OMICIDIO MORETTO: TORNA IN CARCERE ERMANNO D’ARIENZO

Fabrizio Moretto
Fabrizio Moretto

Omicidio Moretto: torna in carcere il principale accusato Ermanno D’Arienzo. Il Tribunale del Riesame di Roma ha accolto il ricorso della Procura

Il collegio dei giudici del Riesame di Roma ha accolto il ricorso proposto dai sostituto procuratori di Latina, Martina Taglione e Andrea D’Angeli, che chiedeva di annullare la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, che aveva revocato, lo scorso settembre, la misura cautelare in carcere e ordinato l’immediata scarcerazione di Ermano D’Arienzo detto Topolino, accusato dell’omicidio di Fabrizio Moretto.

Quando sembrava vicina la chiusura dell’inchiesta e soprattutto la richiesta del rinvio a giudizio di Ermanno D’Arienzo e degli altri tre indagati per favoreggiamento – la moglie e i fratelli Antonio e Fabrizio Mazzucco, – era arrivato, nel corso dell’incidente probatorio svoltosi il 6 settembre 2023, arrivato un nuovo elemento che avrebbe potuto determinare un’altra conclusione giudiziaria.

Ermanno D'Arienzo
Ermanno D’Arienzo

Nel corso dell’incidente probatorio, infatti, davanti al Pubblico Ministero Martina Taglione e al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, il perito nominato dallo stesso Gip, Marco Allevi, aveva sostenuto sì che gli stub hanno rilevato la positività per tutti e quattro gli indagati, compreso D’Arienzo, ma che probabilmente vi è stata contaminazione nella polvere da sparo durante gli esami e che non si può accertare con esattezza se il principale indagato, per omicidio volontario, detenzione abusiva e porto illegale di arma, fosse sul luogo dell’esecuzione di Moretto. Stesso discorso vale per gli altri tre indagati: la moglie di D’Arienzo e i fratelli Antonio e Fabrizio Mazzucco, quest’ultimi personaggi noti alle cronache giudiziarie pontine.

Ora, però, il Riesame di Roma, interpellato dai Pm pontini, spiega, sulla scorta di quanto deciso da un altro collegio di giudici del Tribunale delle Libertà capitolino, pronunciatosi a maggio, su un ricorso degli avvocati difensori di D’Arienzo – Palmieri e Vitelli -, che l’incidente probatorio, pur risultando non solido, non diminuisce il gravame indiziario nei confronti dell’uomo arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e da quelli della Stazione di Sabaudia a dicembre 2022.

Dopo l’arresto, Ermanno D’Arienzo, detto Topolino, aveva negato tutto rispetto all’omicidio di Fabrizio Moretto di cui è accusato essere stato l’autore materiale e volontario. Dinanzi all’ex Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, che ha firmato l’ordinanza d’arresto, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, “Topolino” aveva sostenuto che non era stato lui il killer anche perché non avrebbe ritenuto fosse stato Fabrizio Moretto l’autore dell’omicidio del figlio Erik, picchiato brutalmente a morte la notte tra il 29 e il 30 agosto 2020.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina e coordinate dalla Procura della Repubblica avevano consentito, invece, da un lato di ricostruire le fasi della preparazione e della consumazione dell’agguato contro Moretto attinto, il 21 dicembre 2020, da un colpo di arma da fuoco nei pressi della propria abitazione a Sabaudia; dall’altro di accertare il movente nel proposito di vendicare la morte violenta del 28enne di Borgo San Donato, Erik D’Arienzo.

Poi, il 6 settembre, l’incidente probatorio che ha cambiato il quadro. Lo stesso Gip Molfese sottolineava che il perito Allevi ha fatto emergere criticità rilevanti, tanto che non si può affermare con certezza riguardo alla bontà dell’esame stub effettuato sugli indagati. È lo stesso perito del Tribunale a sostenere che “non risulta possibile valutare se vi è stato il fenomeno della contaminazione accidentale o innocente”.

In sostanza, l’esame Stub sarebbe stato inquinato da fattori esterni e a essere contaminati sono stati i tamponi di controllo. I kit bianchi non dovrebbero avere tracce di particelle – ha ragionato il perito Allevi – che contengono elementi di piombo, ammonio e bario allo stesso momento. Nel caso specifico, invece, la contemporaneità è stata rilevata, sebbene il perito dice di non poter rispondere sul motivo alla base di questo nuovo elemento..

Secondo il Gip, che riteneva inattendibili le dichiarazioni di un testimone che aveva detto di aver visto D’Arienzo presso l’abitazione di Moretto al momento dell’omicidio, “gli elementi indiziari non appaiono più univocamente convergenti a corroborare la prospettata riconducibilità all’indagato della condotta omicidaria“.

Ora, il Tribunale del Riesame di Roma che ha disposto di nuovo il carcere per “Topolino”. Al netto di un ricorso in Cassazione da parte della difesa di D’Arienza, il nuovo giudizio del Riesame valorizza di nuovo l’esame stub tanto discusso. Secondo i giudici romani “il consulente del pm ha ravvisato una serie di congruenze, incontestabili, tra gli esiti della perizia e i risultati dell’esame del Ris”.

La prossima mossa spetta alla Procura di Latina pronta a chiudere l’inchiesta e a chiedere il rinvio a giudizio per D’Arienzo, personaggio noto da anni e di peso negli ambienti criminali pontini.

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