DIRTY GLASS: LUCIANO IANNOTTA RIMANE IN CARCERE, LA DECISIONE DEL RIESAME

Luciano Iannotta (foto da sportpontino
Luciano Iannotta (foto da sportpontino.com)

Operazione Dirty Glass: Luciano Iannotta, imprenditore di Sonnino arrestato il 16 settembre, resta recluso in carcere. Il Riesame ha detto no

Stamani, il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del noto uomo d’affari Luciano Iannotta, Presidente del Terracina Calcio e, fino all’arresto, Presidente di Confartigianato pontina, oltre ad essere rappresentante legale e di fatto di decine e decine di società in molti rami imprenditoriali.

Gli avvocati di Iannotta, Renato Archidiacono e Ugo Cardosi, avevano presentato istanza di scarcerazione con le memorie difensive, chiedendo la scarcerazione per il loro assistito o una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari.

Il Tribunale della Libertà, però, ha detto no dopo che nei giorni scorsi aveva liberato un altro indagato eccellente dell’inchiesta denominata Dirty Glass: Pasquale Pirolo, il cui curriculum criminale vede il suo battesimo riconducibile all’antico legame con il fondatore del Clan dei Casalesi in persona, Antonio Bardellino.

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Le motivazioni per Iannotta saranno rese note tra 30 giorni ma era una decisione nell’aria. Infatti, mentre per Pirolo si sono aperte le porte del carcere, il braccio destro di Iannotta, Luciano De Gregoris, pur vedendosi cadere un capo d’accusa dal Riesame, è rimasto in carcere avendo i giudici ritenute fondate le altre accuse.

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Come noto, l’inchiesta Dirty Glass è stata condotta dai pubblici ministeri Luigia Spinelli, Claudio De Lazzaro, Corrado Fasanelli, col coordinamento del procuratore aggiunto della Procura di Roma Ilaria Calò. L’inchiesta, nata con la scoperta da parte della Squadra Mobile di Latina di una falsa estorsione ai danni di De Gregoris, si è dipanata con la rilevazione di vari episodi contestati, in seguito, dagli inquirenti: reati tributari, fiscali, corruzione, rilevazione di segreto d’ufficio, bancarotta, persino un sequestro di due persone ed estorsioni con l’aggravante dei rapporti di Iannotta col clan rom Di Silvio, oltreché a vari collegamenti con sodalizi vicino alla ‘ndrangheta e alla camorra. Iannotta e il suo gruppo, su cui ruotavano tutti gli affari, aveva rapporti anche con appartenenti delle Forze dell’Ordine, tra i due Carabinieri indagati Michele Carfora Lettieri e Alessandro Sessa, e i Servizi Segreti. Per i due Carabinieri precitati, Carfora Lettieri e Alessandro Sessa, il Riesame, oggi, come per Iannotta, ha respinto l’istanza dei rispettivi legali ed entrambi rimangono agli arresti domiciliari così come disposto dall’ordinanza cautelare firmata dal gip di Roma Antonella Minunni.

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Da rilevare, infine, che uno dei quattro arrestati in carcere con l’operazione Dirty Glass, nonché uomo molto vicino a Iannotta, il faccendiere Natan Altomare, è stato scarcerato dal Gip dopo che la stessa Procura di Roma aveva chiesto per lui, dopo l’interrogatorio di garanzia, una misura più tenue. Solo pochi giorni fa, si è venuto a sapere che Altomare, ora ai domiciliari, a latere dell’interrogatorio suddetto, ha rilasciato dichiarazioni di una certa rilevanza (due verbali di interrogatori ne sono scaturiti) che, infatti, sono state portate dai pm in Aula, nel corso del Riesame, come integrazioni investigative a dar corpo alle accuse mentre si discuteva proprio la scarcerazione di Iannotta.

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