CASE ABUSIVE A LATINA, I DI SILVIO NON LE DEMOLISCONO E IL COMUNE LE CONFISCA

Ferdinando Di Silvio detto Macciò sotto un santino incorniciato di Mario Merola
Ferdinando Di Silvio detto Macciò sotto un santino incorniciato di Mario Merola

Case abusive dei Di Silvio: arrivano quattro ordinanze di sanzione pecuniaria e CO dopo la mancata demolizione

Due distinte ordinanze, la numero 29 e la numero 30, emesse dal servizio Suap a firma del Dirigente Stefano Gargano hanno intimato ai Di Silvio il pagamento della somma di 2.000,00 euro entro il termine perentorio di 30 giorni dalla notifica dell’atto pubblicato ieri, 13 marzo, sull’albo pretorio dell’ente di Piazza del Popolo. La motivazione è la mancanza di demolizione di due case abusive.

In caso di inottemperanza alla scadenza del termine stabilito, l’ordinanza sarà trasmessa al settore finanze del Comune di Latina, il quale provvederà ad avviare le procedure finalizzate al recupero delle somme.

I Carabinieri di fronte alla casa abusiva dei Di Silvio in Via Farneto
I Carabinieri di fronte alla casa abusiva dei Di Silvio in Via Farneto

Si tratta di un edificio ad uso residenziale di forma irregolare realizzato con struttura in legno e controparete interna in muratura, pari ad una superficie di circa 88,90 metri quadri e di un altro edificio ad uso residenziale realizzato con struttura in muratura, copertura con pannelli coibentati tipo sandwiches, pari ad una superficie di circa 60,06 metri quadri.

I due provvedimenti rimandano all’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo che a maggio 2022 individuarono in Via Farneto e nei pressi di Via Gorgoglicino, lato Pontina, gli abusi edilizi.

A giugno 2022, tramite due ordinanze, la numero 104 e la numero 105, sempre il Dirigente del Suap del Comune di Latina, Stefano Gargano, aveva firmato i provvedimenti di demolizione dei due complessi abusivi che appartengono rispettivamente a Ferdinando Di Silvio detto Macciò (Via Gorgoglicino) e Salvatore Di Silvio (Vai Farneto), figlio di Antonio Di Silvio detto Cavallo recentemente ancor più noto per un attentato subito nella sua casa al Nicolosi. Entrambi non fanno parte delle famiglie più conosciute dei Di Silvio (il cui capostipite e Carmine Di Silvio detto Lallo) e coinvolte in inchieste e processi di mafia, tuttavia sono noti anche loro alle forze dell’ordine.

Oggi, 14 marzo, sull’albo pretorio del Comune, sono sono state pubblicate (sempre disposte ieri, 13 marzo) ulteriori due ordinanze con cui il Comune rende evidente di aver acquisito gratuitamente al patrimonio dell’ente entrambi i manufatti. Una confisca di fatto per le case appartenute al 31enne Salvatore Di Silvio e al 45enne Ferdinando Di Silvio detto Macciò, in ragione dei verbali di accertamento di inottemperanza all’ordine di demolizione disposto a giugno dell’anno scorso e trasmessi al Comune dalla Polizia Locale lo scorso 9 marzo.

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