OPERAZIONE “BLACKMAIL”, RICATTI E MINACCE PER L’AFFITTO DI CASA: UNA CONDANNA E DUE RINVII A GIUDIZIO

Estorsioni in serie per l’affitto dell’appartamento già pignorato a Latina: si è conclusa l’udienza preliminare per tre donne

Rito abbreviato per la 45enne Stefania Da Roma, rinvio a giudizio per le due donne considerate sue complici. Si è concluso il rito abbreviato per le tre donne coinvolte a novembre 2021 nell’operazione della Squadra Mobile di Latina denominata “Blackmail” e accusate di estorsione, atti persecutori, violazione di domicilio e appropriazione indebita.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha condannato col rito abbreviato, alla pena di 4 anni e 2mila euro di milta, la 45enne di Latina, Stefania Da Roma, difesa dall’avvocato Fabio Federici. Rinviate a giudizio la 36enne rumena Cristina Ionela Panfil e la 73enne Angela Maria Dell’Uomo, residente a Sabaudia, assistite dall’avvocato Amleto Coronella. Il loro processo inizierà il 19 gennaio 2026.

A novembre 2021 gli agenti della sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile di Latina avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. di Latina Giuseppe Molfese, su richiesta de sostituto procuratore Giorgia Orlando, nei confronti delle tre donne: Stefania Da Roma (già coinvolta in passato in episodi di spaccio e ampiamente nota alle Forze dell’Ordine), Cristina Ionela PanfilAngela Maria Dell’Uomo residente a Sabaudia. Dopo l’arresto, tutte e tre avevano negato le accuse a loro carico.

L’operazione si chiamava “Blackmail” che, in italiano, significa per l’appunto “ricatto”. In particolare, a giugno 2021, un cittadino extracomunitario di nazionalità egiziana che lavorava in un autolavaggio, insieme a sua moglie, di nazionalità marocchina, aveva sporto denuncia nei confronti delle tre donne raccontando che, da circa un anno, lui e la moglie erano sottoposti a continui atti estorsivi.

Precisamente – come spiegava una nota della Questura di Latina – la vittima riferiva di essere locatario di un appartamento, in Via Tagliamento, di proprietà di una donna di Latina, ossia Angela Maria Dell’Uomo, la quale dava in affitto a tale nucleo familiare un immobile sito nel centro di Latina, sebbene pignorato nel 2019 nell’ambito di una procedura esecutiva immobiliare istruita dal Tribunale di Latina

A questo punto, l’uomo chiariva di essere stato costretto dalla proprietaria e dalla sua complice Stefania Da Roma a versare la somma di 400 euro al fine di ottenere l’idoneità alloggiativa dell’appartamento, documento da allegare alla pratica necessaria ai fini del rinnovo dei permessi di soggiorno.

L’inquilino, al contrario, di fronte all’ulteriore richiesta, sotto forma di minaccia, avanzata dalle due donne di pretendere la somma di 600 euro per rilasciare un nuovo certificato di idoneità alloggiativa per il rinnovo del permesso di soggiorno di suo figlio minore, si opponeva fermamente, determinandosi a sporgere denuncia presso gli uffici della Questura. Era la Da Roma, peraltro vicina di casa della coppia ricattata, che diceva che non avrebbe firmato se non sotto pagamento, realizzando un vero e proprio ricatto.

In tale contesto, dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, emergeva che le due donne pretendevano il canone di affitto, non già secondo gli accordi contrattuali, ma in “trance” arbitrariamente imposte pretendendo, con la scusa del pagamento dell’affitto, dalle 15 alle 50 euro ovvero di qualunque somma di denaro che gli inquilini avevano in tasca al momento della richiesta.

In un’occasione, una delle due donne si presentava sul luogo di lavoro, in compagnia di una complice di nazionalità rumena, colpita questa mattina da provvedimento cautelare, e, con fare minaccioso ed aggressivo, chiedeva all’inquilino i soldi dell’affitto altrimenti li avrebbe fatti “ammazzare”. Nell’occasione, Panfil e Da Roma si sarebbero presentati all’autolavaggio dove lavora l’egiziano insieme ad altri soggetti al momento ignoti (due uomini che da una testimonianza parrebbero essere di etnia rom e una donna che, però, non partecipò rimanendo in auto) e avrebbero profferito frasi del genere: “Dammi i soldi dell’affitto della casa altrimenti ti faccio ammazzare…mi devi dare i soldi sennò stanotte ti vengono a casa ad ammazzare e non dormi tranquillo“.

Ad ogni modo sono tanti gli episodi che hanno visto ricattati la coppia che ha denunciato e, esasperata, dal maggio scorso, si è opposto ai ricatti, decidendosi a denunciare. Le frasi rivolte all’egiziano erano di questo tenore: Viene a prendere i soldi che vuoi o vuoi che vengo a lavaggio o a casa?”. Oppure: “Mi hanno chiamato e mi hanno detto che cosa hai fatto”. Tutte parole che tentavano di porre in uno stato di sottomissione l’uomo e sua moglie.

In una circostanza, invece, una delle donne, Stefania Da Roma, si presentava da sola presso l’abitazione di quest’ultimo, al fine di pretendere l’ennesima somma di denaro, ma di fronte all’ulteriore rifiuto, la donna andava in totale escandescenza, sferrando uno schiaffo alla moglie dell’uomo.

L’uomo, peraltro, in una ulteriore occasione, fu seguito persino dentro l’Eurospin o il Lidl da Da Roma e Panfil e costretto a dare altri soldi non prima di essere stato aggredito verbalmente e fisicamente.

A Dall’Uomo e Da Roma, parenti tra di loro, viene anche contestata la violazione di domicilio per essersi introdotti nell’appartamento di Via Tagliamento in assenza dei locatari ricattati. Evidenti, inoltre, gli episodi di danneggiamento alla porta di casa e alla casa stessa per costringere la coppia di eztracomunitari a pagare.

Uno spaccato degradato e inquietante compiuto alla periferia sociale di una città troppe volte distratta. Le misure cautelari erano improrogabili in quanto, a ottobre 2021, l’uomo già minacciato e ricattato, dopo aver sporto denuncia a giugno dello stesso, era stato raggiunto a Pontinia, presso il proprio autolavaggio, da Da Roma e Panfil per ricevere lo stesso trattamento: insulti e minacce. Una scena che, come altre, era stata ripresa dal telefonino ed era servita agli investigatori per ricostruire lo scenario. Peraltro, l’uomo e la donna minacciati sono stati cercati da Da Roma e Panfil anche dal vecchio proprietario di casa dove viveva la moglie dell’egiziano.

Tra le parti offese, oltreché alla coppia, anche la custode giudiziaria dell’appartamento pignorato completamente ignara della speculazione e dei ricatti avvenuti tramite l’immobile

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