Concorsopoli all’Asl di Latina: nuova udienza del processo che vede tra gli imputati l’ex senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli
Davanti al Collegio presieduto dal Giudice Laura Morselli, per via dell’avvicendamento con il precedente Presidente Aldo Morgigni (passato in Corte d’Appello a Roma), è stato ascoltato uno dei testimoni dell’accusa chiamato in Aula dal Pubblico Ministero Valerio De Luca. Ad essere esaminato, infatti, è stato il luogotenente della Guardia di Finanza di Latina Maurizio Mazza.
Come noto, a febbraio e ad aprile scorsi, il processo era entrato nel vivo quando furono ascoltati diversi testimoni tra cui l’attuale Direttore Generale dell’Asl Silvia Cavalli, l’ex Dg Giorgio Casati e l’attuale Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
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Il militare è stato esaminato da Pm e collegio difensivo, composto dagli avvocati Archidiacono, Giudetti, Mancini e Zeppieri, proprio perché le indagini, che l’anno scorso terremotarono il PD e la Asl locali, sono state portate avanti, distintamente, dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Latina.
Due indagini separate, poi unite in un unico procedimento giudiziario, che hanno messo sotto la lente altrettanti concorsi: quello da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina (ente capofila), Asl Viterbo e Asl Frosinone e quello da 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3.
All’ex senatore dei Dem Moscardelli, nonché ex membro della Commissione parlamentare Antimafia, vengono contestate le ingerenze per far sì che due candidati al concorso da 23 posti – l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio dell’esponente politica di Gaeta (Pina Rosato), Matteo Di Domenico – fossero agevolati nel superamento delle prove d’esame, con tanto di domande concordate con uno degli altri tre imputati: Claudio Rainone all’epoca Presidente della Commissione d’esame ed ex Direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina (oltreché a direttore Uoc Reclutamento, funzione da cui il manager della sanità è stato sospeso). Rainone e il funzionario dell’Asl Mario Graziano Esposito devono rispondere di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio. Moscardelli, invece, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
L’appartenente alla Guardia di Finanza ha ripercorso le fasi dell’indagine concentrandosi, in particolar modo, sul concorso da 70 posti che, in seguito all’emergere dello scandalo, fu revocato dall’attuale Direttore Generale Silvia Cavalli ad aprile 2021. L’indagine, come ha ricordato il luogotenente della Finanza, iniziò a gennaio 2021 quando un operatore sanitario segnalò la presenza di alcuni parenti di dipendenti Asl presenti nelle prove scritte del concorso. Il finanziere, che ha spiegato come attualmente ci sia ancora una parte di indagine al vaglio della Procura oltreché al processo in corso di svolgimento, ha dato conto che, successivamente alla prima segnalazione, fu il consigliere regionale Angelo Tripodi (Lega) a presentare una denuncia. E ancora, nel proseguo del tempo, mentre prendeva corpo l’indagine della Gdf (che non poteva sapere peraltro che la Polizia di Stato aveva da tempo attenzionato il concorso precedente da 23 posti), arrivarono altri esposti anonimi tra cui anche documenti fotografici che ritraevano dipendenti Asl accompagnare i figli al concorso.
L’irregolarità denunciata era sempre la medesima, ossia favoritismi e agevolazioni per alcuni figli di dipendenti che concorrevano all’esame. Il concorso si divideva in tre prove: scritta, pratica e orale. Alla prova scritta, tenutasi il 28, 29 e 30 dicembre 2020, si erano candidati 2906 aspiranti assistenti amministratori ma se ne presentarono appena 1064. La prova scritta da 30 domande con risposte multiple, che vertevano su diritto amministrativo e materie tecniche di gestione sanitaria, era espressa in trentesimi (ossia il massimo punteggio era 30), mentre per la prova pratica e orale il voto massimo era rappresentato da 20 punti.
Per ogni sessione di esame scritto c’erano 3 buste da 30 domande: a fronte di 1064 partecipanti, solo 310 superarono la prova e, di questi, in 42 con voti tra il 27 e il 30. Di questi 42, 15 erano legati a dipendenti Asl. Il finanziere ha ricordato molti dei nomi, legati a dipendenti Asl e finiti sotto la lente di esposti, indagini e articoli di informazione: Roberta Molinari, Virgilio Casconi, i due Mastrobattista, Marianna Mellacina, Francesco Asciolla, Greta Bevilacqua ecc. Oltreché ai nomi segnalati negli esposti, il finanziere ha spiegato che avevano individuato anche altri collegamenti dei partecipanti, non solo di natura strettamente parentale ma anche politica, come ad esempio l’attuale Segretario Dem di Terracina Pierpaolo Chiumera. E poi, ancora, Daniele Pietrangeli, fratello della compagna del dipendente Asl ufficio Reclutamento Marco Molinari (che risulterebbe tuttora indagato), Rachele Costantino, figlia della segretaria della Dirigente Roberta Biaggi; Maria Del Balzo, figlia di Romolo Del Balzo dipendente Asl ed ex consigliere regionale; Matteo Fiore; un terzo Mastrobattista; Donatella Ricci, moglie del dipendente Fabio Viscidi; Paolo D’Acunto (figlio dell’ex assessore di Minturno e nella segreteria dell’ex Presidente della Provincia Medici e dell’attuale Stefanelli) e l’esponente politico di Pontinia Matteo Lovato (anche lui con un passato nella segreteria dello staff provinciale di Medici).
