IL RICATTO DEI DEM LOCALI E REGIONALI PER UNA NUOVA DISCARICA TRA TOR TRE PONTI E LATINA SCALO

Al centro Claudio Moscardelli. In senso anti-orario Nicoletta Zuliani, Enrico Forte, Salvatore La Penna e Alessandro Cozzolino. In fondo a destra la mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello
Al centro Claudio Moscardelli. In senso anti-orario Nicoletta Zuliani, Enrico Forte, Salvatore La Penna e Alessandro Cozzolino. In fondo a destra la mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello

Dopo mesi di immobilismo, il Presidente della Provincia Carlo Medici (PD) convoca per lunedì 11 maggio la conferenza dei sindaci: sul piatto la scelta dei siti su cui realizzare il previsto piano provinciale che ha il dovere di chiudere il ciclo dei rifiuti nel territorio pontino (o Ato), così come previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti. Il PD locale, con una nota della segreteria provinciale, avanza la sua proposta, l’ipotesi più temuta: individuare la discarica di servizio nel capoluogo di provincia, a Latina, già gravata dai quasi cinquant’anni della quarta discarica d’Italia sita a Borgo Montello

La doverosa premessa è ricordare di cosa si parli quando si fa menzione del piano provinciale dei rifiuti, il cui unico merito, sul lato degli amministratori pubblici del territorio pontino, è di averlo vidimato prima delle altre province del Lazio. Il 12 aprile 2018, infatti, il Piano del ciclo integrato rifiuti urbani provinciale fu approvato e votato definitivamente dal Consiglio Provinciale di Latina in base agli emendamenti approvati dall’Assemblea dei sindaci datata 23 febbraio 2018. 

CHE COSA DICE QUEL PIANO? – Da come è stato votato, prevederebbe 2 impianti per la frazione organica da raccolta differenziata2 centri di trasferenza di eccellenza, di frazione di rifiuti già differenziati baricentrici per tutta la provincia per il trattamento e il recupero di multi materiale, carta, plastica, metalli e la residua produzione di CSS, combustibili solidi secondari e, infine, un centro di trasferenza, per l’ottimazione del trasporto ai due centri di trasferenza di eccellenza

Carlo Medici, sindaco di Pontinia e Presidente della Provincia
Carlo Medici, sindaco di Pontinia e Presidente della Provincia

A parte il linguaggio tecnico-burocratico, sempre poco palatabile e a rischio di non essere compreso fino in fondo, ciò che vanno scelti, o meglio che andavano scelti da un pezzo, sono una Discarica di servizio che dovrebbe accogliere tutto ciò che non si riesce a differenziare e lavorare con i Tmb e due centri di compostaggio. Impianti e sito che, secondo i desiderata di amministratori e politici pontini, sarebbero gestiti interamente dal pubblico (un Consorzio). Una notizia che può essere buona o cattiva a seconda dei punti di vista: è sufficiente vedere la gestione traballante dell’Abc di Latina per capire che il pubblico non sia per forza sinonimo di efficienza, ma è bastevole guardare a quella che era Latina Ambiente Spa (un animale strano pubblico-privato) per comprendere che anche con il privato le cose non è che andavano proprio benissimo, anzi è stata ed è tuttora per le casse del Bilancio del Comune di Latina una catastrofe (ndr: solo pochi giorni fa è stato votato dal Consiglio comunale di Latina un debito fuori bilancio di oltre 4 milioni di euro causati dalla gestione a marca Latina Ambiente).

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Ma quelle sono/erano società che si occupano di raccolta rifiuti, qui e adesso la vera partita si gioca attorno a un sito che dovrebbe raccogliere tutta la monnezza della provincia, Roma permettendo – visto che i piani regionali e provinciali si votano ma, negli anni, il posto alle deroghe, con rifiuti di altri lidi extra-provinciali, si fa sempre, e purtroppo, a tempo a trovarlo: la Storia della monnezza d’Italia docet.

