PORTAVOCE DEI MIGRANTI DENUNCIA CONDIZIONI DISUMANE AL CAS DI CORI

Complesso del Santuario della Madonna del Soccorso di Cori (fonte viaggispirituali.it)

Il maliano Mohamed Ba, portavoce di tutti quei migranti un tempo ospiti delle strutture gestite dalla Karibù, di cui abbiamo ampiamente trattato in precedenti articoli, conosce bene la differenza tra gli ordinari disagi che si vivono in un Centro di Accoglienza Straordinaria in Provincia di Latina e le condizioni disumane, al limite della sopportabilità, all’interno della Casa per Ferie da 40 posti di Cori in prossimità del Santuario della Madonna del Soccorso. Mohamed è una persona disposta a metterci la faccia e già da l’altro ieri sul proprio profilo Facebook aveva postato:

Post di Mohamed Ba pubblicato il 7 novembre 2019

DAL MALI VIA LIBIA A FOSSIGNANO

Il giovane maliano racconta al telefono che il 16 dicembre 2016 sbarcò a Pozzallo in Provincia di Ragusa dalla Libia e già il 17 dicembre, giorno del suo compleanno, era a Latina. Il suo primo alloggio fu presso gli appartamenti di Via Rossignoli nella frazione di Fossignano del Comune di Aprilia gestiti dalla cooperativa di Karibù. Qui mancava il riscaldamento e l’acqua calda, ma dopo una serie di incontri con la Presidente Marie Thérèse Mukamitsindo le condizioni migliorarono lievemente. Del tutto infruttuosi erano stati invece gli incontri precedenti con la figlia di Marie Thérèse (Liliane Muraketete).

L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO

L’ insegnamento della lingua italiana avveniva inizialmente presso gli appartamenti, ma un anno dopo gli fu data l’opportunità di frequentare i corsi organizzati da Francesca Giannini: docente a cui Mohamed è profondamente grato sia dal punto di vista umano che professionale.

Mohamed Ba

Nel frattempo Mohamed passa dagli appartamenti di Fossignano al Centro di Accoglienza Straordinaria di “Amani” a Borgo Sabatino (Latina). Anche qui le condizioni non sono delle migliori: il cibo è scadente, il riscaldamento insufficiente, otto persone per stanza in letti a castello, ma il personale è gentile e anche se spesso non conosce né l’inglese né il francese un modo per venirsi incontro si trova spesso.

SPESA COLLETTIVA E CUCINARSI DA SOLI PIUTTOSTO CHE IL CATERING DELLE COOP

Karibù sembra disporre di scarsi strumenti per soddisfare le richieste dei migranti, ma talvolta le esigenze degli ospiti vengono soddisfatte e il “pocket money” viene regolarmente pagato ogni due settimane. Alla fine del mese i beneficiari hanno i loro 75/77,5 euro da spendere in ricariche del telefonino e in generi alimentari più consoni ai loro gusti. Spesso la spesa si fa collettivamente.

CAMPI E CAPORALI

I ragazzi trovano frequentemente lavoro nei campi. I contratti secondo quanto previsto dal “DDL Salvini” vengono solitamente stipulati, ma è frequente la presenza di clausole ingannevoli nei confronti dei prestatori d’opera, o comunque ai limiti della violazione del diritto del lavoro. Per assoldare manodopera gli imprenditori agricoli si servono sempre di mediatori italiani o stranieri (caporali).

LA PROVINCIALE DA CORI A ROCCAMASSIMA

Quando nell’aprile scorso intervengono problemi tra i proprietari dell’immobile di Strada del Pantanello a Borgo Sabotino e la cooperativa Karibù i ragazzi devono essere trasferiti per metà ad Aprilia e i restanti a Cori. Il trasloco per questi ultimi non è però indolore. Via dei Padri Trinitari è una strada isolata che dalla provinciale Cori-Roccamassima conduce fino al Santuario e di fronte alla nuova destinazione una quindicina di richiedenti asilo si rifiuta di scendere dal pullman. La protesta obbliga Polizia e Carabinieri ad intervenire accanto alla presenza di operatori sanitari del 118. Sul posto sopraggiunge anche il sindaco Mauro Primio De Lillis a placare gli animi.

OGNI VOLTA UNA PROTESTA!

Scena analoga si verifica il 29 agosto. I 50 migranti di Via Murolungo a Sezze vengono in parte trasferiti a Itri presso l’ex Hotel Montefusco (nei pressi del Santuario della Madonna della Civita) controllato da Arteinsieme e per la frazione residua destinati al Cas alle pendici del Monte Ginestra a Cori. Scesi dal pullman una ventina di giovani africani inscenano un sit-in di protesta pacifica di fronte all’imbarazzo delle Forze dell’Ordine. I ragazzi nella desolazione di Via dei Padri Trinitari non vogliono restare e chiedono di essere mandati in qualsiasi altra parte. Dopo diverse ore i migranti devono rassegnarsi alla nuova dimora.

Il catering presso la Casa per Ferie di Cori

PARADISO AL NICOLOSI

L’ex albergo adiacente al Santuario è da mesi gestito dalla cooperativa romana Tre Fontane. Il vitto del catering è immangiabile, riscaldamenti tenuti al massimo quando tenuti in funzione, “pocket money” consegnato ai migranti con ritardo di mesi. Mediamente in ogni stanza alloggiano dieci persone su letti a castello. Quello che doveva essere un luogo di accoglienza temporaneo all’indomani della fuoriuscita di stranieri da Monte San Biagio e Fondi (giugno 2018), conseguente all’inchiesta “Dionea” che aveva smascherato le malversazioni dell’Azalea e della Ginestra, si è evoluto in sede permanente. Mohamed Ba ha avuto la fortuna, stando alle sue parole, di essere trasferito un mese fa presso il Centro della cooperativa “Il Quadrifoglio” di Via Corridoni (quartiere Nicolosi di Latina). Le notizie che arrivano al migrante maliano via WhatsApp dai suoi amici ospiti del Cas di Cori non sono però rassicuranti.

TRE MIGRANTI CACCIATI DAL CENTRO

Tre beneficiari che avevano deciso di protestare contro le degradanti condizioni in cui si vive nella struttura sono stati recentemente sbattuti fuori dal Centro. Ora questi ragazzi non sanno più dove alloggiare. Racconta Ba come l’aspetto più intollerabile della vita in quel Centro siano gli atteggiamenti degli operatori: mancanti di qualsiasi professionalità spesso si lasciano andare ad insulti nei confronti dei ragazzi africani. Ba racconta come prima dell’esperienza di Cori non fosse mai stato destinatario di comportamenti razzisti da parte di operatori italiani, mentre insulti lesivi della dignità sua e degli altri migranti sarebbero stati proferiti da parte del personale della Tre Fontane. 

ASPETTANDO TUTTA LA VERITÀ

Il 22 giugno 2015 la Tre Fontane nell’ambito dell’indagine per “Mafia Capitale” era stata destinataria da un’interdittiva anti-mafia da parte del Prefetto di Roma Gabrielli, ma già agli inizi del 2016 risultava legittimata a partecipare ai bandi emessi dalle varie Prefetture italiane sull’affidamento della gestione dei Centri d’accoglienza. In Provincia la coop gestisce anche 54 posti lungo la Nettunense in località Le Ferriere (Latina). Prossimamente verrà pubblicato un libro scritto da Mohamed Ba e c’è da augurarsi che in esso la realtà del mondo dell’accoglienza sia descritta per filo e per segno.

 

 

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