SUD PONTINO IN CONCORSOPOLI: TOMAO PRESSATO DA MOSCARDELLI E ROSATO INDIGNATA PER L’INDAGINE

Claudio Moscardelli
Claudio Moscardelli

Lo scandalo Asl e il sud pontino: tanto peso hanno nell’indagine di Guardia di Finanza e Squadra Mobile di Latina i rapporti dell’ex senatore del Partito Democratico e dei suoi sodali di partito. Quando Moscardelli chiedeva a Tomao di dimettersi dalla carica di Presidente del Consiglio comunale di Minturno e le telefonate indignate di Pina Rosato per l’indagine sul figlio

È chiaro come l’acqua di fonte che Moscardelli si è adoperato affinché i candidati, Giuseppe Tomao e Matteo Di Domenico, al concorso da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina, Asl Viterbo e Asl Frosinone, potessero avere i suggerimenti per la prova orale dal Presidente della Commissione d’esame Claudio Rainone.

Rainone, ignaro di chi fossero i due, ottiene da Moscardelli i numeri di cellulare e telefona loro chiedendo i pensierini, ossia quali domande gradissero all’esame orale. In seguito, come appureranno gli investigatori il 31 marzo 2021 quando vengono espletate le perquisizioni informatiche al Commissario di Polizia di Gaeta, Tomao cancellerà la chat whatsapp con Rainone datata 7 ottobre 2020, un giorno prima dell’esame da sostenere per diventare collaboratore Asl.

Giuseppe Tomao
Giuseppe Tomao

Su questo c’è un’ampia cronaca con tanto di intercettazioni indifendibili (leggi qui), tuttavia emergono altri retroscena sulle due vicende interconnesse che vedono come protagonisti Moscardelli, Tomao e la madre di Di Domenico, cioè Pina Rosato attualmente Presidente del Consiglio Comunale di Gaeta e anche lei dipendente dell’Asl di Latina.

È nel ravvisato pericolo di inquinamento probatorio sul groppone di Moscardelle che il Gip Cario riporta la circostanza del comunicato, evidenziato dalla Squadra Mobile di Latina, in cui Moscardelli dichiara di essersi speso per rimediare alla penuria di medici infermieri e precari. Solo che, secondo le ipotesi investigative, alcuni di quegli episodi sono riferibili a persone di area PD in un’azione tesa al consolidamento del suo consenso elettorale. Il cittadino della strada le chiamerebbe de plano: raccomandazioni.

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Il Gip, però, va in profondità e spiega che uno smartphone consentirebbe a Moscardelli di contattare i candidati favoriti concordando con loro versioni di comodo per eludere le indagini. Ecco perché scatta la misura degli arresti domiciliari. Ma l’ordinanza porta un esempio pratico. Si tratta del rapporto tra Tomao e Moscardelli.

Quattro giorni dopo il 21 maggio, quando le Forze dell’Ordine arrestano Rainone, Moscardelli contatta l’allora Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e lo invita a dimettersi. Qui, in realtà, nell’ordinanza, viene confusa una data, individuando il 30 maggio come giorno degli arresti di Rainone (avvenuti il 21 maggio), ma Moscardelli contatta Tomao il 25 maggio, ossia dopo che l’ex Direttore Amministrativo dell’Asl viene arrestato.

Ad ogni modo Moscardelli, dopo lo scandalo delle intercettazioni tra Rainone e Tomao, chiama quest’ultimo per farlo dimettere. Una circostanza che si realizza il giorno dopo, 26 maggio, quando Tomao rassegna le dimissioni da Presidente del Consiglio Comunale di Minturno.

Ma non fu facile convincerlo per Moscardelli che arriva persino a rassicurare Tomao sull’eventualità che la concorsopoli Asl si spenga. Atteggiamento tenuto da tutto il Pd locale che non ha detto una parola, a parte i giovani Dem e qualche altro esponente minore, sulla vicenda. Né Forte, che vediamo captato dalle intercettazioni degli investigatori mentre parla con Rainone proprio sulla nomina di Direttore Amministrativo, né La Penna di cui non si ha traccia nelle intercettazioni ma che era sotto la lente anche lui. In seguito, entrambi “salvati” dalle dichiarazioni di D’Amato agli inquirenti.

Tomao – si legge in un’informativa compresa nell’ordinanza per Rainone e Moscardelli – dice che il direttivo gli ha mandato un comunicato stampa senza ascoltarlo perché per le ragioni che sapeva non è potuto andare alla riunione“.

Tomao – continua l’informativa – è molto rammaricato di quanto accaduto dato che sperava di essere ascoltato e di fare insieme una scelta anche politica prima che fosse invitato a fare un passo indietro dimettendosi dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale di Minturno. Dopo una lunga opera di convincimento e valutazione del caso da parte di Claudio (ndr: Moscardelli) il Tomao sembra convincersi a fare un passo indietro dato che Claudio lo tranquillizza dicendo che poi le cose si smorzeranno e da questa cosa ne uscirà fuori“.

Claudio – in conclusione – chiede se ha sentito l’avvocato e lo invita a non farsi difendere da Massimo. Tomao dice che probabilmente si farà difendere da quello di Latina. Tomao dice che questa cosa lo rattrista ma Claudio risponde che per lui è meglio così. Tomao si chiede se per quella telefonata del cazzo possa esser rinviato a giudizio. Claudio dice che le cose si sistemeranno ed anche lui quando gli successe quella vicenda in regione (ndr: si riferisce al processo sulle spese pazze in Regione in cui a distanza di anni è stato assolto) non lo fecero candidare in regione ma lui sì candidò in parlamento ed il partito non gli disse che non si poteva candidare“.

