Nel comunicato del gruppo civico Itricontatto, datato 15 luglio, veniva denunciata un’emergenza di cui pochi in provincia conoscono la gravità e l’entità. Stiamo parlando dei miasmi insistenti che da tempo infestano la vita dei cittadini di Itri in località Calabretto (in foto). Effluvi odorigeni, sostanze chimiche e immobilismo della politica, il tutto originatosi da una discarica abusiva che nessuno ha bonificato e che continua a preoccupare famiglie e cittadini.
Fatto sta che siamo arrivati al punto limite, tanto è che ormai le segnalazioni non si contano più. L’ultima denuncia pubblica è per bocca del consigliere comunale di opposizione Osvaldo Agresti (M5S) che, in un video dal suo profilo Facebook pubblicato ieri, invita il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio a non fare del “doppiogiochismo” perché, parafrasando Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Ma cosa sta succedendo in località Calabretto? E con chi ce l’ha Agresti?
Il consigliere comunale rivolge la sua attenzione alle responsabilità del sindaco Fargiorgio che, con una lettera che si è “scritto da solo su Latina Oggi”, si è auto-incensato avendo preso in carico il problema. Ma il problema, dice Agresti, non è nato dal nulla, e neanche da poco. A differenza della malcelata sorpresa del sindaco, Agresti ricorda che la discarica abusiva è nota: da due anni i Carabinieri forestali di Itri chiedono al Comune di rimuovere immediatamente e con urgenza la discarica messa sotto sequestro per il timore che crolli rovinosamente sulla ferrovia sottostante. “Signor Sindaco” – si domanda ironicamente Agresti – “lei fa l’eroe e si accorge dopo due anni che c’è la discarica? Eroe, un paio di ciufoli! Avrebbe dovuto rimuoverla due anni fa!“.
Il consigliere pentastellato insiste, poi, aprendo un altro fronte, quello di chi dovrebbe pagare. E la storia diventa ancor più spinosa e scomoda.
Secondo Agresti, la maggioranza e il Sindaco vorrebbero approvare nel bilancio un impegno di spesa di 25mila euro per mettere in sicurezza la discarica. Soldi che farebbero da apripista al compimento del lavoro che ammonterebbe, per la bonifica intera (secondo i due preventivi disposti), a una cifra tra gli 800mila e il milione di euro. “Scusi signor sindaco” – insiste Agresti – “non vorrei che la procedura che normalmente si richiede a chi è proprietario e responsabile degli sversamenti dell’area” non venga applicata – sversamenti che secondo Agresti sono già stati certificati da due persone scovate a gettare rifiuti.
Ma a chi si riferisce il consigliere, chi sarebbe il proprietario del terreno a cui si vuole abbonare il ripristino dei luoghi contaminati? “Non sarà perché forse il proprietario del terreno è padre di un famoso politico itrano che gestisce la squadra di calcio (ndr: Nuova Itri) e che ha già fatto un danno erariale a questo Comune? Signor Sindaco – conclude Agresti – “non faccia diventare le questioni che devono pagare dei privati gravemente responsabili, un costo sulla testa dei cittadini. La vuole smettere di tenere due mani su due tavoli diversi? Il doppiogiochismo – rivolto al Sindaco Fargiorgio – deve finire“. Poi, l’affondo finale: “Vogliamo che la procedura di infrazione alla persona che è proprietaria di quei terreni, padre di un politico famoso di Itri, vada in porto perché sono quelle persone a dover pagare il danno non i cittadini. Voglio sapere quali azioni legali si muoveranno nei confronti del privato per imporgli di pagare i danni causati dai suoi abusi“.
Il politico cui si riferisce Osvaldo Agresti è Vincenzo Ialongo (un parente sarebbe, a detta del consigliere, proprietario dei terreni su cui insiste la discarica). Ialongo è una vecchia conoscenza della politica itrana: già finito al centro di una nota indagine giudiziaria, ovvero quella sullo scandalo rifiuti sull’isola di Ponza e difeso proprio dal sindaco di Itri Antonio Fargiorgio che di mestiere fa l’avvocato. Come scrivevamo su Latina Tu, la carriera di Ialongo è lunga, sia dal punto di vista politico che istituzionale, e da Itri l’ha portato a Roma: consigliere comunale e più volte assessore a Itri, membro del Consind sudpontino, funzionario provinciale e dirigente sia al Comune di Fondi che all’ente parco dei Monti Aurunci e infine approdato in Regione dove, ad oggi, ricopre il ruolo di Direttore del Servizio Tecnico, Organismi di controllo e garanzia.
Ad ogni modo, come confermato da più parti, lo scorso 14 luglio i Carabinieri Forestali e i Vigili del Fuoco hanno effettuato un sopralluogo, prendendo atto di quanto sta avvenendo, ma le denunce continuano e l’esasperazione è tanta, dovuta all’odore insopportabile sprigionato.
Non può sfuggire quanto scritto da un utente su Facebook, Carlo Avallone, che sentito da Latina Tu ci tiene a dire che scrive come cittadino (fa parte dell’Arma dei Carabinieri) e ci dice che sarebbe stato aperto un fascicolo alla Procura di Cassino: “C’è chi è fuggito dalla c.d. Terra dei Fuochi per venire a vivere in questa piccola contrada di questo meraviglioso territorio, eppure ha trovato, dopo tanti sacrifici economici, del veleno sotto casa propria – scriveva Avallone il 20 luglio – Tutti sanno, tutti sapevano e nessuno, purtroppo, farà mai abbastanza per la salute nostra, dei nostri figli e della nostra amata terra.
La nuova frontiera del facile guadagno oggi non è più prerogativa dei più blasonati clan camorristici, la nuova frontiera del facile guadagno oggi è di facile dominio da parte di gente da 4 soldi che per 4 spiccioli è disposta ad avvelenarsi e a far avvelenare il prossimo. Per 4 soldi di notte fa sversare VELENI nelle proprie terre e in quelle del vicinato (ignari e poveri cristi). Sono giorni che respiriamo veleni, sono giorni che il fetore acre ti sveglia al mattino presto, prende a gola e occhi ed arriva fino al lungomare di Vindicio a Formia.
Questo “percolato” a breve, con le prime piogge giungerà, tramite il Pontone, in mare, direttamente di fronte alle gabbie di itticoltura e allevamento dei mitili e forse anche sulla pelle di qualche ignaro bagnante e surfista. Confidiamo in una rapida azione da parte di questa Amministrazione Comunale e delle forze di polizia preposte, nonché della A. G. competente, non solo in una idonea bonifica, ma anche per una pena esemplare per vili venditori di morte 💀 e invito coloro che sanno a parlare e soprattutto a vigilare sulle proprie contrade, di tutto il Comune, perché Itri è fatta soprattutto di silenti e grandi contrade. Segnalate qualsiasi movimento o veicolo strano, fotografate, condividete. La condivisione è ciò che può tenerci uniti per stroncare sul nascere lo spargimento di veleni che ormai non è più solo caratteristica delle martoriate terre campane“.
Parole molto dure di amarissima conferma. La terra pontina sembra camminare su un filo ininterrotto di bonifiche mancate, giochi tra pubblico e privato ancorché remuneranti, ingiustizie ambientali a carico di tasche e salute dei cittadini. Da Borgo Montello a Mazzocchio fino a Calabretto un unico comun denominatore: la disperazione dei cittadini in una terra che pare proprio sia abbandonata da Dio causa interessi…molto terreni.