BOOM CASI COVID IN PROVINCIA DI LATINA: IL VERTICE PREFETTIZIO PARTORISCE IL TOPOLINO

Prefettura di Latina
La sede della Prefettura in Piazza della Libertà, Latina

Escalation casi Covid in provincia di Latina: dopo la cifra choc di ieri con 73 casi (25 a Latina) le autorità territoriali si sono riuniti stamani in Prefettura

La montagna ha partorito il topolino. Per sintesi, è questo ciò che è avvenuto al vertice in Prefettura a Latina dopo che, nelle scorse ore, da più parti, si erano ventilate ipotesi più drastiche in tutta la provincia di Latina al fine di contenere i contagi da Covid-19.

Il virus, ormai, corre veloce da nord al sud pontino. A testimoniarlo non solo i 73 casi di ieri, senza nessun focolaio ristretto (a parte, forse, il comizio della Lega a Terracina), ma anche quelli di oggi: 21, a breve ufficializzati nel bollettino odierno dell’Asl.

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Il fatto che non ci siano cluster localizzati significa che il contagio è diffuso ed è più difficile circoscriverlo per contenerlo e neutralizzarlo. Ecco perché la provincia di Latina è finita anche nelle cronache nazionali e il caso è attenzionato da Regione e Governo.

Fatto sta che, oggi, le autorità territoriali in Prefettura hanno stabilito una linea di galleggiamento. Insomma, si è ancora sul chi va là. “Il picco di ieri è stato allarmante – ha dichiarato il Prefetto Maurizio Falcomentre oggi siamo tornati alla media del periodo con 21 nuovi casi. Da adesso saranno tre i punti su cui presteremo la massima attenzione: andamento dei tamponi e dei drive-in, che diventeranno 4 in provincia, controllo della mobilità sul fronte scuole e stretta sulle cerimonie pubbliche e private e sulla movida. Pronti a sanzioni per chi non rispetterà in maniera rigorosa le misure ministeriali“. Sanzioni che, per la verità, sono in vigore da giorni in molti dei Comuni della provincia di Latina, vieppiù rese stringenti dall’ordinanza successiva del Presidente della Regione Zingaretti che ha disposto multe da 400 euro per chi non indossa la mascherina. Una misura che, però, non sta sortendo i suoi effetti dal momento che di multe non se ne fanno e di controlli ce ne sono pochi.

Il sindaco di Latina Damiano Coletta, in qualità di Presidente della Conferenza socio-sanitaria della provincia, ha detto che in giornata emetterà un’ordinanza: “I locali pubblici dovranno osservare i seguenti orari di chiusura: dal lunedì al giovedì entro la 00.45 e dal venerdì alla domenica entro l’1.30. Per il drive-in posso annunciare che verranno installati i bagni pubblici”. Disposizioni molto lontane dal coprifuoco profilato che faceva scattare l’orario di chiusura alle 23 e che rischiano di diventare un mero pannicello caldo a una situazione per nulla tranquilla sotto l’aspetto dei contagi. L’attività degli esercenti va salvaguardata ma, in questo momento, al netto di politiche dello struzzo, la provincia di Latina è un osservato speciale. Ci sarà da attendersi un intervento calato dall’alto?

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Per quanto riguarda le scuole, il compito di decidere la didattica a distanza e la vigilanza sui comportamenti in entrata e uscita (mascherine e assembramenti) è stato, in sostanza, lasciato ai dirigenti scolastici. Bene ma non benissimo.

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