento che è datato settembre 2021, la situazione per Rio Martino è di completo stallo, se non peggiorata.

Gli interventi di dragaggio dei fondali del canale si sono dimostrati come prevedibile meri palliativi durati pochi mesi. Un inutile dispendio economico che, al momento, ripresenta, come un infernale gioco dell’oca, la stessa cronica situazione: canale insabbiato, pescatori sul piede di guerra o scoraggiati, un intero indotto (Borgo Grappa), immobilizzato.

E più passa il tempo, più è altamente probabile che la situazione non si sblocchi. Ormai, si è capito, solo una gestione politica (se ne hanno la capacità dicano cosa vogliono fare ora che siamo in campagna elettorale) della vicenda può dare un imput diverso, anche perché sul caso il Commissario straordinario del Comune, Carmine Valente, ha preferito tenersi distante.

Sarebbe assolutamente controproducente, infatti, – come sarebbe intenzionato un Dirigente del Comune di Latina – mettere in cantiere un nuovo intervento di dragaggio da poche migliaia di euro che costituirebbe un ennesimo spreco. Serve un intervento strutturale (costo da 400mila euro come minimo), con l’auspicio che chi vincerà le elezioni amministrative del prossimo maggio capisca che su Rio Martino vanno spesi più soldi e meglio: un dragaggio come si deve e i lavori sulle sponde, di cui un tratto è crollato.

Solo così vi sarà la possibilità che il consorzio vincitore assuma la gestione. Diversamente, non si avrà un canale di Rio Martino, senza contare l’ombra lunga di una richiesta di risarcimento danni anche da parte del suddetto consorzio.

Per quanto riguarda la sentenza della settima sezione del Consiglio di stato odierna, firmata dal Presidente Marco Lipari e da giudice estensore Marco Valentini, si tratta di un appello, quello presentato dal Consorzio Nautico di Borgo Grappa nei confronti della pronuncia del Tar, infondato.

Respinti i motivi del Consorzio Nautici di Borgo Grappa che, in sintesi, contestava di aver perso tempo a presentare un’istanza di concessione (per cui nel 2019 fu indetta una conferenza dei servizi) cui l’amministrazione non ha dato corso solo parzialmente, senza mai comunicare, se non tardivamente a seguito di diffida, le proprie determinazioni. E che, soprattuto, “inopinatamente, sia stata avviata invece dall’amministrazione una procedura comparativa, essendo emersa nelle more la presentazione di un’altra istanza riconducibile all’ATI Rio Martino Approdo Nautico, Rizzardi S.r.l. e Cometa S.r.l., sulla base di un avviso pubblico di cui si contesta la legittimità, cui l’appellante non ha partecipato per l’asserita portata escludente delle clausole in esso contenute, con la conseguenza dell’illegittimità derivata di tutti gli atti successivi”. E che, infine, “sia stata infine affidata una concessione per 200 posti barca di fatto irrealizzabili, per i motivi diffusamente esposti, concernenti lo stato dei luoghi”.

Per Palazzo Spada, ha avuto ragione il Tar su tutta la linea, a cominciare col dichiarare il primo ricorso parzialmente improcedibile, senza contare che gli atti impugnati non sono lesivi.

Su tutto, però, pesa l’assenza dalla selezione pubblica indetta a dicembre 2020 ed espletata a settembre 2021. Il Consorzio Nautico Borgo Grappa per sua stessa volontà si è tirato fuori, dunque, stabilisce oggi il Consiglio di Stato, “la mancata partecipazione alla procedura bandita dall’amministrazione – posta l’acclarata inesistenza di clausole escludenti – non qualifica giuridicamente la posizione dell’odierno appellante in guisa tale da consentirgli di mettere in discussione la gara cui volontariamente non ha partecipato, non rivestendo egli quella posizione giuridica qualificata che solamente la partecipazione alla procedura competitiva avrebbe potuto conferirgli, recedendo in concreto il suo interesse a interesse di mero fatto”.



Articolo precedente

SI RIBALTA SULLA SS PONTINA: FERITO 60ENNE

Articolo successivo

SEZZE, DI RAIMO: “SPARITI SOLDI DALLE CASSE DEL COMUNE”. LUCIDI: “NOI STIAMO METTENDO LE PEZZE”

Ultime da Giudiziaria