COOP, MIGRANTI, FALSE FATTURE E LAVORATORI NON PAGATI. PROCURA: INDAGINI DELLA GUARDIA DI FINANZA

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Marie Therese Mukamitsindo e la figlia Liliane Murakatete
Marie Thérèse Mukamitsindo e la figlia Liliane Murekatete

La Procura di Latina indaga su alcune irregolarità denunciate sul conto delle coop Karibu e Consorzio Aid

Arriva ufficiale la nota da Via Ezio sull’indagine aperta attorno alle cooperative di Marie Therese Mukamistindo. Il caso, come noto, è stato sollevato oltre un mese fa dal sindacato Uiltucs di Latina e oggi, 18 novembre, la Procura di Latina ha voluto, seppur molto discretamente, confermare un’indagine in corso. La denuncia del sindacato guidato dal Segretario Gianfranco Cartisano è quella relativa ai lavoratori della Coop Karibu e del Consorzio AID che “vogliono e pretendono stipendi non pagati”.

Peraltro, la Uiltucs Latina dal 30 settembre ha avvisato e richiesto un incontro urgente alla Prefettura di Latina. Un confronto che, però, come spiegava in una nota lo stesso sindacato, ancora a inizi di novembre non avveniva.

“Ad oggi – spiegava una nota del sindacato diffusa il 7 novembre – il contatore delle mensilità non pagate è arrivato a 400mila euro, non possiamo attendere. Il legale rappresentante Marie Therese Mukamitsindo ha sottoscritto gli accordi innanzi all’Ispettorato Territoriale del Lavoro dove si impegnava a pagare, mentre oggi è tutto disatteso. Al contempo la vicenda assume risvolti per noi della Uiltucs Latina, oscuri e pieni di contraddizioni”.

I lavoratori irregolari non contrattualizzati, secondo la ricostruzione del sindacato, sono stati invitati e perseguitati a produrre fatture false, dai responsabili della coop Karibu e consorzio Aid, il tutto al fine di essere retribuiti sul lavoro svolto ancora ad oggi e non pagato. “Possiamo documentare discussioni e messaggi telefonici”, scrivevano dalla Uiltucs. Tanto è che uno di quei messaggi è stato pubblicato anche da Latina Tu (di seguito).

In riferimento alle azioni messe in campo, la Prefettura di Latina ha pagato 4 lavoratori al posto della cooperativa debitrice, grazie all’articolo 30 comma 6 del Codice degli appalti che prevede il pagamento sostitutivo. I quattro hanno ottenuto nel complesso 48 mila euro. La Prefettura ha anche sollecitato i pagamenti dei Comuni di Latina e Roccagorga. Dall’accordo rimangono fuori altri 22 braccianti che devono ottenere 360 mila euro. “Il nostro obiettivo è che tutti vengano risarciti – sostiene Cartisano a La Stampa -. Speriamo di poter attuare il pagamento sostitutivo anche con altri Enti. Abbiamo interesse a dare dignità ai lavoratori che si sono dovuti licenziare per giusta causa perché da oltre un anno non venivano retribuiti”.

Le Coop, invece, fanno sapere che per i ritardi nei pagamenti c’è stato anche un problema con la sostituzione di un commercialista. Intanto, come riportato anche da il Fatto, i bilanci della Karibu a fine 2021 vedevano debiti totali per 2,26 milioni di euro, di cui 1,05 per tributi107 mila euro nei confronti dell’Inps63 mila verso soci e altri debiti per 375 mila euro. Il costo del personale era pari a 866 mila euro. Gli incassi erano azzerati rispetto ai 2,5 milioni del 2020. Con una perdita di 176 mila euro. Il Consorzio Aid invece a fronte di ricavi per 716 mila euro e una perdita di 65 mila aveva debiti totali per 260 mila euro. La presidente Aline Mutesi si è ridotta lo stipendio a 4 mila lordi mensili da 4.400.

Uno dei messaggi scambiati dai vertici della Coop e uno dei lavoratori che aspettando di essere pagati
Uno dei messaggi scambiati dai vertici della Coop e uno dei lavoratori che aspettando di essere pagati

La contraddizione evidenziata dall’inizio della vicenda sottolineata dal sindacato sarebbe palese, in effetti. Una grande anomalia nell’ambito degli “operatori mediatori e formatori impiegati nei progetto per lo sfruttamento e caporalato”, la definiva il Segretario Cartisano.