D’altra parte Tomao non poteva che fidarsi del suo Segretario di partito che si adopera quando, una volta assunto all’Asl con il concorso da 23 posti, si ritrova trasferito da Formia a Terracina, destinazione a lui non gradita.

Buongiornoscrive il 16 dicembre 2020 su Whatsapp Tomao a Moscardelli c’è un problema. Ho preso servizio a Formia come da disposizione di Rainone e del personale. Stranamente mi dicono che è arrivata una chiamata che devo essere trasferito a Terracina. Una cosa troppo strana e non percorribile per tante cose. Ho chiamato Ciarlo“.

Moscardelli si darà da fare con Rainone, come già riportato su Latina Tu, affinché la decisione del Direttore Amminsitrativo Ciarlo venga cambiata e Tomao possa tornare a Formia. “Ci tengo moltissimo” – diceva l’ex senatore a Rainone.

Non ha meno apprensione Claudio Moscardelli con il candidato Matteo Di Domenico, anche lui destinatario dei pensierini di Rainone e come si evinceva da altri atti d’indagine sicuro di passare all’esame quando conversa al telefono con un suo amico,

Pina Rosato
Pina Rosato

La data è quella del 31 marzo 2021, un giorno nerissimo per il Presidente del Consiglio Comunale di Gaeta Pina Rosato la quale, dopo l’ordinanza del 21 maggio, in cui furono arrestati Rainone ed Esposito, è stata difesa pubblicamente dal Sindaco Mitrano contro le richieste di dimissioni piovute addosso da più parti e peraltro reiterate ieri. In Consiglio Comunale, proprio ieri, giorno degli arresti di Moscardelli, il consigliere comunale di opposizione Emiliano Scinicariello ha chiesto conto alla Rosato della sua posizione e lei di rimando ha ventilato ipotesi di denunce-querele.

Ad ogni modo, in quel 31 marzo 2021, Rosato viene a sapere che il figlio (e Tomao) è attenzionato dalla Polizia poiché il Commissariato di Gaeta ha preso in carico il cellulare, convocandolo, per le perquisizioni informatiche. Sa, Rosato, che il figlio è indagato e la prima cosa che fa è chiamare il Segretario di partito, ossia colui che aveva agevolato il concorso del figlio: Claudio Moscardelli. Immediatamente l’ex senatore ed ex membro dell’Antimafia in Parlamento si attiva per l’assistenza legale a Tomao e Di Domenico consigliando il nome di due avvocati.

Moscardelli: sì Pina
Rosato: allora emm niente e per una procedura concorsuale la procura ha dato ordine di indagare su queste persone
Moscardelli: e…
Rosato: solo che poi nel frattempo è arrivato anche Franco
Moscardelli: e
Rosato: e Franco giustamente gli ha detto ma stanno indagando su tutte ste…mi hanno detto Signora sappiamo che suo figlio è un bravo ragazzo abbiamo già preso tutto cioè…ha detto lo teniamo così perché abbiamo avvisato lei per l’avvocato eccetera eccetera vogliono visionargli il telefono Moscardelli: e…
Rosato: l’avvocato mi ha detto aspetta che arrivo cioè perché anche perché tutto quello che vedono adesso non è poi utilizzabile…c’è un tecnico che è stato invitato dalla procura che deve fare tutto sto lavoro però gli scaricano tutto capito? tutte le immagini tutti i whatsapp tutte le cose così Moscardelli: certo
Rosato: e poi prendono quello che interessa loro non lo so che devono vedere e l’unica cosa che adesso Franco ha chiesto ha detto ma scusa stanno indagando su tutti e 65 candidati che hanno superato il concorso? E questo Signore si è fatto questo Ispettore non so chi è ha detto no soltanto su alcuni…guarda caso dentro ci stanno Matteo e Peppe Tomao
Moscardelli: ma solo loro due?
Rosato: che sarebbe quel collega nuovo…si hai capito?
Moscardelli: ma roba da matti
Rosato: poi non è vero che è la politica non è vero
Moscardelli: mamma mia
Rosato: non è vero che è la politica cioè è un attacco capito
Moscardelli: eh
Rosato: perché con Matteo ci lavorano un’altra ragazza che ha vinto il concorso, con lui non c’è
Moscardelli: eh
Rosato: eh capito? vabbè comunque questo è adesso l’avvocato sta arrivando
Moscardelli: Matteo come sta?
Rosato: Matteo (ndr: che pensava di essere stato convocato in Polizia per una denuncia fatta da un signora in estate) sta tranquillo perché con la coscienza sta tranquillo come devo dire lui dice mamma io non ho fatto niente.

Alla fine Rosato spiega all’ex senatore che la denuncia è stata fatta sul concorso da 70 posti e che in seguito gli inquirenti hanno approfondito sul concorso precedente, ossia quello a cui hanno partecipato il figlio e Tomao.
E se l’indagine sul concorso da 70 posti era cosa nota da gennaio, il 31 marzo, quando Rosato parla con Moscardelli, l’indagine sul pur chiacchierato concorso da 23 posti era comunque rimasta nascosta.

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