MALTRATTATA DALLA FIGLIA PER SEI ANNI A TERRACINA: CONDANNATA UNA DONNA DI 35 ANNI

Accusata di aver maltrattato più volte la madre nell’arco di sei anni: si è concluso il processo a carico di una 35enne di Terracina

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ha condannato col rito abbreviato a 2 anni, con pena sospesa, una 35enne di Terracina, assistita dall’avvocato Orfeo Palmacci e accusata di maltrattamenti in famiglia ai danni della madre.

I fatti contestati alla donna si sono dipanati nel corso di 6 anni, dal 2016 fino al 2022 quando la 35enne ha ricevuto l’avviso di conclusione indagini da parte della Procura di Latina. L’imputata si sarebbe macchiata di diverse condotte violente nei confronti della madre.

Secondo gli inquirenti, la donna, anche sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti, avrebbe messo in pratica una serie di azioni tra cui insulti, minacce e violenze psicologiche di vario tipo. Una convivenza impossibile con la madre a partire dal 2016 quando l’imputata aveva 28 anni. Tra le offese maggiori quelle di “puttana”, “mignotta”. In un caso, l’imputata avrebbe gridato alla madre: “Vattene da questa casa, noi stiamo bene da sole”, riferendosi a lei e alla sua sorella minore. Insulti che andavano di pari passo con la rottura di suppellettili presenti dentro la casa.

A febbraio 2022, un episodio limite quando la donna, in uno scatto d’ira, lanciò fuori dalla finestra alcuni mobili. Successivamente, a novembre dello stesso anno, l’imputata, tornando a casa completamente ubriaca, iniziò a insultare la madre. La donna, vista la situazione, andò via da casa, portando via la nipote. Un gesto che mandò in escandescenze la figlia, la quale le inviò altri messaggi di insulti: “Rispondimi, sto a sbrocca’. Sei una puttana, rispondimi al telefono, te ne devi andare da casa, la casa è di mio padre”.

A distanza di tre anni dai fatti, oggi è arrivata la condanna a 2 anni di reclusione, con pena sospesa. Anche il pubblico ministero Giorgia Orlando aveva chiesto la medesima pena.

Articolo precedente

“IO NON SONO NESSUNO”, L’ARCIGAY LATINA PRESENTA IL FILM

Articolo successivo

“START”: ARRIVA LA FORMAZIONE ONLINE PER LE FUTURE FAMIGLIE ADOTTIVE

Ultime da Giudiziaria