DISCARICA A LATINA: LE CONTRADDIZIONI DI UN RICATTO POLITICO

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Massimiliano Valeriani e la mappa degli invasi a Borgo Montello
Massimiliano Valeriani e la mappa degli invasi a Borgo Montello

L’Assessore ai Rifiuti della Regione Lazio Massimiliano Valeriani dà tempo 10 giorni ai sindaci della provincia per decidere su discarica e impianti dove raccogliere e lavorare i rifiuti del territorio pontino

È con una lettera recapitata prima al Presidente della Provincia Carlo Medici (e probabilmente al Sindaco di Latina) e, a catena, a tutti i Sindaci, che l’assessore dei Rifiuti regionale Valeriani sollecita i primi cittadini pontini a dare concretezza all’agognato piano dei rifiuti.

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In sintesi, i rappresentanti eletti devono scegliere, così come previsto dai piani regionale e provinciale, una discarica e due impianti di trattamento dei rifiuti a controllo pubblico. Per farlo, i sindaci della provincia si sono dotati di uno strumento – il comitato ristretto di cui fanno parte alcuni amministratori dei comuni pontini – con cui scremare e scegliere, prevedendo inoltre un Ato e un Consorzio di gestione.

Carlo Medici, Presidente della Provincia di Latina e Sindaco di Pontinia
Carlo Medici, Presidente della Provincia di Latina e Sindaco di Pontinia

Dapprima furono indicati quattro siti per la discarica (Latina, Cisterna, Sezze e Sermoneta), generando la rabbia dei consigli comunali di Sezze e Sermoneta che hanno detto assolutamente no ad ospitare un deposito rifiuti per tutti i comuni (alla storia che sarebbe solo frazione secca della monnezza, checché ne dica Medici, non ci crede nessuno o quasi). Per la cronaca, invece, a Cisterna nessun consigliere comunale ha proferito verbo consapevoli probabilmente che Carturan ha già dato il via libera per uno dei due impianti di trattamento rifiuti previsti da piano provinciale.

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A Latina, zero carbonella, nonostante il pericolo riapertura Borgo Montello sia incombente: né una voce dai consiglieri comunali di maggioranza né, altrettanto incredibilmente, dai consiglieri comunali di minoranza che avrebbero potuto mettere in crisi Latina Bene Comune e costringerli a dire no a qualsiasi proposito sul territorio.

A tal punto che l’unico ad aver fatto trapelare un no netto al posizionamento di una nuova discarica a Latina è stato il management della Plasmon poiché è vicino al noto stabilimento che avrebbero voluto (vogliono) piazzare il nuovo grande invaso.

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In seguito, tramite una voce arrivata al solito monopolio dell’informazione, Medici ha comunicato che ci sono otto cave tra Sezze, Priverno, Terracina, Castelforte, Cisterna, Cori e Aprilia, senza che neanche i sindaci di quei territori fossero ben informati.

Una prospettiva, quest’ultima, che si è persa però dopo pochi giorni. O almeno non sono date sapere, al momento, neanche le particelle su cui sarebbero state individuate le aree ritenute utili alla realizzazione della nuova discarica.

Massimiliano Valeriani
Massimiliano Valeriani

Ricorda Valeriani, nella lettera datata 20 novembre 2020 indirizzata a Presidente della Provincia di Latina e Sindaci, che “dopo l’approvazione PGR esistono opportunità di finanziare impianti a proprietà pubblica con risorse regionali appositamente previste proprio perché tali impianti sono una garanzia maggiore a gestioni improntate al solo interesse pubblico“. Bene, benissimo.

Messa così, in effetti, sembra che la Regione sia il poliziotto buono e i sindaci della provincia quello cattivo e anche un po’ tonto. Solo che Valeriani torna a bomba su uno scambio, o per meglio dire un ricatto politico, che non è nuovo alle latitudini pontine. O indicate i siti, oppure vi riapriamo Borgo Montello e, in second’ordine, spingiamo sull’ipotesi Aprilia, in località La Gogna.

La Cogna
La Cogna

Non è possibile – scrive l’Assessore ai Rifiuti regionale – procrastinare ulteriormente le scelte per vostra Provincia, laddove non arrivino proposte pubbliche, saranno le proposte dei soggetti privati ad essere l’unica alternativa. Vi ricordo che per il territorio della Provincia di Latina vi sono procedimenti presso gli uffici che insistono sul sito di Borgo Montello oltre che la recente proposta nel Comune di Aprilia“.