Secondo il sindacato, i lavoratori delle Coop, in alcuni casi, non percepivano lo stipendio da 15 mesi. Un vero paradosso: formatori e lavoratori dipendenti, che lavoravano per il contrasto al caporalato in agricoltura, non pagati dalla Coop Karibu e dal Consorzio Aid, affidatarie dei progetti, che non pagano e sfruttano lavoratori impiegati nel progetto contro lo sfruttamento del lavoro. Oltreché al lato dello sfruttamento del lavoro, si sono aggiunte anche le condizioni in cui verrebbero trattati i migranti gestiti dalle cooperative. Situazioni già sollevate anni fa, nel 2019, dal maliano Mohamed Ba, portavoce di tutti quei migranti un tempo ospiti delle strutture gestite dalla Karibù (anche minorenni), di cui Latina Tu ha ampiamente trattato in diversi articoli. Nei centri gestiti dalla coop vi sarebbe stata mancata erogazione dell’acqua e della corrente elettrica, probabilmente perché le bollette non sarebbero state pagate.

I due organismi – Aid e Kairbu – sono entrambi controllati da Marie Therese Mukamitsindo e in questi figurano, nei posti apicali, la figlia e il figlio. La figlia, Liliane Murakete, è, come noto, la moglie del deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, Aboubakar Soumahoro. Il parlamentare si sta spendendo in questi giorni e da sempre si è speso per difendere i diritti degli immigrati e proprio ieri, così come in passato, già molto conosciuto come dirigente dell’USB impegnato nella lotta contro il caporalato.

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Ieri, 17 novembre, nonostante le questioni sollevate fossero già di dominio pubblico da settimane, se non da anni, è scoccata la scintilla mediatica per un articolo di La Repubblica che citava il parlamentare Soumahoro, considerata anche la sua notorietà. Il deputato italo-ivoriano ha risposto piccato, minacciando querele, sulla stessa falsariga delle promesse di denunce, poi mai pervenute, arrivate nel 2019 dalla Mukamitsindo.

“Falso! – ha detto ieri Soumahoro – Non c’entro niente con tutto questo e non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell’Arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia. Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale. Per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l’arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l’anima in pace. A chi ha deciso, per interessi a me ignoti, di attaccarmi, dico: ci vediamo in tribunale! Ho dato mandato ai miei legali di perseguire penalmente chiunque infanga il mio nome o la mia immagine, mi diffama o getta ombra sulla mia reputazione. Non ho mai barattato e non baratterò mai la mia ricchezza spirituale con le ricchezze materiali, perché per me la ricchezza spirituale ha la supremazia su quella materiale. Siamo qui di passaggio. Per questo, per tutta la vita, ho camminato nella verità, ho agito nella trasparenza e ho esercitato con onestà la mia vocazione di lotta per un mondo di diritti, di dignità e di legalità”.”.

Una slavina che ha portato il gruppo Fratelli d’Italia della Camera dei Deputati ad annunciare il deposito di un’interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone per sollecitare eventuali provvedimenti nei confronti delle due cooperative Karibu e Consorzio Aid. “I fatti riportati dagli organi di stampa, se confermati, sono gravi e meritano un’immediata azione di trasparenza”, hanno scritto in una nota.

E non è mancata la reazione neanche alle lande pontine, con il capogruppo della Lega in consiglio regionale del Lazio, Angelo Tripodi, il quale ha sostenuto: “Il deputato Aboubakar Soumahoro tace incredibilmente sia sulla coop ricca di debiti sia sulle disperate richieste d’aiuto dei migranti e dei lavoratori, stranieri e italiani, in linea con il segretario del Pd Enrico Letta, e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ha elargito fondi regionali al sistema dell’accoglienza. Uno scenario preoccupante, in cui si interseca il legame tra la coop e alcuni Comuni governati dal Pd e dalla sinistra ormai da anni”.

Ma il neo deputato tira dritto e aggiunge, “non ho mai barattato e non baratterò mai la mia ricchezza spirituale con le ricchezze materiali, perché per me la ricchezza spirituale ha la supremazia su quella materiale. Siamo qui di passaggio. Per questo, per tutta la vita, ho camminato nella verità, ho agito nella trasparenza e ho esercitato con onestà la mia vocazione di lotta per un mondo di diritti, di dignità e di legalità”.

Ora, dopo la denuncia del sindacato e il tam tam mediatico, arriva la stringata nota della Procura di Latina: “Il Procuratore della Repubblica, con riferimento alle notizie di recente riportate dai media in ordine all’attività irregolare di cooperative incaricate di assicurare servizi di accoglienza, e servizi connessi, per i richiedenti asilo, nel territorio della provincia di Latina, comunica che la Procura della Repubblica di Latina sta svolgendo accertamenti, per tramite del Nucleo di Polizia Economico e Finanziaria della Guardia di Finanza di Latina, in ordine ad eventuali profili di rilievo penale connessi ai diversi temi di rilevanza della complessa vicenda. Le indagini sono sviluppate con il dovuto riserbo”.

Gli inquirenti indagano per truffa già, parrebbe, da un anno e, ora, per distruzione e occultamento di materiale contabile. I Carabinieri, infatti, hanno recuperato, un paio di settimane fa, otto sacchi della spazzatura pieni di documenti inerenti alla Karibu.

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