Succede allora che da gennaio, il Presidente della Provincia Carlo Medici decide di iniziare un ciclo di incontri, ogni giovedì della settimana, in via Costa: un’assemblea o conferenza di tutti e 33 i sindaci della provincia per decidere sugli impianti e sulla discarica di servizio che serviranno a chiudere il ciclo dei rifiuti.

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L’idea è buona, non c’è dubbio, solo che partendo da giovedì 23 gennaio, il tavolo si riunisce per qualche settimana, tra defezioni di primi cittadini e delegati inviati, e non riesce a trovare alcuna soluzione. Esce fuori, sempre dalle segrete stanze del Partito Democratico, molto attento alla questione rifiuti (governa Regione e Provincia, non potrebbe essere altrimenti, e non ha mai sgradito interlocuzioni con i signori della monnezza), il nome di Fondi per la discarica di servizio. Una voce che però si è affievolita nel momento in cui è stata appena sussurrata.

Per l’impianto di compostaggio, invece, ad aprile scorso il Comune di Cisterna, tramite una delibera della Giunta, dà l’avvio al progetto per l’impianto comunale di compostaggio per i rifiuti organici. Comunale sì, ma da più parti si crede, con un alto grado di probabilità, che la Giunta Carturan abbia tolto d’impaccio, almeno per uno dei due impianti di compostaggio a controllo pubblico previsto dal piano provinciale, i sindaci della provincia.

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Ora, però, complice il Coronavirus che ha bloccato il Paese, le nostre esistenze e figurarsi un tavolo provinciale che aveva sul groppone la responsabilità di scegliere una discarica dove piazzare la monnezza di tutti e 33 i Comuni della provincia, il Presidente della Provincia Carlo Medici si accorge, probabilmente pressato dalla Regione e dal suo Partito, che non c’è più tempo da perdere e allora riconvoca il tavolo sospeso che, stavolta, si chiama, in linea con i tempi stravolti dal Covid-19, videoconferenza dei sindaci della provincia pontina.

Bisogna decidere, e farlo in fretta, quali saranno le aree su cui realizzare gli impianti e i siti del piano provinciale dei rifiuti. E allora ecco arrivare, come un treno senza comando, la nota della segreteria provinciale del PD, un partito che sopratutto, e storicamente, nel capoluogo di provincia non ne ha mai azzeccata una e per non deludere il suo passato si conferma.

Moscardelli
Claudio Moscardelli, segretario provinciale dei Partito Democratico a Latina. È stato senatore della Repubblica, consigliere regionale e comunale, oltreché a due volte candidato sindaco di Latina

