ESPROPRIO PARCO DEI MILLE AD APRILIA: OK DELLA GIUNTA AL PAGAMENTO DI 9 MILIONI DI EURO

Comune di Aprilia
Comune di Aprilia

Sentenza esproprio parco via dei Mille nel Comune di Aprilia, la Giunta Principi approva la transazione da 9 milioni di euro

Dopo l’annuncio dello scorso fine febbraio, con il quale il sindaco Lanfranco Principi proclamava la città “salva” da un dissesto finanziario, arriva l’atto ufficiale con cui la Giunta delibera la transazione milionaria a favore della Costruzioni Civili Aprilia srl in liquidazione per l’annosa vicenda che riguarda l’esproprio di via dei Mille finalizzato alla realizzazione del Parco Falcone e Borsellino.

La mazzata per il Comune di Aprilia è stata resa definitiva a fine dicembre quando la I sezione civile della Corte di Cassazione a giudicare improcedibile il ricorso presentato dal Comune di Aprilia contro una pronuncia della Corte d’Appello di Roma e le società Costruzioni civili Aprilia e Costruzioni immobiliari Aprilia, entrambe srl in liquidazione.

Una storia lunga che iniziata addirittura nel 1985 quando la Costruzioni Civili Aprilia convenne in giudizio davanti al Tribunale di Latina il Comune di Aprilia, esponendo di essere proprietaria di un’area di terreno occupata nel 1979 dal Comune e da questo irreversibilmente trasformata con la realizzazione di un parco pubblico, per l’appunto il Parco dei Mille (Falcone e Borsellino), senza che fosse intervenuto decreto di espropriazione, e che era stato annullato dal TAR del Lazio il decreto di occupazione. La società chiedeva la condanna dell’ente convenuto al risarcimento dei danni subiti.

Come ricostruisce la Cassazione, si oppose il Comune di Aprilia, eccependo preliminarmente il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. Successivamente, con sentenza del 28 giugno 2002, il Tribunale pontino, accertata l’illegittimità dell’occupazione e la destinazione edilizia dell’area, accolse la domanda dei privati, condannando il Comune di Aprilia al pagamento della somma di 1.371.855 euro oltre rivalutazione e interessi.

Il Comune di Aprilia si oppose in Appello contro quella decisione e i giudici di secondo grado, nel 2008, giudicarono inammissibile il ricorso contro la Costruzioni Immobiliari Nuova Aprilia che si costituì unitamente alla originaria società Costruzioni Civili Aprilia.

Dopo quella seconda pronuncia che gli dava torto, il Comune di Aprilia ha proposto due ricorsi sollevando due motivi di violazione delle norme. La Cassazione, nel 2015, accolse entrambi i ricorsi, e cassò la sentenza impugnata, rinviando, anche per le spese, alla Corte di appello di Roma, in diversa composizione.

Il nuovo round in Appello fu un disastro per il Comune di Aprilia. I giudici di secondo grado, con un diverso collegio, accolsero, nel 2018, l’appello principale del Comune, ma anche quello incidentale della Costruzioni Civili Aprilia e, in riforma della sentenza di primo grado, condannò il Comune di Aprilia a pagare alla Costruzioni Civili la somma di 8.075.204 euro e la somma di 1.211.278 euro, oltre accessori e spese dell’intero giudizio. Circa 9,2 milioni di euro a carico dell’ente di Piazza Roma. In questa sentenza, la Corte ha confermato l’irreversibile trasformazione del fondo occupato, considerato di natura edificabile, alla stregua del previgente programma di fabbricazione, stante il carattere espropriativo del vincolo a parco pubblico imposto dal piano regolatore generale.

Infine, il Comune di Aprilia ha provato a ricorrere di nuovo davanti alla Cassazione contro la sentenza dell’Appello che lo ha aveva condannato a pagare oltre nove milioni di euro. A dicembre è arrivata la irrevocabile sentenza della Cassazione dopo un iter giudiziario lungo 38 anni.

A dare torto al Comune è la tempistica. Il ricorso, infatti, come motiva la Cassazione, non supera neppure la cosiddetta “prova di resistenza”, perché la sentenza dell’Appello che condannava l’ente è stata pubblicata il 13 luglio 2018 e il ricorso del medesimo Comune è stato notificato solo il 19 ottobre 2018. Secondo quanto calcolato dal Comune, vanno ad essere sommate, oltreché i circa 9 milioni di euro, anche le somme derivati da interessi e altre voci. La cifra da pagare è quindi intorno ai 20 milioni di euro. 

Succede però che le parti hanno intavolato una trattativa riservata per valutare la possibilità di addivenire ad un accordo, successivamente trovato lo scorso febbraio. È l’avvocato Claudio Manzia, che assiste la Costruzioni Civili Aprilia in liquidazione ad inviare una proposta di definizione transattiva, con la quale – si legge nella delibera approvata dalla giunta Principi – sostanzialmente, la società, a fronte del suo complessivo credito di circa 20 milioni di euro, si dichiara disposta ad accettare la minor somma di 9.075.204,37 euro, con possibilità di dilazionare una parte del suddetto importo in più annualità, nonché la ulteriore somma di 93.583,68 euro a titolo di rimborso delle spese di giudizio.

Una proposta che il Comune accetta trovando “la proposta transattiva particolarmente vantaggiosa per l’Amministrazione civica, in quanto consente all’Ente non solo di evitare l’esborso di denaro a titolo di interessi legali maturati sulla sorte capitale, di cui alla sentenza della Corte di Appello di Roma n. 4874/2018 – pari a circa 11 milioni di euro-, ma comporta altresì per il comune di Aprilia un risparmio -seppur minore – di 211.278,80 su quanto lo stesso avrebbe dovuto pagare per sorte in virtù del medesimo titolo esecutivo, nonché la possibilità di dilazionare il debito effettivamente dovuto in un periodo di tempo congruo rispetto alla capacità finanziaria attuale”.

Articolo precedente

FORNI CREMATORI: “LA REGIONE ANCORA UNA VOLTA NON TUTELA I TERRITORI”

Articolo successivo

POSTE ITALIANE: ANCHE IN PROVINCIA DI LATINA APERTE LE SELEZIONI PER CONSULENTI FINANZIARI 

Ultime da Cronaca