ELEZIONI LATINA: DAL RICONTEGGIO LE DISCRASIE NEI VERBALI, IN UNA SEZIONE IL CASO PIÙ PALESE

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Elezioni a Latina: terminato il conteggio delle schede ordinato dal Tar di Latina, i verbali vengono analizzati dalle parti e diversi scenari si aprono per il possibile ri-voto

I verbali consegnati alle parti in causa stanno offrendo un quadro abbastanza chiaro di ciò che è successo nelle operazioni di voto delle scorse amministrative del capoluogo vinte al ballottaggio dal Sindaco Damiano Coletta.

Come noto, il ricorso depositato al Tar di Latina da un cittadino elettore e dagli ex candidati di Latina nel Cuore (a sostegno di Vincenzo Zaccheo Sindaco alle elezioni amministrative) Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci, lo scorso novembre, era finalizzato a chiedere l’annullamento del verbale di proclamazione degli eletti scaturiti dall’esito delle elezioni, datate 3 e 4 ottobre 2021, per comporre il nuovo Consiglio Comunale del capoluogo di provincia e di conseguenza il turno di ballottaggio avvenuto due settimane dopo che aveva visto la sconfitta di Vincenzo Zaccheo.

A inizio mese di febbraio, all’esito della discussione, i giudici del Tar – Presidente Antonio Vinciguerra ed Estensore Roberto Bucchi – avevano ritenuto ammissibile il ricorso ventilando forti dubbi sulla vicenda elettorale e stabilendo che, ad essere verificate dalla Prefettura di Latina, sarebbero stati i verbali di 33 sezioni e delle rispettive schede elettorali.

Lo scorso 23 marzo, iniziate le verifiche da parte della Prefettura, alla presenza, in contraddittorio, degli avvocati delle parti – da un lato gli avvocati Toni De Simone e Biagio Coppa per i ricorrenti, dall’altra gli avvocati del Comune di Latina Francesco Cavalcanti e Anna Egeo – risultarono sin da subito le prime irregolarità. Dai primi conteggi, infatti, la sezione 7 e la sezione 13 erano risultate regolari, mentre alla sezione 20 sarebbero emerse le prime non corrispondenze tra il numero delle schede e il numero delle schede votate. In altre due sezioni, invece, non sarebbe stato certificato il numero delle schede impiegate e non c’era la firma sulle schede.

Tra le altre irregolarità trovate nel corso degli altri giorni di verifica, conclusa lunedì scorso, ci sono, ad esempio, voti con schede non vidimate oppure non corrispondenza nei numeri tra le schede fornite dal Ministero dell’Interno e quelle effettivamente registrate. In sostanza, molti sono i verbali trovati con omissioni provocate, alla meglio, da negligenza e faciloneria. In più di un caso i verbali non sono stati compilati integralmente ma, alla prova del conteggio, i buchi dei verbali sono colmati dai numeri che tornano. Ci sono 800 schede timbrate (numero preso come esempio), poi tra schede utilizzate e avanzate ce ne sono 798 o 802: ossia due in più o due in meno. Un errore che può essere ancora ascritto nel mondo del veniale.

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Gli errori sono spesso di approssimazione: nella sezione 7 dove le schede bollate e i voti validi sono coerenti, ci sono 61 schede non utilizzate ma che, invece, erano quelle non bollate. Una incongruenza nel verbale. Nella sezione 13 – altro esempio – c’è un’incoerenza di 63 schede tra le bollate riportate a verbale e quelle bollate conteggiate dalla Prefettura, sebbene nei voti validi i numeri tornano. A verbale è stato completamente omesso di scrivere le bollate non utilizzate (risultano zero) ma nel conteggio ce ne sono 429.

Nella sezione 20, ci sono 1246 schede bollate ma nel conteggio ne risultano 1099. Sui voti validi c’è uno scarto: a verbale sono 702 ma nel conteggio prefettizio sono 696. Le bollate non utilizzate sono 388 dal conteggio della Prefettura, mentre nel verbale non sono state riportate: risultano zero.

Tuttavia c’è, ad esempio, un caso macroscopico rappresentato dalla sezione 95, quella che si trova in Via De Chirico presso l’Istituto Comprensivo “Da Vinci-Rodari”. A verbale compilato dagli scrutatori risultano autenticate-bollate 460 schede, mentre dal conteggio della Prefettura si evincono 561 voti validi e, per di più, ne avanzano altre 261 bollate e non utilizzate per il voto. In tutto fanno 822 schede bollate ma da verbale ne risultano 461. Nel verbale non è presente il dato delle schede bollate non utilizzate e resta la forte incongruenza tra i 561 voti validi e quelli effettivamente dati dalle 460 schede bollate. La discrasia più palese tra la decina di sezioni in cui sono state trovate anomalie.

In sostanza, all’origine gli scrutatori dovevano scrivere tutte le schede bollate e quelle avanzante non bollate: preso un numero di 1000 schede fornite dal Ministero dell’Interno al Comune e poi al seggio, gli operatori elettorali avrebbero dovuto fare questo e spesso non è stato fatto.

Per quanto riguarda i voti: gli scrutatori avrebbero dovuto indicare a verbale i voti validi, i voti validi del Sindaco, le nulle, le bianche e le contestate. Aprendo le buste, i verificatori in Prefettura sono andati a contare i voti validi, senza aprire le buste, che dovevano essere coerenti con i voti validi riportati a verbale. A verbale, nelle sezioni critiche, le bollate non utilizzate e le non bollate spesso sono frutto di discrasia perché non erano compilati i campi del verbale; invece, tra le bollate totali e i voti validi ci sono le discrasie più sostanziali. Nella 44 c’è coerenza tra i voti validi a verbale e quelli a conteggio (560 voti), invece sulle schede bollate non ne risultano 6 ma c’è una spiegazione trascritta a verbale perché sono state aggiunte durante le operazioni. Alla sezione 95 non è trascritta nessuna spiegazione a verbale.

Da questo momento, tutto dipenderà dapprima dal verbale che compilerà la Prefettura sulla base degli esiti del conteggio concluso lunedì scorso e messo a verbale. Il Tar ha stabilito una deadline: la relazione dovrà essere deposita entro il 29 aprile 2022. Dopodiché il 7 luglio, il Tribunale amministrativo dovrà decidere. Al momento si direbbe che la possibilità maggiore è che si rivoti in quelle sezioni dove vi sono le discrasie, ma c’è anche un’altra possibilità: ossia che i giudici amministrativi facciano un ragionamento di natura sostanziale e sostengano la tesi che i voti sono stati espressi e che l’elezione è valida senza il ritorno alle urne.

Di certo c’è che ad ottobre in alcune sezioni del capoluogo la confusione è stata massima.

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