MASSACRO DEL CIRCEO, INIZIA LA FICTION SU RA1

Arriva su Rai1 da oggi, 14 novembre, “Circeo”, la serie che racconta il delitto avvenuto nel 1975, noto come “massacro del Circeo”

La storia è tristemente nota. Angelo Izzo, l’uomo con le orbite degli occhi di fuori come un cartoon dell’horror, che, insieme ad Andrea Ghira e Gianni Guido, consumò nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975 il massacro con rapimento, sevizie, stupro delle due ragazze del proletariato perbene, della Montagnola a Roma, con la scenografia mozzafiato, ma in quel caso da brividi, di San Felice Circeo.

Le vittime giovanissime (19 e 17 anni), Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, furono convinte a seguirli in una villa dove furono violentate e picchiate. Rosaria non sopravvisse alla violenza dei romani “bene” che non ebbero pietà, mentre Donatella ce la fece, fingendo di essere morta. La sua sopravvivenza le consentì di portare avanti una battaglia legale contro gli aggressori e la serie racconta le varie fasi di questo percorso. Tra i protagonisti Greta Scarano, Ambrosia Caldarelli ed Enrico Ianniello.

Un caso che fece discutere tutta Italia e che stimolò al dibattito anche uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso: Pier Paolo Pasolini il quale diede una lettura di classe – l’arroganza della Roma Bene contro la purezza della Roma operaia (si scusi la sintesi brutale) – e che finì anche lui, dopo un mese dal delitto di San Felice, massacrato all’Idroscalo di Ostia (2 novembre ’75).

La serie è raccontata dal punto di vista di Teresa Capogrosso, un personaggio che non è realmente esistito. Si tratta dell’avvocata che difende Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro, diventata poi icona delle lotte contro la violenza sulle donne.

Al magazine del giornale Il Fatto Quotidiano, però, Letizia Lopez, la sorella di Rosaria, la 19enne che venne uccisa nel ’75, esprime la sua delusione sulla fiction: “Stanno raccontando la nostra vita, e non siamo stati chiamati a dire com’erano andate le cose”.

Non solo delusione ma anche disillusione per una storia che l’ha evidentemente segnata: “Non è cambiato nulla da allora”: dice a FqMagazine la sorella di una delle due vittime del Circeo, Letizia Lopez. “Non ci sono state più violenze di gruppo? Non mi pare. Oggi è ancora peggio. Quei ragazzi erano frustrati da quell’ambiente cattolico e finto perbenista. Quel male si perpetua sempre perché esiste ancora nel contesto sociale e familiare. Quelli del Circeo erano già violenti a 14 anni ma non sono stati arrestati né fermati dai genitori all’epoca. Li hanno sempre coperti. Bisogna denunciare ma a cosa serve?”.

Articolo precedente

GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE, IL CONVEGNO AL CERSITES DEL POLO PONTINO

Articolo successivo

“ADULTI ED EMERGENZA EDUCATIVA”, IL CONVEGNO DEL CONSULTORIO A LATINA

Ultime da Cronaca