Sia in Via Monfalcone, a Latina, che nel sito apriliano, ci sono in piedi richieste di privati per stoccare e/o lavorare i rifiuti. A Borgo Montello i due gestori privati degli invasi Ecoambiente (controllata dal gruppo Cerroni) e Indeco srl; a La Cogna, la richiesta di deposito rifiuti, in cambio della bonifica dei terreni in Via Savuto, da parte della Paguro srl riconducibile al patron di Rida Ambiente Fabio Altissimi, proprietario dell’impianto Tmb in Via Valcamonica.

Tuttavia, è bene ricordare che Borgo Montello ancora lavora, in quella che dovrebbe essere la post-gestione, con biogas e fotovoltaico, senza contare gli appetiti delle due società che non mollano.

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Ora Valeriani e i rappresentanti locali dovrebbero spiegare una volta per tutte il confine tra area tecnica e indirizzo che danno gli eletti del popolo: quando qualcuno prova ad obiettare che si dovrebbero bloccare le autorizzazioni alle società nell’area di Montello, viene risposto che di quello si occupa l’Area tecnica della Direzione guidata dalla Dirigente regionale Flaminia Tosini.

E allora, come mai l’assessore Valeriani si avventura a dire che i sindaci debbano scegliere i siti a gestione pubblica, se tanto, inesorabilmente, autorizzazioni e nuovi progetti rimangono al vaglio dei tecnici regionali?

Delle due l’una: o la parte politica poteva intervenire sulle richieste inerenti l’ammalorata e inquinata Borgo Montello e si è rimasti silenti, oppure si è pericolosamente vicini al pacco di Natale. Ossia: i sindaci sceglieranno la nuova discarica e i nuovi impianti con il carico di proteste fisiologiche che ne scaturiranno da parte dei cittadini coinvolti, intanto i privati andranno avanti con i procedimenti e le richieste di nuove volumetrie anche nella discarica di Borgo Montello o nell’area dell’ex cava di La Cogna, con il risultato che avremo discariche e impianti pubblici e privati e il retroscena da parafrasi cinematografica: vizi privati e (non) pubbliche virtù. Autorizzazioni, inoltre, con tutta probabilità mascherate da qualche dicitura tecnico-burocratica

Discarica Montello
Discarica di Borgo Montello (foto da www.agoraregionelazio.com/)

Su La Cogna, il pericolo sembra più lontano: da pochi giorni il consiglio comunale apriliano ha votato all’unanimità il no al progetto. Tuttavia, a febbraio 2020, prima della pandemia, anche il consiglio comunale di Latina ha votato per il no alla riapertura della quarta discarica d’Italia, quella di Borgo Montello.

Eppure, sia Valeriani che, prima di lui, alla stregua di prefiche, i dirigenti massimi del Pd latinense – Moscardelli, Forte, La Penna, Zuliani e Cozzolino (prima di essere sostituito come segretario comunale da Franca Rieti) – avevano vergato, tramite verbo scritto, lo stesso monito che in italiano può essere tradotto con l’espressione di ricatto politico. I cinque moschettieri dei Dem locali si erano spinti anche oltre: o Latina città (4 su 5 che avevano firmato quella lettera sono latinensi) accetta un sito dove piazzare la nuova discarica oppure si riapre Borgo Montello. Ammantando, peraltro, questa genialata, dal momento che Montello è un mostro il cui solo pensiero di associarvi la parola riapertura sarebbe materia da neurodeliri, come una prova di responsabilità.

E pensare che, come scritto più volte, la Relazione sulla Discarica di Borgo Montello, scaturita dalla Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella XVII legislatura (quella precedente a questa), era firmata da un parlamentare, nonché Presidente, del PD: Alessandro Bratti, ad oggi Direttore Generale Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ecco, da quella relazione – non ci scorderemo mai di ricordarlo – è uscito fuori un quadro netto sulla provincia di Latina e, in particolare, sul sito di Montello: anni di camorra, affari e politica incapace ancorché compiacente e collusa.

Eppure, questi continuano a parlare di Montello…

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