LA NOTA – “È necessario scegliere un sito di stoccaggio della frazione secca dei rifiuti non più riciclabili dopo il trattamento presso gli impianti Tmb (Trattamento Meccanico Biologioco) – riferendosi alla Discarica di servizio di cui sopra – Occorre dunque individuare un sito in zona industriale e il PD sostiene e apprezza l’azione del Presidente Carlo Medici. Successivamente alla conferenza di servizi di inizio febbraio in Regione, il Presidente ha riunito più volte l’assemblea dei Sindaci per affrontare il tema ed adottare una soluzione condivisa. Si tratta di un sito assolutamente privo di ricadute in termini di emissioni o di inquinamento” – questo, ça va sans dire, rimane tutto da dimostrare sul campo. Ma andiamo avanti con la prelibatezza della nota.
Il PD è per fare scelte senza demandarle alla Regione che altrimenti sarebbe costretta a fare. Il Presidente della Provincia si è attivato in queste assemblee con i Sindaci anche per organizzare un Consorzio Pubblico di Comuni per realizzare e per gestire un impianto moderno con tecnologia anaerobica per trattare l’umido . Si tratta di impianti di ultima generazioni privi di emissioni e in grado di assicurare un trattamento dell’umido senza causare problemi al territorio” – ancora più da dimostrare, considerati gli esempi che non mancano in provincia e nel Lazio.
In questo contesto il PD ribadisce un punto fondamentale: si conferma l’esclusione dal ciclo dei rifiuti della discarica di Borgo Montello che è chiusa e che deve rimanere chiusa Unica attività possibile e necessaria deve essere la bonifica” – come se a deciderlo fossero stati loro, ossia i Dem locali.
Anche per l’amministrazione provinciale non ci sono condizioni per l’ampliamento, articolando in un preciso elaborato le motivazioni al diniego: insufficienti le condizioni per autorizzare volumetrie anche esaminando i procedimenti di Aia e Via, per i quali sia gli enti territoriali, sia Arpa Lazio hanno espresso pareri condizionati alla bonifica. Prima della conferenza dei servizi ci furono molte prese di posizione contro l’utilizzo di Borgo Montello” – Borgo Montello, per farla breve, rimane chiusa (grazie non alla politica ma sopratutto alla magistratura) ma c’è un “ma”, partorito dalle righe di questo ukase, in forma di nota, firmato da Claudio Moscardelli, Enrico Forte, Salvatore La Penna, Nicoletta Zuliani e Alessandro Cozzolino. Un “ma” che a leggerlo fa comprendere perché i Dem qui a Latina hanno sempre preso bastonate nelle urne alle elezioni amministrative.
Il Pd è favorevole all’individuazione anche nel Comune di Latina in area industriale per il sito in questione. Il Comune di Latina ha un’estensione enorme , ha tra le percentuali più basse di raccolta differenziata della Provincia e non può sottrarsi dall’indicare una soluzione. Ci sono aree e siti nel Comune di Latina ricadenti nell’ambito del Consorzio Industriale che possono essere immediatamente destinati allo scopo, determinando così anche la salvaguardia dell’esclusione di Borgo Montello dal tema rifiuti. Se vogliamo essere credibili nel sostenere la non utilizzabilità di Borgo Montello tutti debbono farsi carico di una scelta. Latina in testa ma anche gli altri Comuni, di ogni colore politico , civici, PD, centrodestra. Diversamente, l’indisponibilità a scegliere un’area per il sito di stoccaggio per poi protestare contro un provvedimento regionale di utilizzo di Borgo Montello sarebbe pura demagogia“.

A parte l’accenno alla bassa percentuale di raccolta differenziata che dovrebbe giustificare l’individuazione della discarica di servizio di Latina – una logica incomprensibile e grottesca che potrebbe suonare così: cittadini incivili non differenziate? E allora vi beccate la discarica! – quello che veramente sarebbe da studiare della classe dirigente del Pd è l’assoluta vocazione al masochismo.

A firmare la nota sono, quattro su cinque, cittadini latinensi prima di essere politici: Moscardelli (ex senatore, ora segretario provinciale Dem), Forte (consigliere regionale), Zuliani (consigliera comunale) e Cozzolino (ex consigliere comunale e attuale segretario comunale). È mai possibile che quattro latinensi firmino una nota così dura nei confronti della loro città che sostanzialmente sostiene: adesso vi sorbite la discarica perché sennò i nostri capi in Regione ci riaprono Borgo Montello? Ma dove hanno imparato a fare politica lor signori? Da Tafazzi?

Se vogliamo essere credibili nel sostenere la non utilizzabilità di Borgo Montello tutti debbono farsi carico di una scelta. Latina in testa” – scrivono i cinque leader dem della provincia pontina (tra di loro anche il setino La Penna che, per dirla con Ricucci, “fa il monnezzaro col culo degli altri”). Quindi scopriamo che, secondo i Nostri, per sostenere la non utilizzabilità della discarica di Borgo Montello non sono bastati quaranta anni di mala-gestione, inquinamento, inchieste, processi, camorra double face prima i Bardellino poi gli Schiavone. No, per loro, per essere credibili, bisogna aprirne un’altra di discarica, e sempre a Latina. Eppure sarebbe stato sufficiente leggere, da parte dei cinque Dem, la relazione della Commissione Bicamerale “Ecomafie” che nel dicembre 2017 ha scritto parole ultimative su qualsiasi possibile riapertura della discarica di Borgo Montello. Indovinate da chi era presieduta quella Commissione? Da Alessandro Bratti, proprio dello stesso partito dei cinque Dem locali. Sì, è proprio vero, oltreché a Tafazzi, serve ricorrere a uno bravo, uno tipo come Freud, per comprendere la logica dei Dirigenti locali del Partito Democratico.

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