Avevamo scritto che in casa Lega il re era nudo, raccontando le contraddizioni e gli scontri di visione interni, in seguito alle annessioni di personaggi politici appartenenti alla vecchia e squalificata partitocrazia di centro destra.
La caccia ai cosiddetti “ex AN” (per chi non se lo ricordasse più, AN sta per Alleanza Nazionale, il partito guidato da Gianfranco Fini) da parte della Lega made in Latina ha dato finalmente (sic!) i suoi frutti (sic! sic!).
In una conferenza stampa tenutasi sabato 9 marzo il coordinatore provinciale Matteo Adinolfi e il consigliere regionale Angelo Orlando Tripodi (anch’essi entrambi ex AN) hanno dato la notizia del passaggio alla Lega di un nutrito gruppo di ex AN.
GIUSEPPE MOCHI, IL SOLDATINO DI VINCENZO ZACCHEO
A rappresentare gli ex AN transitati alla Lega c’era l’ultimo segretario provinciale di Alleanza Nazionale (il partito si sciolse di fatto all’inizio del 2008 per aderire insieme a Forza Italia ed ammennicoli vari al PdL).
Si tratta di Giuseppe Mochi di Pontinia, città di cui è stato anche sindaco per un breve periodo a partire dal 25 maggio 2003 prima di essere sfiduciato dal Consiglio comunale a dicembre 2005.
È da sempre uno dei fedelissimi di Vincenzo Zaccheo, nei confronti del quale si è costantemente comportato da umile e servile soldatino.
Tale circostanza però, considerata la assoluta evanescenza politica di Mochi, è nota solo ai cosiddetti “addetti ai lavori” ma non alla generalità della platea latinense, per cui molti non avrebbero colto questa sorta di “zaccheizzazione” della Lega made in Latina.
Matteo Adinolfi, probabilmente consapevole di ciò, nel suo intervento ha puntualizzato la situazione e chiarito a tutti le grandi manovre (sic!) della Lega made in Latina.
ADINOLFI A ZACCHEO: IO TI AMO
Nella conferenza stampa il coordinatore provinciale della Lega, seduto al tavolo della presidenza insieme a Tripodi e Mochi, ha indossato i panni di Alberto Lupo (video sotto), esibendosi di fatto in una famosissima canzone parlata degli anni sessanta dal titolo “Io ti amo”, per l’occasione dedicata a Vincenzo Zaccheo.
Matteo Adinolfi, evidentemente colpito da una forma acuta di insano masochismo, ha definito l’ex sindaco di Latina un maestro, un mostro sacro della politica.
Ha anche detto di aver imparato molto da lui, cosa di cui c’è da preoccuparsi fortemente.
A dire il vero però bisogna riconoscere a Matteo Adinolfi anche un po’ di coerenza.
Infatti lui, come del resto Angelo Orlando Tripodi e Massimiliano Carnevale, ha fatto parte a vario titolo delle amministrazioni guidate da Zaccheo.
Insomma è anche grazie a loro se la scellerata scelta, priva di qualsiasi fattibilità economica, del project financing relativo alla tramvia (la famigerata metropolitana leggera di Latina) è andata avanti.
È anche per merito (sic!) loro se la convenzione trentennale è stata approvata, nonostante fosse tutta a favore del privato e a discapito dell’amministrazione comunale.
Si devono pure al loro contributo politico le due azioni legali per oltre 35 milioni di euro intraprese contro il Comune di Latina figlie proprie di quella assurda convenzione.
Dobbiamo ringraziarli anche per l’altro sciagurato project financing targato amministrazione Zaccheo, riguardante il cimitero con tanto di tassa sul morto e ovviamente relativo contenzioso milionario.
Sarebbe da chiedere al trio delle meraviglie (Adinolfi-Tripodi-Carnevale) cosa facessero mentre la città veniva spacchettata dal punto urbanistico creando volumetrie superiori a quelle consentite.
Cosi come magari sarebbe interessante conoscere il loro pensiero sulle operazioni immobiliari operate durante l’amministrazione Zaccheo, in relazione alle quali Latina Tu ha ricostruito la storia con l’inchiesta dal titolo “Latina all’asta”, divisa in tre parti: Latina all’asta (prima parte), Latina all’asta (seconda parte), Latina all’asta (terza parte).
Sorge quindi inevitabile una domanda: è affidabile per il futuro della nostra città gente che ha la faccia tosta di incensare Vincenzo Zaccheo dopo i disastri combinati durante le sue amministrazioni?
LEGA MADE IN LATINA COME LA PEGGIORE PARTITOCRAZIA
Da parte della Lega made in Latina è in atto una ridicola operazione di accattonaggio politico attraverso la quale sta raccattando tutto quello che le capita, passando da consiglieri comunali di Latina eletti nel PD (Massimiliano Carnevale) alla pattuglia di semisconosciuti reduci ex AN guidata da Giuseppe Mochi.
Insomma Lega made in Latina assomiglia sempre di più ad una sorta di bidone politico per la raccolta di merce scaduta con su scritto “Arieccoli” e sta dimostrando di non essere assolutamente in grado di esprimere una classe dirigente che possa proporsi per governare la città di Latina.
Tale aspetto in realtà riguarda tutta l’area del centro-destra latinense. Basti pensare ai nuovi e sempre vecchi leader di Fratelli d’Italia a Latina, vale a dire i “Fratoni d’Italia made in Latina” Nicola Calandrini ed Enrico Tiero (tra l’altro anche loro pesantemente coinvolti nelle amministrazioni a guida Zaccheo).
È evidente quindi che a Latina il centrodestra non può rappresentare una valida alternativa all’amministrazione targata LBC, che ha deluso gran parte dei cittadini di Latina e adesso, tra l’altro, si sta caratterizzando per il suo connubio con il nuovo segretario del PD Nicola Zingaretti (come messo in rilievo nell’articolo “Latina Bene Comune, da lista civica a lista civetta”).