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Appurati alcuni legami tra i concorsisti, dipendenti Asl e mondo politico, i finanzieri hanno proceduto a identificare I membri della Commissione d’esame in cui risultavano i delegati di ogni Asl, tra cui quello pontino: l’imputato Claudio Rainone. Talché, il 19 gennaio, la Guardia di Finanza si è recata all’Asl sia dall’allora Direttore generale Giorgio Casati che dall’ex Direttore amministrativo facente funzione Rainone così da acquisire la documentazione.
È qui che il luogotenente ha scandito le fasi dell’indagine che è proseguita con il comprendere chi avesse prodotto i test, ossia la ditta Net4Market, del già esaminato nel processo Claudio Flamigni, la quale aveva dato in subappalto la composizione dei test all’impresa Fata il cui titolare è stato anche lui ascoltato come testimone nel processo presso il Tribunale di Latina. Secondo la Guardia di Finanza, Claudio Flamigni aveva un rapporto fiduciario con l’azienda sanitaria, essendosi occupato più volte di lavori affidati e, per tale ragione, vi era la possibilità che qualcuno accedesse ai quiz prima delle prove. Una prospettazione contestata in aula dall’avvocato Archidiacono che ha eccepito di doversi attenere ai fatti.
Ad ogni modo, il luogotenente della Finanza ha spiegato a chiare lettere che Net4market fornì le credenziali di accesso alla piattaforma dell’esame, prima della prova scritta, a Rainone, al co-imputato Esposito e all’indagato Molinari. Addirittura, il 31 luglio 2020, ben prima degli esami, Flamigni avrebbe comunicato via email le medesime credenziali e, ad agosto, Rainone avrebbe chiesto di abilitare lui e gli altri alla piattaforma.
Successivamente, a un mese dal concorso, il 27 novembre 2020, Flamigni, secondo la Gdf, comunicava ad Esposito il percorso per scaricare i quiz: un file Excel con le 400 domande che, secondo quanto riportato dal finanziere, furono scaricati. Solo dopo le prime notizie sullo scandalo del concorso per parenti comparse il 14 gennaio, Esposito, la mattina seguente, alle 8 e 03 del mattino del 15 gennaio, cancellò i file compromettenti dalla piattaforma. Fatto sta che i finanzieri proseguirono e monitorarono gli esami orali del concorso avvenuti a febbraio scoprendo che i “figli di” presero il massimo punteggio dei voti.
Al di là delle fasi concorsuali, il luogotenente Mazza ha descritto tutti i contatti, captati da intercettazioni, anche ambientali, avvenuti tra Rainone e Casati, e tra lo stesso Rainone e l’ex Segretario provinciale del Partito Democratico Claudio Moscardelli a cui l’ex direttore amministrativo facente funzioni chiese, via Whatsapp, il numero di telefono dei “protetti” Giuseppe Tomao e Matteo Di Domenico il giorno prima che svolgessero la prova orale. I due avevano partecipato al concorso da 23 posti e, soprattutto, l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno chiedeva a Moscardelli – una volta superato il concorso e preso posto nell’azienda sanitaria – di preferire la sede formiana piuttosto che il trasferimento prossimo a quella terracinese già firmato dal dirigente locale. Moscardelli, anche secondo la Finanza, oltreché che alla Polizia di Stato, avrebbe fatto da tramite con Rainone, all’epoca anche direttore Uoc Reclutamento Personale.
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“Era frequente – ha detto il luogotenente Mazza – trovare nelle chat tra Moscardelli e Rainone conversazioni sulle posizioni lavorative di dipendenti Asl“. E nelle chat vi erano anche riferimenti sulla posizione lavorativa di Rainone, il che, secondo l’accusa, sostanzia l’ipotesi di accordo corruttivo tra lui e Moscardelli: diventare direttore amministrativo dell’Asl di Latina in cambio di agevolazioni ai “protetti” poiché legati al Partito Democratico. Rainone, ha ricordato il finanziere, chiedeva a Moscardelli cosa pensavano di lui a Roma, se avesse incontrato Casati. E Moscardelli lo avrebbe rassicurato, inviando a Rainone una delibera non ancora pubblicata sui direttori amministrativi delle Asl, con un elenco di papabili in cui figurava il nome di Rainone (in realtà al centesimo posto); e ancora lo avvertiva che sarebbe andato da D’Amato, in compagnia dell’allora dirigente di partito con delega alla sanità provinciale Roberto Masiero. Movimenti che non fanno stare tranquillo Rainone tanto è che, in una intercettazione, confidava a Masiero di essere preoccupato per mancata nomina.
Il processo riprenderà con altri testimoni dell’accusa il prossimo 6 ottobre 2022.